INNI E CANTI DEL RISORGIMENTO D'ITALIA
 
  1. CORO DEL NABUCCO

  2. CORO DEI CROCIATI E PELLEGRINI

  3. INNO DELLA REPUBBLICA PARTENOPEA

  4. CHI PER LA PATRIA MUOR...

  5. INNO NAZIONALE

  6. INNO DEGLI STUDENTI DEL 1848

  7. INNO DEL '48

  8. LA STELLA DEI SOLDATI

  9. LA BANDIERA TRICOLORE

  10. I TRE COLORI

  11. INNO A GARIBALDI

  12. SUONI LA TROMBA

  13. IO VORREI CHE A METTERNICCHE

  14. AI MORTI PER LA PATRIA

  15. LA BELLA GIGOGIN

  16. L'ADDIO DEL VOLONTARIO TOSCANO

  17. ALL'ARMI! ALL'ARMI !

  18. LA CARABINA DEL BERSAGLIERE

  19. O GIOVANI ARDENTI

  20. INNO DI MAMELI

  21. A FERRO FREDDO

  22. SUONA LA TROMBA...

  23. DELLE SPADE IL FIERO LAMPO

  24. CAMICIA ROSSA

  25. LA RONDINELLA DI MENTANA

  26. INNO DI OBERDAN

  27. A TRIPOLI

  28. L'ADDIO DEL BERSAGLIER

 
CORO DEL NABUCCO
 
 
 
 
Va, pensiero, sull'ali dorate,
va, ti posa sui clivi, sui colli,
ove olezzano tepide e molli
l'aure dolci del suolo natal!
 
Del Giordano le rive saluta,
di Sionne le torri atterrate.
O mia Patria sì bella e perduta,
o membranza sì cara e fatal!
 
Arpa d'or dei fatidici vati
perchè muta dai salici pendi?
le memorie nel petto riaccendi,
ci favella del tempo che fu!
 
O simile di Solima ai fati
traggi un suono di cupo lamento
oh t'ispiri il Signore, un concento
che ne infonda al patire virtù,
che ne infonda al patire virtù,
 al patire virtù!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CORO DEI CROCIATI E PELLEGRINI
 
Oh Signore, dal tetto natìo,
ci chiamasti con santa promessa;
noi siam corsi all'invito di un pio
giubilando per, l'aspro sentier.
  
Ma la fronte avvilita e dimessa
hanno i servi già baldi e valenti
deh! non far che ludibrio alle genti
siano Cristo, i tuoi figli guerrieri
  
Oh fresche aure. volanti sui vaghi
ruscelletti dei prati lombardi !
Fonti eterne ! Purissimi laghi! 
Oh vigneti indorati di sole
  
Dono infausto, crudele è la mente
che vi pinge sì veri agli sguardi
ed al labbro più dura e cocente
fa la sabbia di un arido suol!
  
Fa la sabbia - fa la sabbia di un arido suol!
D'un arido suol - d'un arido suol!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DELLA REPUBBLICA PARTENOPEA
(1799)
 
Bell’Italia, ormai ti desta!
Italiani, all'armi! all'armi!
Altra sorte a noi non resta
Che di vincere o morir I
 
Dalla terra dei delitti
mosse il passo il fuoco audace
e nel sen di nostra pace
venne l'empio ad infierir.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CHI PER LA PATRIA MUOR...
 
Aspra del militar
benchè la vita,
al lampo dell'acciar
gioia l'invita.
 
Chi per la patria muor
vissuto è assai;
la fronda dell'allor
non muore mai.
 
Piuttosto che languir
per lunghi affanni,
è meglio di morir
sul fior degli anni.
 
Chi muore e dar non sa
di gloria un segno
alle future età,
di fama è indegno.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO NAZIONALE
(1847)
  
Cittadini, accorrete, accorrete,
le compatte falangi formate,
ed al mondo alla fine mostrate
ch'oggi Italia ha il suo canto guerrier.
 
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Sarà Italia indipendente.
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Od estinti si cadrà.
 
Del toscano Leopoldo secondo
fu l'agir sublimissimo e sano,
poi re Alberto, guerriero italiano,
colla forza la forza ci diè.
 
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Per Pio nono e Carlo Alberto !
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Per Leopoldo Tosco Re !
 
Con tre simili intrepidi cuori,
se chi opprime impedisse il pensiero
del riscatto di un popolo intiero,
crudo scempio di lui si farà.
 
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Sarà Italia indipendente.
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Od estinti si cadrà.
 
Cittadini, accorrete, accorrete,
le compatte falangi formate,
ed al mondo alla fine mostrate
ch'oggi Italia ha il suo canto guerrier.
 
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Per Pio nono e Carlo Alberto !
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Per Leopoldo Tosco Re !
 
Fra noi gli odi di parte cessaro;
giusta, sacra ed immensa è la speme,
che ci stringe, ci agglòmera insiene,
che di tante una vita ne fa.
 
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Sarà Italia indipendente.
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Od estinti si cadrà.
 
Non più esigli, nè morti, nè pianti,
tale è il sacro volere di Dio.
Fu il fortissimo agire di Pio
che i destini d'Italia mutò!
 
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Per Pio nono e Carlo Alberto !
Giuriam ! Giuriam ! Giuriam !
Per Leopoldo Tosco Re !
 
Ei diè esempio umanissimo ai Regi,
Ei dischiúseci libero il varco,
e due Regi s'assunser l'incarco
d'esser pronti coi figli a pugnar.
 
Giuriami Giuriam! Giuriami
Sarà Italia indipendente.
Giuriam! Giuriam! Giuriam!
Od estinti si cadrà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DEGLI STUDENTI DEL 1848
 
 
Quanta schiera di gagliardi,
quanto riso ne' sembianti,
quanta gioia negli sguardi
vedi in tutti scintillar!
 
D'impugnar moschetto e spada,
primi a offrire il nostro petto,
di salvar questa contrada
giuriam tutti nel Signor.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DEL '48
 
Di canti di gioia, di canti d'amore
risuoni la vita, ma, spenta nel core,
non cada per essi la nostra virtù.
 
Dai lacci sciogliemmo l'avvinto pensiero
ch'or libero spazia nei campi del vero;
e sparsa la luce sui popoli fu.
 
Ribelli ai tiranni di sangue bagnammo
le zolle d'Italia fra l'armi sposammo
in sacro connubio la patria al saper.
 
Ed essa faremo co' petti, co' carmi
superba nell'arti, temuta nell'armi,
regina nell'opre del divo pensier.
 
Ed essa faremo col core e con l'armi
l'Italia dei padri sognata ne' carmi
l'Italia redenta dal giogo stranier.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA STELLA DEI SOLDATI
 
 
Bella bambina,
capricciosa garibaldina,
tu sei la stella,
tu sei la bella di noi soldà.
 
Tu sei bambina,
bella bionda garibaldina,
tu sei la bella,
tu sei la stella di noi soldà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA BANDIERA TRICOLORE
 
 
 
E la bandiera di tre colori
sempre è stata la più bella:
noi vogliamo sempre quella,
noi vogliam la libertà!
 
 
E la bandiera gialla e nera
qui ha finito di regnare,
la bandiera gialla e nera
qui ha finito di regnare
 
 
Tutti uniti in un sol patto,
stretti intorno alla bandiera,
griderem mattina e sera:
viva, viva i tre color!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
I TRE COLORI
 
E lo mio amore sé n'è ito a Siena,
portommi il brigidin di due colori:
il càndido è la fè che c'incatena,
il rosso è l'allegria de' nostri cuori.
Ci metterò una foglia di verbena
ch'io stessa alimentai di freschi umori.
E gli dirò che il verde, il rosso e il bianco
gli stanno ben con una spada al fianco,
e gli dirò che il bianco, il verde e il rosso
vuol dir che Italia il giogo suo l'ha scosso,
e gli dirò che il rosso, il bianco e il verde
gli è un terno che si gioca e non si perde.
  
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO A GARIBALDI
  
All'armi! All'Armi!
 
Si scopron le tombe
si levano i morti
i martiri nostri
son tutti risorti.
 
Le spade nel pugno,
gli allori alle chiome
la fiamma ed il nome
d'Italia sul cuor!
 
Corriamo! Corriamo!
su o giovani schiere
su al vento per tutto 
le nostre bandiere
 
su tutti col ferro
su tutti col fuoco
su tutti col fuoco
d'Italia nel cor.
 
Va fuori d'Italia
Va fuori ch'è l'ora
Va fuori d'Italia
va fuori o stranier!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
SUONI LA TROMBA
(Coro dell'Opera «I PURITANI»)
 
Suoni la tromba e intrepido
io pugnerò da forte:
 
bello è affrontar la morte
gridando libertà.
 
Amor di patria impavido
mieta i sanguigni allori,
poi terga i bei sudori
e i pianti la pietà.
 
All'armi!
 
Sia voce di terror
Patria, vittoria e onor!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
IO VORREI CHE A METTERNICCHE
(canto dei volontari toscani del 1848)
  
Io vorrei che a Metternicche
gli tagliasser le basette;
vorrei farne le spazzette
per le scarpe del su' re.
 
Io vorrei che a Metternicche
gli tagliasser le budelle;
vorrei farne le bretelle
per le brache del su’ re.
 
Io vorrei che a Metternicche
gli mozzassero la testa:
vorrei farne una gran festa
nel palazzo del su' re.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
AI MORTI PER LA PATRIA
(Inno nazionale - 1848)
  
Per la Patria il sangue han dato
Esclamando: Italia e Pio!
L'alme pure han reso a Dio,
Benedetti nel morir.
Hanno vinto, e consumato
Il santissimo martir !
 
Di quei forti - per noi morti
Sacro è il grido e non morrà.
 
Noi per essi alfin redenti
Salutiamo i dì novelli;
Sovra il sangue dei fratelli
Noi giuriamo libertà
E sul capo dei potenti
L'alto giuro tuonerà.
 
Di quei forti - per noi morti
Sacro è il grido e non morrà.
 
Uno cadde, e sorser cento
Alla voce degli eroi:
Or si pugna alfin per noi,
Fugge insano l'oppressor;
E lo agghiaccia di spavento
La bandiera tricolor.
 
Di quei forti - per noi morti
Sacro è il grido e non morrà.
 
O Signor sul patrio altare
Noi t'offrimmo i nostri figli;
Scrivi in ciel, ne' tuoi consigli,
Dopo secoli, il gran dì:
Dall'Alpi insino al mare
Tutta Italia un giuro unì.
 
Di quei forti - per noi morti
Sacro è il grido e non morrà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA BELLA GIGOGIN
 
Rataplan! Tamburo io sento
che mi chiama alla bandiera.
Oh che gioia, oh che contento,
io vado a guerreggiar!
 
Rataplan! Non ho paura
delle bombe e dei cannoni,
io vado alla ventura,
sarà poi quel che sarà.
 
E la bela Gigogin
col tromilerilerela,
la va a spass col sò spincin,tromilerilerà.
 
D quindici anni facevo all'amore.
Daghela avanti un passo, delizia del mio core!
A sedici anni ho preso marito.
Daghela avanti un passo, delizia del mio core!
A diciasette mi sono spartita.
Daghela avanti un passo, delizia del mio core!
 
La ven, la ven, la ven alla finiestra.
l'è tutta, l'è tutta, l'è tutta insipriada.
la dis, la dis, la dis che l'è malada
per non, per non, per non mangiar polenta,
Bisogna, bisogna, bisogna avè pazienza,
lassala, lassala, lassala maridà.
 
Le baciai, le baciai il bel visetto.
 Cium, cium, cium!
La mi disse, la mi disse: -Oh che diletto,
 Cium, cium, cium!
Là più in basso, là più in basso in quel boschetto,
 Cium, cium, cium!
andrem, andrem a riposar.
 Ta-ra-ra-tà-tà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
L'ADDIO DEL VOLONTARIO TOSCANO
 
Addio, mia bella, addio:
l'armata se ne va;
se non partissi anch'io
sarebbe una viltà!
  
Non pianger, mio tesoro:
forse ritornerò;
ma se in battaglia io moro
in ciel ti rivedrò.
  
La spada, le pistole,
lo schioppo li ho con me:
all'apparir del sole
mi partirò da te!
  
Il sacco preparato
sull'òmero mi sta;
son uomo e son soldato:
viva la libertà!
  
Non è fraterna guerra
la guerra ch'io farò;
dall'italiana terra
lo straniero caccerò.
  
L'antica tirannia
grava l'Italia ancor:
io vado in Lombardia
incontro all'oppressor.
 
Saran tremende l'ire,
grande il morir sarà!
Si muora: è un bel morire
morir per la libertà
 
Tra quanti moriranno
forse ancor io morrò:
non ti pigliare affanno,
da vile non cadrò.
 
Se più del tuo diletto
tu non udrai parlar,
perito di moschetto
per lui non sospirar.
 
Io non ti lascio sola,
ti resta un figlio ancor:
nel figlio ti consola,
nel figlio dell'amor!'
 
Squilla la tromba...Addio...
L'armata se ne va...
Un bacio al figlio mio!
Viva la libertà!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ALL'ARMI! ALL'ARMI !
  
Su, figli d'Italia! su, in armi! coraggio!
Il suolo qui è nostro: del nostro retaggio
il turpe mercato finisce pei re.
Un popoi diviso per sette destini,
in sette spezzato da sette confini,
si fonde in uno solo, più servo non è.
 
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
  
Dall'Alpi allo Stretto fratelli siam tutti!
Su i límiti schiusi, su i troni distrutti
piantiamo i comuni tre nostri color
il verde, la speme tant'anni pasciuta;
il rosso, la gioia d'averla compiuta;
il bianco, la fede fraterna d'amor.
 
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
 
 
Su, Italia novella! Su, libera ed una!
Mal abbia chi a vasta, secura fortuna
l'angustia prepone d'auguste città!
Sien tutte le fide d'un solo stendardo!
Su, tutti da tutte! Mal abbia il codardo,
l'inetto che sogna parzial libertà.
 
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
  
Voi chiusi nei borghi, voi sparsi alla villa,
udite le trombe, sentite la squilla
che all'armi vi chiama del vostro Comun!
Fratelli, a' fratelli correte in aiuto!
Gridate al Tedesco che guarda sparuto:
l'Italia è concorde, non serve a nessun!
 
Su, Italia! su, in armi! Venuto è il tuo dì!
Dei re congiurati la tresca finì!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA CARABINA DEL BERSAGLIERE
(1852)
  
Mia carabina, mia fidanzata,
di tutto punto tu se' parata;
dolce tripudio della mia mano,
amor dell'occhio con cui ti spiano,
io t'ho giurata la fede mia
sui vasti campi di Lombardia.
Giorno di nozze si ravvicina,
mia carabina.
 
Mia carabina. méttiti a festa;
nozze di sangue l'Adige appresta;
ti sarà data l'aurea medaglia,
vinta nel foco della battaglia;
altare, un colle preso d'assalto;
letto, la pietra d’un arduo spalto;
e tu d'ogni arma sarai regina,
mia carabina.
 
Mia carabina, tu sei fremente
come fanciulla pel damo assente.
Brami di guerra la danza orrenda
come fanciulla che il ballo attenda;
il fiero lampo che da te sorte
grida ai Tedeschi: Ruina o morte;
ed io rispondo: Morte e ruina,
mia carabina.
 
Mia carabina, talor s'appanna
il terso acciaro della tua canna;
e la tua bocca sussurra e noma:
Roma e Venezia, Venezia e Roma.
Ed io rispondo: che più ti resta?
Lupa ti scuoti; Leon, ti desta,
La via si calchi di Nabresina,
mia carabina.
 
Mia carabina, tu mai non dici
- troppi nel campo sono i nemici -
chiedi sol quanti per opra mia
mordon la terra nell'agonia.
E se ti metto la daga in testa,
sembri una sposa vestita a festa,
e meni orrenda carneficina,
mia carabina.
 
Mia carabina, questi stranieri
spuntare i nostri pennacchi neri
dell'Alpi in vetta presto vedranno,
e i vanti in gola ricacceranno.
Tra le due schiatte pose natura
codeste rocche, codeste mura.
A ripigliarle Dio ti destina,
mia carabina.
 
Mia carabina, nessun ci segua;
il bersagliere passa e dilegua,
corre al vento, col tigre balza,
lo credi a fronte, dietro t'incalza.
Qua si sparpaglia, là si raduna,
pare e dispare la penna bruna;
ma con te sempre, con te cammina,
mia carabina.
 
Mia carabina, le nostre pròde
coi due gran becchi l'Aquila rode:
ond’è che, a punta di baionetta,
ti scrissi in calcio: Morte o vendetta!
S'io cado, il guardo tanto mi regga
che lo straniero fuggire io vegga;
e ancor sotterra simi vicina,
mia carabina.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
O GIOVANI ARDENTI
 
O giovani ardenti
d'italico ardore,
serbate il valore
pel dì del pugnar!
 Viva l'Italia indipendente,
 viva l'unione, la libertà!
 
Stringiamoci assieme
di trombe allo squillo:
giuriam sul vessillo
vittoria o morir!
 Viva l'Italia indipendente,
 viva l'unione, la libertà!
 
Stringiamoci assieme,
ci stringa un sol patto,
del dì del riscatto
l'aurora spuntò!
 Viva l'Italia indipendente,
 viva l'unione, la libertà!
 
Dall'Alpi a Sicilia
di nuovo ogni lido
echeggi al bel grido
che vuol libertà!
 Viva l'Italia indipendente,
 viva l'unione, la libertà!
 
Evviva l'Italia
S'impugnin le spade:
Le belle contrade
la patria salviam
 Viva l'Italia indipendente,
 viva l'unione, la libertà!
 
All'armi ne chiama
l'italica terra:
Evviva la guerra!
Vittoria o morir!
 Viva l'Italia indipendente,
 viva l'unione, la libertà!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
 
INNO DI MAMELI
 
Fratelli d’Italia
l’Italia s’è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria? 
Le porga la chioma
chè schiava di Roma
Iddio la creò.
  
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
  
Noi siamo da secoli
calpesti e derisi,
perchè non siam popolo,
perchè siam divisi,
raccolgaci un'unica
bandiera, una speme;
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
  
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
 
Uniamoci, amiamoci
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo, far libero
il suolo natìo;
uniti, per Dio!
Chi vincer ci può?
 
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
 
Dall'Alpe a Sicilia
ovunque è Legnano
ogn’uom di Ferruccio
ha il cuore e la mano.
I bimbi, d'Italia
si chiaman Balilla.
Il suon d'ogni squilla
i Vespri suonò.
 
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
 
Evviva l'Italia!
dal sonno s'è 'desta,
s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma
dell’elmo di Sciplo
che schiava di Roma
Iddio la creò.
 
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte
l'Italia chiamò.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
A FERRO FREDDO
(La Garibaldina)
  
Il dardo è tratto, di terra in terra
suona l'allegro squillo di guerra;
l'Italia è sorta dall'Alpi al Faro,
e vuol col sangue che l'è più caro
segnar le tracce dei suoi confini.
Al nostro posto, Garibaldini!
 
Avanti, urrà!
L'Italia va!
Fuori, stranieri,
fuori di qua !
 
Una camicia di sangue intrisa
basta al valore per sua divisa;
a darsi un'arma che non si schianti
basta un anello dm' ceppi infranti!
ogni arma è buona con gli assassini.
A ferro freddo, Garibaldini !
 
Avanti, urrà! ecc.
 
Non dietro ai muri, non entro ai fossi,
ma in campo aperto, diavoli rossi;
chi vuol cannoni, vada e li prenda,
come torrente che d'alto scenda,
come valanga di gioghi alpini.
A ferro freddo, Garibaldini!
 
Avanti, urrà! ecc.
 
Pochi, ma buoni. L'Italia affronta
le avverse squadre, ma non le conta;
come i trecento devoti a morte,
che della Grecia mutar la sorte,
 
marciam compatti, feriam vicini.
A ferro freddo, Garibaldini!
 
Avanti, urrà! ecc.
 
Poveri e ricchi, dotti ed ignari,
dinanzi al fuoco, tutti siam pari.
Pari nel giorno del gran conflitto,
saremo pari dinanzi al dritto.
Siamo soldati, ma cittadini.
 
A ferro freddo, Garibaldini!
 
Avanti, urrà! ecc.
 
Oggi guerrieri, doman colòni,
senza Medaglie, senza galloni!
Giurammo a Italia la nostra fede;
la libertade ci fia mercede,
come agli antichi padri latini.
A ferro freddo Garibaldini.
 
Avanti, urrà! ecc.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
SUONA LA TROMBA...
 
Suona la tromba: ondeggiano
le insegne gialle e nere.
Fuoco! perdio, sui barbari,
sulle vendute schiere.
Già ferve la battaglia
al Dio dei forti, osanna!
le baionette in canna
è giunta l'ora di pugnar!
 
Non deporrem la spada
non deporrem la spada,
finchè sia schiavo un angolo
dell'itala contrada.
Non deporrem la spada
non deporrem la spada,
finchè non sia l'Italia
una dall'Alpi al mar.
 
Avanti.!... Viva Italia,
viva la gran risorta:
se mille forti muoiono,
dite, che è ciò? Che importa
se a mille a mille cadono
trafitti i suoi campioni?
Siam ventisei milioni
e tutti lo giurar:
 
Non deporrem la spada
etc...
 
Sarà l'Italia. Edìfica
su la vagante arena
Chi tenta opporsi, miseri,
sui sogni lor la piena
Dio verserà del popolo!
Curvate il capo o genti:
la speme dei redenti,
la nuova Roma appar.
 
Non deporrem la spada
etc...
 
Fin che rimanga un braccio
dispiegherassi altera,
segno ai redenti popoli,
la tricolor bandiera.
che, nata tra i patiboli,
terribile discende
fra le guerresche tende
dei prodi che giurar
 
di non depor la spada
etc...
 
Noi lo giuriam pei martiri,
uccisi dai tiranni,
pei sacrosanti palpiti,
compressi in cor tant'anni,
e questo suol che sanguina
il sangue degli eroi,
al cielo, ai figli tuoi
ci sia solenne altar.
 
Non deporrem la spada
etc...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
DELLE SPADE IL FIERO LAMPO
(Inno del 1866)
 
Delle spade il fiero lampo
troni e popoli svegliò:
Italiani, al campo al campo!
E' la madre che chiamò.
 
Su corriamo in battaglioni
fra il rimbombo dei cannoni
l'elmo in testa, in man l'acciar!
Viva il Re dall'Alpi al mar!
 
Dall'Eridano al Ticino,
dal sicano al tosco suol,
sorgi o popolo latino,
sorgi e vinci: Iddio lo vuol!
 
Su corriamo in battaglioni
etc...
 
Delle pugne fra la gioia
ci precede col valor
il Baiardo di Savoia,
di Palestro il vincitor.
 
Su corriamo in battaglioni
etc...
 
Dagli spalti vigilati
 
Su corriamo in battaglioni
etc...
 
Nostre son quest'alme sponde,
 
Su corriamo in battaglioni
etc...
 
Gente ausonia a nobil fato
 
Su corriamo in battaglioni
etc...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CAMICIA ROSSA
  
Quando la tromba sonava all'armi
con Garibaldi corsi a arruolarmi:
la man mi strinse con forte scossa
e mi diè questa camicia rossa!
E dall'istante che t'indossai,
le braccia d'oro ti ricamai!
Quando a Milazzo passai sergente,
Camicia rossa, camicia ardente!...
 
Porti l'impronta di mia ferita,
Sei tutta lacera, tutta scucita:
Per questo appunto mi sei più cara,
Camicia rossa, camicia rara!
Tu sei l'emblema dell'ardimento,
Il tuo colore mette spavento:
Fra poco uniti saremo a Roma,
Camicia rossa, camicia indoma!
 
Fida compagna del mio valore,
Par che tu intenda la mia favella,
S'io ti contemplo mi batte il core;
Camicia rossa, camicia bella.
Là sul Volturno, di te vestito,
tu sei la stessa che allor vestia,
camicia rossa, camicia mia.
Con te sul petto farò la guerra
ai prepotenti di questa terra
mentre l'Italia d’eroi si vanta,
 
camicia rossa, camicia santa
Ed all'appello di Garibaldi
e di quei mille suoi prodi e baldi,
daremo insieme fuoco alla mina,
camicia rossa garibaldina!
Se dei Tedeschi nei fieri scontri
vien che la morte da prode incontri,
chi sa qual sorte ti sia serbata,
camicia rossa, camicia amata!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA RONDINELLA DI MENTANA
 
D'infelice campagna racconta
i disastri, o gentil rondinella,
con l'accento di mesta favella,
che natura a te in dono compartì.
 
Quando solchi lo spazio infinito,
all'aprir della fredda stagione,
reca ovunque la triste canzone,
ch'è il lamento del prode che muor.
 
Vedi a rivi l'italico sangue,
che bruttò di Mentana il paese?
Lo versò l'orgoglioso francese
in difesa al Ponteficere.
 
Maledetto di Francia il signore,
vil monarca, spergiuro il più tristo,
che al volubil Vicario di Cristo
sta in difesa di trono e d'altar!
 
 
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INNO DI OBERDAN
 
Impugna le bombe d'Orsini,
prepara il pugnale alla mano,
a morte l'austriaco sovrano!
Noi vogliamo la libertà.
 A morte Franz! Viva Oberdan!
 
Vogliamo spezzare per sempre
la dura servile catena;
a morte gli Ausburgo-Lorena!
Noi vogliamo la libertà.
 A morte Franz! Viva Oberdan!
 
Vogliamo gridar: Viva Italia!
vogliamo al dolore uno sfogo!
Squassiamo l'austriaco giogo,
Noi vogliamo la libertà.
 A morte Franz! Viva Oberdan!
 
Sul nodo che il collo ti serra
giuriamo "faremo vendetta"!,
fratelli, già l'ora s'affretta
in cui riavrem la libertà.
 A morte Franz! Viva Oberdan!
 
Vogliamo schiacciar sotto il piede
l'odiata austriaca insegna;
già l'ora è vicina e segna
la degna fine di Franz Josèph!
 A morte Franz! Viva Oberdan!
 
Già fiere, superbe, s'avanzano
impavide le itale squadre.
Invan non t'invocammo, o madre,
o Italia, noi torniamo a te!
 A morte Franz! Viva Oberdan!
 
 
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A TRIPOLI
 
Sai dove s'annida più florido il suol?
Sai dove sorride più magico il sol?
Sul mar che ci lega coll'Africa d'or
La stella d'Italia ci addita un tesor.
 
Tripoli,
bel suol d'amore,
ti giunga dolce
questa mia canzon.
 
Sventoli
il tricolore
sulle tue torri
al rombo del cannon!
 
Naviga
o corazzata;
benigno è il vento
e dolce è la stagione.
 
Tripoli,
terra incantata,
sarà italiana
al rombo del cannon.
 
A te, marinaro, sia l'onda sentier;
sia guida Fortuna per te bersaglier.
Và e spera soldato, Vittoria è colà...
hai teco l'Italia che gridati: va!
 
Tripoli,
bel suol d'amore,
etc...
 
Al vento africano che Tripoli assal
già squillan le trombe
la marcia real.
A Tripoli i turchi non regnano più:
già il nostro vessillo issato è laggiù...
 
Tripoli,
bel suol d'amore,
etc...
 
 
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L'ADDIO DEL BERSAGLIER
 
"Addio, mia bella, addio"
io dissi nel partire al mio tesor:
"Ti lascio il cuore mio,
m'aspetta il Re sul campo dell'onor!"
 Essa piangeva e sospirava,
 mentre la bocca io le baciava.
 Sul petto avevo il nastro tricolore
  e dentro il core il sogno dell'amore!...
 
"Addio, mia bella, addio"
cantava nel partir la gioventù.
E nel partire anch'io,
"chi sa, pensavo, se ritorno più"
 Ora son qui sulla frontiera,
 ed il mio core aspetta e spera.
 E guardo, sospirando, cielo e mare,
 ma non so quando potrà ritornare.
 
"Addio, mia bella, addio"
le sussurrai stringendola al mio cuor:
"Non piangere, amor mio,
chi muore per la Patria, no, non muor!"
 "Va pure, disse, ti salvi Iddio
 ma se non torni al fianco mio
 anch'io morrò, lo giuro sul mio onore
 io morirò per te, mio dolce amore!"