Il genio e l’attualità di Leonardo Da Vinci in mostra alla Certosa di San Lorenzo in Padula. |
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PADULA-
“Acqua continuum vitae. Il divenire
Mediterraneo nel racconto dell’arte
e della scienza”. Un viaggio nei meandri tortuosi della pittura
dove il divenire della materia si fonde con l’essenza della vita.
L’acqua è per Leonardo il vitale umore di quest’arida terra. Profeta
dell’automazione ed artista dei marchingegni, Leonardo studia le
interazioni dell’acqua con gli altri elementi e le più diverse
applicazioni: dagli ingegni a vapore alla stufa per il bagno della
duchessa Isabella D’Aragona. Un capitolo prezioso delle sue ricerche è
dedicato all’ingegneria meccanica ed idraulica. Leonardo progetta
scavatrici galleggianti, salvagenti ed imbarcazioni sommergibili, macchine
volanti. Disegna più volte per il suo riflettore, la lente d’acqua
ingigantita da Buontalenti. L’artista toscano sogna, inoltre, di
attraversare il Mediterraneo e di incontrare il “Giardino di Venere”
con le sue architetture d’acqua. La mostra allestita nella Passeggiata
Coperta della Certosa di San Lorenzo in Padula, raccoglie alcuni studi del
Mar Mediterraneo con il Nilo, uno schizzo per un viaggio in Oriente,
ingegni da “fare montare acqua” e numerosi oggetti di design
leonardesco conservati a Vinci. Ad una compatta platea, proprio il
Direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci Alessandro Vezzosi, ha
riferito della sperimentazione del “Giardino di Leonardo e
dell’Utopia”, iniziata alcuni anni fa sui colli antistanti la piccola
città toscana di Vinci. Si tratta per gli studiosi confluiti nella
realizzazione del progetto, di materializzare il Labirinto di Leonardo
percorribile fra i girasoli, fiori che il genio descrive in un rebus prima
della scoperta dell'America. Leonardo, multiforme personalità, esplora le
dimensioni delle civiltà e della natura. Parlando del Mediterraneo, del
Sito di Venere e dei diluvi in Oriente, il professor Alessandro Vezzosi ha
rivelato durante il convegno d’introduzione prima del taglio del nastro,
un’affascinante “chicca” sulla biografia leonardesca. Un viaggio in
Campania, forse mai compiuto dall’artista toscano: “Leonardo progettò
un viaggio a Napoli con Luigi Ligny, conte di Lussemburgo. Un’ipotesi
rafforzata dalla riscoperta delle impronte del genio, in una ricognizione
in Campania”. In Campania, inoltre, fiorisce il mito della Gioconda.
Monna Lisa il celebre capolavoro, misteriosa donna, forse deceduta nella
piccolissima Lagonegro. Un’ipotesi di studio condotta sulle tracce di
Leonardo e della Gioconda, tra Salerno e Lagonegro. Il magico contenitore
della Certosa, propone studi sul moto perpetuo e la sua impossibilità
definita dall’autore in una sola parola: “sofistico”. Una carrellata
di affascinanti disegni sullo studio dell’alchimia, brevetti idraulici,
capitoli diversi circa le regole della pittura ed il modo di dipingere
prospettive, ombre, lontananze, bassezze. Ed ancora annotazioni del
“moto et misura dell’acqua”. Manoscritti apocrifi che traducono con
scrittura speculare da destra verso sinistra, i tratti del sapere indagati
dal genio da Vinci. L’interesse per lo studio delle discipline tecniche
ed artistiche emerse dal carteggio dell’abate Vincenzo Corazza,
appassionato collezionista di manoscritti di Leonardo ed attento studioso
settecentesco delle sue teorie. Il percorso espositivo si sviluppa attorno
al tema dell’acqua e ai diluvi leonardeschi. L’ intreccio fra natura e
scienza, che ha ispirato autori contemporanei esposti in Padula fino al 5
novembre. “Dalle vie d’acqua di Leonardo alla montagna”, il lavoro
straordinario che Fabrizio Garghetti e Giulia degli Alberti hanno
realizzato sul tema dell’acqua. Foto a colori che rappresentano scenari
naturali della Sforzesca di Vigevano. Ed ancora modelli delle sue
invenzioni, provenienti dal Museo Ideale di Vinci, piccole tecnologie
arrivate dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano,
modelli di ponte canale, mulino a cilindri multipli, barca a remi e
bronzi. In mostra una riproduzione della Gioconda con i baffi, esemplare
firmato dall’artista francese Duchamp. La seconda sezione
dell’esposizione accoglie, inoltre, un bellissimo acrilico su tela di
grandi dimensioni attestato dal protagonista della Pop Art Andy Warhol ed
ispirato al “Cenacolo” di Leonardo. Non manca una riproduzione
fotografica del 1967 di Man Ray, l’intreccio di “Mani” costruito con
tavole di legno grezzo sagomato eseguito da
Mario Ceroli, il “Mediterraneo” di legno di Antonio Baglivo, ed
il bizzarro utilizzo di materiali poveri, come carta e plastica
trasformati in affascinanti oggetti d’arte. Presente all’inaugurazione
Andrea Granchi, artista tematico inseguitore di giganti che ha dialogato
con l’idea del Colosso-Appennino del Giambologna in un impasto di colori
e visioni oniriche. A pochi chilometri dal Battistero paleocristiano di
Marcellianum, dove la natura incantata sembra sussurrare: “Acqua
continuum vitae”, la Biennale delle arti e delle scienze del
Mediterraneo, ha reso omaggio all’artista Leonardo Da Vinci. “Specchio
profondo e scuro dove angeli incantevoli e con dolce sorriso carico di
mistero si staccan dallo scuro fondo di ghiacci e pini che chiudono il
paesaggio”, come riferiva Baudelaire nel suo capolavoro poetico “I
Fiori del Male”, descrivendo il genio dei geni. Maria Grazia Petrizzo di 105 tv 03 Ottobre 2000 Per tornare alla sezione Attualità clicca QUI
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