Il genio e l’attualità di Leonardo Da Vinci in mostra alla Certosa di San Lorenzo in Padula.

 


Fino al 5 novembre è possibile visitare l’esposizione organizzata dalla Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo. Successo di pubblico per la giornata inaugurale.

PADULA- “Acqua continuum vitae. Il divenire  Mediterraneo nel racconto dell’arte  e della scienza”. Un viaggio nei meandri tortuosi della pittura dove il divenire della materia si fonde con l’essenza della vita. L’acqua è per Leonardo il vitale umore di quest’arida terra. Profeta dell’automazione ed artista dei marchingegni, Leonardo studia le interazioni dell’acqua con gli altri elementi e le più diverse applicazioni: dagli ingegni a vapore alla stufa per il bagno della duchessa Isabella D’Aragona. Un capitolo prezioso delle sue ricerche è dedicato all’ingegneria meccanica ed idraulica. Leonardo progetta scavatrici galleggianti, salvagenti ed imbarcazioni sommergibili, macchine volanti. Disegna più volte per il suo riflettore, la lente d’acqua ingigantita da Buontalenti. L’artista toscano sogna, inoltre, di attraversare il Mediterraneo e di incontrare il “Giardino di Venere” con le sue architetture d’acqua. La mostra allestita nella Passeggiata Coperta della Certosa di San Lorenzo in Padula, raccoglie alcuni studi del Mar Mediterraneo con il Nilo, uno schizzo per un viaggio in Oriente, ingegni da “fare montare acqua” e numerosi oggetti di design leonardesco conservati a Vinci. Ad una compatta platea, proprio il Direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci Alessandro Vezzosi, ha riferito della sperimentazione del “Giardino di Leonardo e dell’Utopia”, iniziata alcuni anni fa sui colli antistanti la piccola città toscana di Vinci. Si tratta per gli studiosi confluiti nella realizzazione del progetto, di materializzare il Labirinto di Leonardo percorribile fra i girasoli, fiori che il genio descrive in un rebus prima della scoperta dell'America. Leonardo, multiforme personalità, esplora le dimensioni delle civiltà e della natura. Parlando del Mediterraneo, del Sito di Venere e dei diluvi in Oriente, il professor Alessandro Vezzosi ha rivelato durante il convegno d’introduzione prima del taglio del nastro, un’affascinante “chicca” sulla biografia leonardesca. Un viaggio in Campania, forse mai compiuto dall’artista toscano: “Leonardo progettò un viaggio a Napoli con Luigi Ligny, conte di Lussemburgo. Un’ipotesi rafforzata dalla riscoperta delle impronte del genio, in una ricognizione in Campania”. In Campania, inoltre, fiorisce il mito della Gioconda. Monna Lisa il celebre capolavoro, misteriosa donna, forse deceduta nella piccolissima Lagonegro. Un’ipotesi di studio condotta sulle tracce di Leonardo e della Gioconda, tra Salerno e Lagonegro. Il magico contenitore della Certosa, propone studi sul moto perpetuo e la sua impossibilità definita dall’autore in una sola parola: “sofistico”. Una carrellata di affascinanti disegni sullo studio dell’alchimia, brevetti idraulici, capitoli diversi circa le regole della pittura ed il modo di dipingere prospettive, ombre, lontananze, bassezze. Ed ancora annotazioni del “moto et misura dell’acqua”. Manoscritti apocrifi che traducono con scrittura speculare da destra verso sinistra, i tratti del sapere indagati dal genio da Vinci. L’interesse per lo studio delle discipline tecniche ed artistiche emerse dal carteggio dell’abate Vincenzo Corazza, appassionato collezionista di manoscritti di Leonardo ed attento studioso settecentesco delle sue teorie. Il percorso espositivo si sviluppa attorno al tema dell’acqua e ai diluvi leonardeschi. L’ intreccio fra natura e scienza, che ha ispirato autori contemporanei esposti in Padula fino al 5 novembre. “Dalle vie d’acqua di Leonardo alla montagna”, il lavoro straordinario che Fabrizio Garghetti e Giulia degli Alberti hanno realizzato sul tema dell’acqua. Foto a colori che rappresentano scenari naturali della Sforzesca di Vigevano. Ed ancora modelli delle sue invenzioni, provenienti dal Museo Ideale di Vinci, piccole tecnologie arrivate dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, modelli di ponte canale, mulino a cilindri multipli, barca a remi e bronzi. In mostra una riproduzione della Gioconda con i baffi, esemplare firmato dall’artista francese Duchamp. La seconda sezione dell’esposizione accoglie, inoltre, un bellissimo acrilico su tela di grandi dimensioni attestato dal protagonista della Pop Art Andy Warhol ed ispirato al “Cenacolo” di Leonardo. Non manca una riproduzione fotografica del 1967 di Man Ray, l’intreccio di “Mani” costruito con tavole di legno grezzo sagomato eseguito da  Mario Ceroli, il “Mediterraneo” di legno di Antonio Baglivo, ed il bizzarro utilizzo di materiali poveri, come carta e plastica trasformati in affascinanti oggetti d’arte. Presente all’inaugurazione Andrea Granchi, artista tematico inseguitore di giganti che ha dialogato con l’idea del Colosso-Appennino del Giambologna in un impasto di colori e visioni oniriche. A pochi chilometri dal Battistero paleocristiano di Marcellianum, dove la natura incantata sembra sussurrare: “Acqua continuum vitae”, la Biennale delle arti e delle scienze del Mediterraneo, ha reso omaggio all’artista Leonardo Da Vinci. “Specchio profondo e scuro dove angeli incantevoli e con dolce sorriso carico di mistero si staccan dallo scuro fondo di ghiacci e pini che chiudono il paesaggio”, come riferiva Baudelaire nel suo capolavoro poetico “I Fiori del Male”, descrivendo il genio dei geni.

Maria Grazia Petrizzo di 105 tv                                                   03 Ottobre 2000

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