Ricerca per il corso di Ecologia Applicata

Anno Accademico 1996/97

 

 William Montorsi (*)

POLVERI, FIBRE TOTALI, FIBRE DI AMIANTO

INQUINANTI AERODISPERSI DI ECOSISTEMI URBANI

 

Si ringraziano:
- il responsabile e gli operatori del Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di lavoro della Azienda USL di Reggio Emilia Distretto di Reggio Emilia per la disponibilità e la collaborazione fornita
- il dr.Giovanni Voli del Servizio di Medicina Veterinaria della Azienda U.S.L. di Reggio Emilia per l'esecuzione del disegno di figura 4

* A.U.S.L. R.E. - Servizio Prevenzione e Sicurezza begli Ambienti di Lavoro, Via Amendola 2, 42100 Reggio Emilia (tel. 0522 295406)


SOMMARIO

1 - ECOSISTEMI URBANI E INQUINAMENTO ATMOSFERICO

2 - CAUSE E CARATTERISTICHE DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO

3 - IL PARTICOLATO ATMOSFERICO

3.1 - STIMA DI EMISSIONI DI PARTICOLATO ATMOSFERICO IN ITALIA
3.2 - PRINCIPALI EFFETTI NOCIVI DEL PARTICOLATO SULL'UOMO

4 - LE FIBRE

4.1 - CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE
4.2 - CONCENTRAZIONI ATMOSFERICHE DI FIBRE

5 - L'AMIANTO

5.1 - UTILIZZO DELL'AMIANTO
5.2 - FONTI DI PRODUZIONE DI FIBRE DI AMIANTO AERODISPERSE
5.3 - PRINCIPALI EFFETTI NOCIVI DELL'AMIANTO SULL'UOMO
5.3.1 - PENETRAZIONE E DISTRIBUZIONE DELL'AMIANTO NELL'ORGANISMO
5.3.2 - PATOLOGIA ASSOCIATA CON L'ESPOSIZIONE ALL'AMIANTO

6 - ESPOSIZIONE PERSONALE E DIFFUSIONE DI FIBRE

6.1 - ESPOSIZIONE PERSONALE A FIBRE DURANTE LA RIMOZIONE DI UN FABBRICATO CON COPERTURA E TAMPONAMENTO LATERALE DI LASTRE IN CEMENTO AMIANTO
6.2 - ESPOSIZIONE PERSONALE E AMBIENTALE A FIBRE DURANTE LA RIMOZIONE DI UNA PAVIMENTAZIONE IN LASTRE DI VINIL-AMIANTO
6.3 - ESPOSIZIONE PERSONALE E AMBIENTALE A FIBRE, DURANTE LA RIMOZIONE DI UNA COPERTURA IN CEMENTO-AMIANTO COIBENTATA CON PANNELLI DI LANA DI ROCCIA

 

1 - ECOSISTEMI URBANI E INQUINAMENTO ATMOSFERICO

Tutti gli ecosistemi (comprese le metropoli) sono sistemi aperti, pertanto è necessario un flusso di energia in entrata e un ambiente di uscita, che sono associati e essenziali per il funzionamento e l'automantenimento dell'ecosistema

Una città, soprattutto se industrializzata, presenta le caratteristiche di un ecosistema eterotrofo (incompleto), che dipende da ampie aree limitrofe per energia, cibo, fibre, acqua e altri materiali. Un ecosistema urbano si differenzia da ecosistemi eterotrofi naturali (per esempio una barriera di molluschi bivalvi ) per tre caratteristiche:

1) un metabolismo molto più intenso per unità di area, che richiede un flusso in entrata molto più elevato di energia concentrata (generalmente carbone, derivati del petrolio)
2) una grande richiesta in entrata di materiali, per uso commerciale, e industriale
3) un'uscita molto più forte di sostanze di rifiuto velenose, molte delle quali sono sostanze sintetiche molto tossiche.

Senza l'enorme entrata di cibo, carburanti, elettricità e acqua le macchine smetterebbero di funzionare, verrebbe di conseguenza a mancare il minimo vitale per la sopravvivenza della popolazione umana, costringendo le persone ad abbandonare la città o a morire di fame.

Tra le svariate sostanze di rifiuto velenose in uscita dall'ecosistema urbano( rifiuti solidi, scarichi in acque superficiali, emissioni in atmosfera), verrà successivamente esaminata l'emissione di particolato in atmosfera con particolare attenzione alla più pericolosa componente fibrosa, l'Amianto. Le emissioni di inquinanti in atmosfera possono essere distinte in:

1) inquinamento atmosferico diffuso di origine urbana (per es. il traffico)
2) inquinamento atmosferico localizzato esterno di origine industriale (per es. emissioni da camini di forni, essicatori, ecc.)
3) inquinamento atmosferico localizzato negli ambienti interni di lavoro (per es. solventi, fibre utilizzati per la produzione, ecc.)
4) inquinamento atmosferico localizzato negli ambienti di vita confinati (per es. detergenti, spray di uso domestico, ecc.)


2 - CAUSE E CARATTERISTICHE DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO

Le emissioni inquinanti in atmosfera negli ecosistemi urbani sono costituite da particolato atmosferico, gas e vapori, il particolato atmosferico a sua volta ha una componente solida costituita da polveri e fibre e una componente liquida costituita da nebbie naturali o artificiali (MIST).

 

TABELLA 1 - Sorgenti di inquinanti tossici presenti nell'aria

 

 

TABELLA 2 - Origini

 

 

TABELLA 3: - Caratteristiche

 


3 - IL PARTICOLATO ATMOSFERICO

Il particolato atmosferico è costituito da una enorme varietà di sostanze organiche e inorganiche che possono essere generate sia da fonti naturali che da fonti antropogeniche, esso risulta costituito da polveri formate da elementi metallici presenti già nel combustibile e emessi con ceneri incombuste e da fuliggine formata da particelle con un nucleo carbonioso o siliceo a cui sono adsorbiti o condensati composti organici e inorganici.

In un ecosistema urbano ha particolare rilevanza la parte organica che viene chiamata fuliggine, una sostanza nera priva di lucentezza prodotta dalla combustione incompleta o pirolisi di qualsiasi tipo di materiale contenente carbonio e quantità variabili di sostanze organiche con adsorbiti catrami e resine.

Gran parte del particellato atmosferico è costituito da una frazione compresa tra 2 e 90 micron con una discontinuità centrata sulle dimensioni di 1 micron.

E' stato appurato che le particelle fini derivano principalmente da processi chimici, in particolare da reazioni di combustione e presentano caratteristiche acide, mentre le particelle più grossolane sono prodotte soprattutto dalla disgregazione di materiali presenti in natura come rocce e terreni, e comprendono quasi esclusivamente sostanze non acide.

Figura 1 - relazione tra massa e diametro delle particelle

 

Le concentrazioni di particelle sospese in aria pulita di ecosistemi naturali sono generalmente inferiori a 10 microgrammi per metro cubo, mentre in ecosistemi urbani possono arrivare a 2.000 o 3.000 microgrammi per metro cubo in episodi di inquinamento acuto.

La legislazione italiana fissa quattro valori limite di particelle sospese che definiscono la qualità dell'aria urbana, due sono espressi in un intervallo di tempo annuale, l'anno atmosferico che inizia 1/4 e termina il 31/03 (D.P.C.M. 28/3/83), due sono espressi in un intervallo di tempo giornaliero (D.M. 15/04/94 e Decreto applicativo del 25/11/94)

1. la media aritmetica di tutte le concentrazioni medie di 24 ore rilevate nell'arco di tempo annuale non deve essere superiore a 150 microgrammi per metro cubo, l'anno di riferimento è quello atmosferico che inizia l'1/4 e termina il 31/03;
2. il 95% delle concentrazioni medie di 24 ore rilevate nell'arco di un anno devono essere inferiori a 300 microgrammi per metro cubo (si accettano pertanto alcuni superamenti dello standard di 300 microgrammi per metro cubo purché non si ripetano per un numero superiore a 18 giorni l'anno);
3. il valore medio rilevato nell'arco delle 24 h da almeno il 50% delle stazioni del tipo A,B,C, non deve superare i 150 microgrammi per metro cubo, tale valore è il livello di attenzione quotidiano, il suo superamento deve essere comunicato al Sindaco (massima Autorità Sanitaria) che, se ne valutà l'opportunità, può proclamare lo stato di attenzione e con apposita Ordinanza porre limitazioni al traffico o agli impianti di riscaldamento, tali accorgimenti sono finalizzati ad evitare il raggiungimento del livello di allarme;
4. livello di allarme, il valore medio rilevato nell'arco delle 24 h da almeno il 50% delle stazioni del tipo A,B,C, supera i 300 microgrammi per metro cubo, in base a quanto dichiarato dalla O.M.S. una parte della popolazione comincia a manifestare problemi alla salute.

Per quanto riguarda le fibre totali non esistono in Italia valori limite, solo per le fibre di amianto esistono limiti per l'esposizione professionale e per la restituzione di ambienti bonificati nel primo caso si tratta di 0,6 ff totali/cc per il Crisotilo e 0,2 ff totali/cc per gli anfiboli determinati in MOCF, nel secondo caso di 2 ff amianto/l nell'ambiente confinato determinati in SEM.

 

3.1 - STIMA DI EMISSIONI DI PARTICOLATO ATMOSFERICO IN ITALIA

La stima delle emissioni di particelle sospese provenienti da sorgenti puntiformi e diffuse è oggetto dal 1986 del progetto CORINAIR, inserito nel più vasto programma CORINE della Comunità Europea; per svolgere questo progetto il Ministero dell'Ambiente si avvale dell'ENEA.

 

TABELLA 4 - Emissioni diffuse e puntiformi

 

 

FIGURA 2 - Emissioni totali di particelle sospese totali (PST) in Italia nel 1985

 

 

FIGURA 3 - Emissioni totali di PST (1985, per altezza)

 

 

FIGURA 4 - Emissioni totali di PST (1985, per comparto)

 

3.2 - PRINCIPALI EFFETTI NOCIVI DEL PARTICOLATO SULL'UOMO

Il comportamento delle polveri dipende dalle loro dimensioni; particelle con diametro maggiore 20 micron sono catturate più facilmente dal muco del naso e dalla peluria che riveste le prime vie respiratorie e dal muco dei bronchi superiori; il muco raggiunge naturalmente la gola ove può essere ingoiato o espulso, mentre i granelli più piccoli inferiori a 5 micron passano direttamente agli alveoli e bronchioli e successivamente al sangue.

Uno studio dell'Agenzia di Protezione Ambientale Americana (EPA 1990), in base a studi epidemiologici o di cancerogenesi sperimentale ha stimato che negli stati uniti il 35% dei casi di tumore polmonare "urbano" è imputabile all'inquinamento da particolato e il 4 % da fibre di amianto.


4 - LE FIBRE

Per fibre si intendono quelle particelle che hanno una delle 2 dimensioni tre volte superiore all'altra. Riguardo alle dimensioni delle fibre che interessano gli effetti biologici negativi sulla salute dell'uomo è ormai opinione scientifica consolidata che le fibre aventi lunghezza maggiore di 5 micron e diametro inferiore a 3 micron sono quelle maggiormente attive e vengono definite "Fibre Regolamentate" (FR) OMS 87. Le fibre presenti nel particolato urbano possono essere naturali, artificiali, sintetiche, tra tutte le fibre, quelle di Amianto hanno la maggior rilevanza epidemiologica.

 

4.1 - CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE

 

Tabella 6 - Fibre

 

 

4.2 - CONCENTRAZIONI ATMOSFERICHE DI FIBRE

 

Tratti da "Il problema dell'inquinamento da fibre sostitutive dell' amianto nell'ambiente di vita" (M. Patroni) ATTI 9° CONGRESSO NAZIONALE AIDII


5 - L'AMIANTO

L'amianto, chiamato anche asbesto, è un silicato a struttura fibrosa. Tre sono i più comuni tipi amianto usati nell'industria: crisotilo (amianto bianco), crocidolite (amianto blu), amosite (amianto marrone).

L'amianto è un materiale minerale virtualmente indistruttibile, non infiammabile, molto resistente all'attacco degli acidi, flessibile, resistente alla trazione, dotato di buone capacità assorbenti, facilmente friabile. Tali proprietà discendono dalla caratteristica fibrosa e dalle dimensione estremamente sottili delle fibre. In un centimetro lineare si possono allineare 250 capelli, oppure 500 fibre di lana, oppure 1.300 di nylon, oppure 335.000 fibrille di amianto!

Le caratteristiche proprie del materiale e il costo contenuto ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale.

 

TABELLA 7 - Tipi di amianto

 

 

5.1 - UTILIZZO DELL'AMIANTO

Dalla tessitura si ottenevano corde, nastri, guaine, utilizzati nell'isolamento termico di tubazioni calde, forni, caldaie oppure tessuti usati come tendaggi o tute protettive antifuoco.

Dalla pressatura si ottenevano carta, cartoni, guarnizioni, utilizzati come barriera antifiamma, rivestimenti anticalore, isolanti termici, giunti a tenuta.

La spruzzatura superficiale di un impasto contenente amianto sul soffitto di palestre e piscine e sulle strutture edili era realizzata per assicurare ai manufatti buone caratteristiche di isolamento acustico e termico e di resistenza alla fiamma. Per gli stessi motivi l'amianto veniva applicato a spruzzo anche nelle navi e nelle carrozze ferroviarie.

L'amianto legato con resine sintetiche di diverso tipo serviva a produrre sia i ferodi, usati come materiale d'attrito nei freni e nelle frizioni degli autoveicoli, sia mattonelle di rivestimento dei pavimenti (vinil-amianto).

Dall'amianto, impastato con il cemento, si ottenevano lastre ondulate e pannelli piani, utilizzati per fabbricare coperture, paramenti protettivi degli edifici, pareti interne non portanti, ma anche tubazioni, utilizzate per la posa di acquedotti o fognature, serbatoi di liquidi, canne fumarie. La componente principale della miscela era costituita dal cemento. L'amianto costituiva l'armatura fibrosa dei manufatti che conferiva le necessarie caratteristiche di resistenza fisica e meccanica, nonché di resistenza al fuoco. Le lastre di copertura costruite prima del 1988 (data di emanazione del DPR n. 215/88 che vieta l'uso della crocidolite) contenevano sia asbesto di tipo crisotilo (8 -15% in peso) sia di tipo crocidolite o amosite (2-4% in peso). Da questo anno e fino all'aprile 1994, epoca di entrata in vigore della legge sulla "fuoriuscita dall'amianto" (L. 257/92), è stato utilizzato esclusivamente amianto crisotilo.

 

TABELLA 9 - Dove è stato impiegato l'amianto

 

 

5.2 - FONTI DI PRODUZIONE DI FIBRE DI AMIANTO AERODISPERSE

Nel disegno seguente sono riportate, in modo sintetico, le principali fonti di produzione di fibre di amianto aerodisperso negli ecosistemi urbani e negli ecosistemi naturali.

FIGURA 4 - Fonti di produzione di fibre aerodisperse

 

5.3 - PRINCIPALI EFFETTI NOCIVI DELL'AMIANTO SULL'UOMO

I materiali contenenti amianto di per se non comportano un rischio per la salute. La pericolosità infatti è funzione della loro attitudine a disperdere fibre libere d'amianto nell'aria. Fibre che possono essere introdotte nell'organismo umano per via respiratoria.

Da questo punto di vista i materiali si possono suddividere in due categorie:

- friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale
- compatti: materiali che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l'impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.)

I materiali friabili sono molto pericolosi perché quando vengono manipolati o sono anche semplicemente sottoposti a urti, vibrazioni, correnti d'aria possono rilasciare fibre libere in aria.

I materiali compatti (pavimenti in vinil amianto, lastre in cemento amianto, materiali antiusura,ecc.) generalmente non rappresentano un rischio: le fibre si liberano solo a seguito di lavorazioni quali il taglio, la molatura, foratura o azioni meccaniche che determinano rotture o abrasioni.

I rivestimenti a spruzzo e il materiale d'isolamento delle di tubazioni, le carte e cartoni, le funi e i tessuti sono materiali friabili .

I prodotti in cemento-amianto, se sono in buone condizioni sono materiali compatti mentre se sono molto deteriorati possono essere friabili

 

5.3.1 - PENETRAZIONE E DISTRIBUZIONE DELL'AMIANTO NELL'ORGANISMO

In ambito professionale la via respiratoria costituisce la principale modalità di penetrazione dell'amianto nell'organismo. Le fibre, presenti nell'aria inquinata, penetrano nei polmoni durante i normali atti respiratori.

Le vie respiratorie sono dotate di un meccanismo di difesa muco-ciliare. Questo meccanismo cattura ed allontana le fibre presenti nell'aria con diametro superiore a 3 micron. Quelle più piccole di diametro, anche se relativamente lunghe (50 micron e più), possono penetrare nelle più fini diramazioni delle vie aeree e depositarsi nello spazio compreso tra le cellule polmonari (interstizio), provocando una pneumoconiosi, cioè una fibrosi polmonare da polveri.

Il fumo di tabacco paralizza il movimento delle ciglia dell'epitelio vibratile, che tappezza le vie respiratorie, e quindi le particelle penetrano in maggiore quantità nelle zone più profonde del polmone.

E' provato che i fumatori, esposti ad amianto, si ammalano, più frequentemente dei non esposti, di patologie respiratorie provocate da questa fibra.

Nell'insorgenza di malattie da esposizione ad amianto è importante, oltre alle dimensioni, anche la forma delle fibre. Le fibre di amianto crisotilo (serpentino) sono curve e, quindi, meno penetranti, quelle di crocidolite, oltre ad essere particolarmente fini, sono diritte e anche molto lunghe.

Una penetrazione di amianto si può realizzare anche per via digestiva. Le fibre possono essere ingerite secondo due modalità:

1 - diretta: l'ingestione si verifica mangiando, bevendo o fumando in ambienti inquinati, specie se confinati, attraverso la deglutizione di fibre "intrappolate" nella bocca e nel naso o depositate su cibi, bevande, sigarette contaminate. Per tale motivo non bisogna mai mangiare, bere o fumare in ambiente di lavoro contaminato da amianto. E', inoltre, assolutamente necessario togliere gli indumenti protettivi "sporchi" e lavarsi bene prima di mangiare, comunque, lontano dall'area contaminata.
2 - indiretta: l'ingestione si verifica attraverso la deglutizione automatica del muco, prodotto dalle vie respiratorie, inglobante fibre di amianto.

E' nota da sempre la tendenza a contrarre malattie polmonari nei minatori di amianto. Solo agli inizi del XX^ secolo viene, tuttavia, stabilito un preciso legame tra esposizione e malattie specifiche in Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada.

Ciò ha determinato nel 1930 l'emanazione dei primi provvedimenti inglesi di protezione dei lavoratori addetti ad amianto. Nel 1935 in USA e Gran Bretagna sono stati descritti i primi cancri polmonari in malati di asbestosi. Le prime osservazioni sull'associazione tra mesotelioma pleurico ed esposizione ad asbesto risalgono al 1950.

FIGURA 5 - Effetti nocivi sull'uomo (da "AMIANTO: MIRACOLI, VIRTU', VIZI" - Ed. Tosca)

 

5.3.2 - PATOLOGIA ASSOCIATA CON L'ESPOSIZIONE ALL'AMIANTO

MESOTELIOMA:
è un tumore maligno che può colpire le membrane sierose di rivestimento dei polmoni (mesotelioma pleurico), della cavità addominale (mesotelioma peritoneale) o, più raramente, della tonaca vaginale del testicolo (mesotelioma testicolare). E' un tumore molto raro nella popolazione generale (1-7 casi per milione di persone/anno), mentre negli esposti ad amianto, anche a basse concentrazioni, la sua frequenza è molto più elevata (100-1.000 volte superiore). La latenza, il tempo compreso tra l'inizio dell'esposizione e la comparsa della malattia, è molto lunga. Nell'85% dei casi superiore a 25 anni dalla data della prima esposizione, con medie di 35-39 anni in un range di 20-50 anni. La sopravvivenza media è di 16 mesi dalla comparsa dei primi sintomi, dolore toracico e/o tosse stizzosa. La letalità, cioè la capacità di provocare la morte delle persone malate, è del 100%.

 

Figura 6 - Mortalità per mesoteliomi della pleura in Italia

 

ASBESTOSI:
è una malattia respiratoria cronica legata alla proprietà dell'asbesto di provocare una fibrosi del tessuto polmonare che determina diminuzione dell'elasticità dell'organo ed insufficienza respiratoria. E' una malattia dose-dipendente che insorge dopo almeno 6-10 anni di esposizione massiva ad amianto, quale quella che si verificava nelle miniere o in aziende, che utilizzavano direttamente questo materiale, in assenza delle più elementari norme di igiene dell'ambiente di lavoro. Questa malattia è diagnosticabile con una radiografia del torace a "raggi duri" o, in fase precoce, con HRTC (tomografia computerizzata ad alta risoluzione).

 

CANCRO DEL POLMONE:
il tumore più frequente negli esposti ad amianto. Anche questa malattia, come l'asbestosi, è dose-dipendente (maggiore è l'esposizione, maggiore è la probabilità di contrarre il tumore). La latenza media è di 20 anni dall'inizio dell'esposizione. Il fumo di tabacco aumenta notevolmente il rischio di comparsa di questo tumore negli esposti.

 

INCIDENZA DEL CANCRO POLMONARE

 Non esposti, non fumatori  7 casi / 100.000 persone: rischio (R) = 1
 Non esposti fumatori (20 sig./die)  7 casi / 10.000 persone: R 10 volte maggiore
 Esposti non fumatori  3 casi / 10.000 persone: R 5 volte maggiore
 Esposti fumatori  3,5 casi / 1.000 persone: R 50 volte maggiore

Tumori di altre sedi: indagini epidemiologiche recenti hanno confermato un lieve eccesso di incidenza per cancro del tubo digerente in esposti ad asbesto, rispetto ai non esposti. Alcuni studi mostrano anche eccessi di mortalità significativi per il cancro della laringe.

 

ISPESSIMENTI E PLACCHE PLEURICHE (O ASBESTOSI PLEURICA):
sono da considerare, secondo diversi autori, solo come un effetto di esposizione ad amianto, in mancanza di alterazioni funzionali del polmone, e non come una vera e propria patologia. La loro insorgenza è da considerare come una particolare risposta individuale all'amianto e non è dose-dipendente.

 

VERRUCHE ASBESTOSICHE:
sono degli ispessimenti marcati e ipercheratosici della superficie palmare e dorsale di mani e avambracci, provocati dalla penetrazione di fibre d'amianto sotto la pelle.

I maggiori problemi per la salute negli esposti ad amianto sono oggi costituiti dalle patologie tumorali, considerate le modeste esposizioni attuali e i lunghi tempi di latenza di queste malattie per esposizioni pregresse, certamente più importanti.


6 - ESPOSIZIONE PERSONALE E DIFFUSIONE DI FIBRE IN AMBIENTE DURANTE OPERAZIONI DI RIMOZIONE DI CEMENTO-AMIANTO E VINIL-AMIANTO

Dal 1992 con la Legge 257/92 In Italia è vietata l'estrazione, l'importazione, l'esportazione e la commercializzazione di Amianto o materiali contenenti Amianto, assume pertanto particolare rilevanza il percorso che porta all' eliminazione dei manufatti contenenti amianto tuttora in uso.

I manufatti contenenti amianto con l'uso e l'invecchiamento tendono a rilasciare fibre in ambiente, pertanto è necessario valutarne e controllare nel tempo lo stato di degrado, e provvedere alla loro eliminazione qualora non abbiano più utilità o presentino un rischio eccessivo per l'ambiente circostante ( ambiente familiare, ambiente di lavoro o ambiente esterno).

Mentre prima del 1992 assumevano particolare rilevanza, come fonti di fibre aerodisperse, tutte quelle attività produttive che utilizzavano Amianto come materia prima o che lavoravano manufatti che lo contenevano, dopo la Legge 257/92, venendo meno questa tipologia di fonte ha assunto maggiore importanza il controllo dalla rimozione del materiale, al trasporto, allo stoccaggio provvisorio, fino allo stoccaggio definitivo in discarica autorizzata.

Si riportano alcuni valori di esposizione in Ambiente di lavoro;

 

TABELLA 10 - Valori di esposizione in alcuni ambienti di lavoro

 

Si presentano i risultati di tre campionamenti di fibre totali e di fibre di amianto relative alla esposizione personale dei lavoratori e alla diffusione delle fibre in ambiente confinato o all'esterno tali campionamenti sono relativi a:

1) rimozione di una copertura e tamponamento laterale di un fabbricato
2) rimozione di un pavimento di vinil-amianto in una scuola
3) rimozione della copertura di una palestra

Nel caso 2 e nel caso 3 (locali adibiti a uso pubblico) è stato eseguito un campionamento per valutare le fibre di amianto presenti nell'aria con successiva analisi in S.E.M.

 

6.1 - ESPOSIZIONE PERSONALE A FIBRE DURANTE LA RIMOZIONE DI UN FABBRICATO CON COPERTURA E TAMPONAMENTO LATERALE DI LASTRE IN CEMENTO AMIANTO

Il 26 marzo 1993, William Montorsi, tecnico del Servizio di Medicina Preventiva ed Igiene del Lavoro dell'USL n.9 (oggi: Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro della Azienda U.S.L. di Reggio E. Distretto di Reggio E.) e tecnici del Presidio Multizonale di Prevenzione (oggi: Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente di Reggio E.) si sono recati presso il cantiere situato in Reggio Emilia ove venivano smantellate due costruzioni metalliche di circa 370 mq con copertura e tamponamenti laterale in lastre di eternit installate da circa 25 anni ed hanno effettuato campionamenti personali allo scopo di valutare l'esposizione degli operatori a fibre di amianto.

 

L'intervento di rimozione è stato eseguito su due strutture separate aventi una superficie totale di lastre in cemento-amianto pari a 370 metri quadrati e altezza media delle strutture portanti di circa 3,5 metri; la rimozione è stata eseguita da 4 operatori, tre dei quali sono stati sottoposti a campionamento.

Le lastre di cemento-amianto (2 metri di lunghezza e 1 metro di larghezza) rivestivano sia il perimetro laterale che la copertura, esse contenevano una parte di crocidolite (amianto blu), la cui pericolosità è considerata superiore alle altre varietà di amianto.

Le lastre prima della rimozione sono state trattate con un fissatore applicato a spruzzo a bassa pressione, (collante vinilico in soluzione acquosa) il prodotto si è fissato alla superficie nonostante le lastre fossero ancora inumidite dalle precipitazioni del giorno precedente, ciò ha consentito di procedere entro breve tempo alle operazioni successive.

I lavori di rimozione sulla prima struttura sono stati eseguiti durante l'intera mattinata, in particolare si è proceduto alla applicazione del fissatore sulle lastre verticali e di copertura, seguita dalla rimozione delle lastre di tamponamento verticale.

Al pomeriggio sono state rimosse le lastre di copertura del primo edificio e è stato applicato il fissatore sulla seconda struttura.

Gli operatori, per tutta la durata dei lavori, hanno indossato tute intere protettive in Tyvek e Facciali Filtranti del tipo FFP3.

Le lastre sono state rimosse dai fissaggi mediante utilizzo di utensili non abrasivi e accatastate integre. Alcune di esse erano costituite di resina rinforzata con fibre di vetro.

Per la rimozione delle lastre di copertura è stato utilizzato un ponteggio mobile ove sostavano due persone, le quali provvedevano a smontare e a calare le lastre una per volta agli operatori posti alla base del ponteggio.

Si è proceduto a determinare la concentrazione delle fibre di amianto nell'aria prelevando i campioni in prossimità della zona di respirazione dei lavoratori, utilizzando un portafiltro provvisto di cappuccio mantenuto verso il basso e con filtro a membrana di 25 mm, come stabilito dall'allegato V del D.Lgs. 277/91.

Il portafiltro è stato collegato a pompa aspirante portatile a batteria, la cui portata è stata regolata inizialmente a 1 l/min; un controllo effettuato a fine campionamento sulle pompe utilizzate ha confermato una variazione di portata inferiore al 10%, come richiesto dalla normativa.

Sono stati prelevati due campioni per ogni operatore, il primo campione è rappresentativo delle condizioni di esposizione della mattinata, il secondo rappresenta le condizioni del pomeriggio.

Le analisi dei campioni prelevati sono state eseguite dal P.M.P. della USL n°9 di Reggio Emilia (oggi: ARPA di Reggio Emilia).

 

I risultati delle analisi effettuate dal PMP della USL n°9 di Reggio Emilia (oggi: A.R.P.A di Reggio Emilia) sono sintetizzate dalla tabella seguente:

VMP valore medio ponderato per il tempo di campionamento (fibre /cc)

 

TABELLA 11

N.B. nella mattinata è stata eseguita prevalentemente la rimozione delle lastre laterali, al pomeriggio la rimozione delle lastre di copertura.

Classi di esposizione per lavorazioni contenenti Anfiboli (D.Lgs.277/91):
a) < 0,1 fibre /cc
b) tra 0,1 e 0,2 fibre /cc
c) > 0,2 fibre/cc comportano l'eliminazione delle cause di tale esposizione

Premesso che è tuttora in corso un approfondimento della conoscenza del livello di rischio legato alla rimozione di manufatti in cemento-amianto, fermo restando la documentata cancerogeneità per inalazione delle fibre rilasciate dallo stesso, le considerazioni sull'esposizione vengono effettuate alla luce dei campionamenti eseguiti e delle norme poste dal capo 3 del D.Lgs. 277/91.

L' articolo 24 del D.Lgs. sopracitato, introduce diversi intervalli di esposizione, in funzione del tipo di amianto ( crisotilo o anfiboli ) e della quantità di fibre /cc aerodisperse; ad ogni intervallo sono associati una serie di provvedimenti che devono essere adottati dal datore di lavoro, al fine di tutelare la salute degli operatori.

I valori di esposizione giornaliera ( VMP ) di due dei lavoratori campionati sono coincidenti con il limite tra gli intervalli di esposizione definiti dall'art.24 D.Lgs. 277/91, ciò comporta una estrema probabilità, in condizioni operative simili, di esposizioni che rientrano nell' intervallo a maggiore esposizione.

L'art. 34 del D.Lgs. 277/91 introduce inoltre uno specifico obbligo: la predisposizione e l'invio all'organo di vigilanza di un piano di lavoro contenente informazioni sul tipo di intervento e sulle misure igieniche previste per ridurre il rischio lavorativo e ambientale.

Il Gruppo Regionale Amianto della Regione Emilia Romagna aveva provveduto a elaborare un documento "prime note sulla corretta rimozione di coperture in cemento amianto", indicazioni che sono state successivamente inserite in massima parte nel D.M. 7 settembre 1994 Decreto applicativo della legge 257/92 provvedendo a stabilire le corrette procedure organizzative e gli strumenti idonei a limitare il rischio da inalazione di amianto negli interventi di confinamento, incapsulamento o rimozione .

La Ditta operante la rimozione ha correttamente ottemperato a quanto previsto dall'art. 34 e ha adottato in massima parte i suggerimenti indicati dal documento regionale, anche se è opportuno precisare che la maggiore esposizione del pomeriggio rispetto alla mattina, è con ogni probabilità legata al maggior stato di degrado delle lastre di copertura rispetto a quelle di tamponamento verticale, insufficiente applicazione del prodotto fissante, e maggiore manipolazione delle lastre.

Le lastre di copertura rimosse nel pomeriggio infatti, oltre al maggior stato di degrado erano in parte coperte dai rami degli alberi vicini che hanno reso poco agevole e incompleto il trattamento con fissatore. Tali lastre sono state sfilate e calate manualmente dal ponteggio e in alcuni casi si è osservato lo sfregamento delle stesse contro le strutture metalliche.

 

Alla luce di quanto esplicitato sopra, con i limiti dovuti alla esiguità dei dati, che comunque evidenziano una esposizione certamente non trascurabile, si ritiene possano essere adottate maggiori attenzioni nelle operazioni di trattamento e di rimozione delle lastre di copertura, mentre possono essere ritenute sufficienti quelle adottate per la rimozione del tamponamento verticale.

In particolare è opportuno venga applicata una quantità maggiore di fissatore, distribuito su tutta la superficie delle lastre.

La movimentazione delle stesse deve avvenire limitando lo sfregamento al minimo possibile, a questo scopo potrebbe essere utile utilizzare un ponteggio autosollevante di opportune dimensioni, robustezza e stabilità sul quale accatastare temporaneamente le lastre.

Visti i dati di esposizione si ritiene sufficiente l' utilizzo di Facciali filtranti di tipo FFP3 a protezione delle vie respiratorie, durante le operazioni di rimozione.

E' opportuno che vengano attuati ulteriori campionamenti durante le rimozioni di manufatti in cemento-amianto, allo scopo di poter meglio valutare alla luce di una quantità maggiore di dati l'esposizione degli addetti e il conseguente rischio per la salute.

I dati ottenuti evidenziano inoltre la necessità di sottoporre i lavoratori esposti agli accertamenti sanitari previsti, affidando l'incarico a un medico competente

 

6.2 - ESPOSIZIONE PERSONALE E AMBIENTALE A FIBRE DURANTE LA RIMOZIONE DI UNA PAVIMENTAZIONE IN LASTRE DI VINIL-AMIANTO

Il 27 e il 28 luglio 1995, William Montorsi, tecnico del S.M.P.I.L. di Reggio Emilia, Distretto di Reggio Emilia (oggi: S.P.S.A.L.) si è recato presso una Scuola in Reggio Emilia al fine di verificare, tramite campionamento, la diffusione di fibre aerodisperse durante la rimozione di una pavimentazione di lastre di Vinil-amianto.

Le lastre di vinil-amianto delle dimensioni di cm. 20 x 20 contenenti circa il 25% di Crisotilo erano fissate con materiale bituminoso al sottofondo cementizio del pavimento, alcune lastre erano state fissate con un collante bianco gommoso.

Il distacco delle lastre è stato eseguito con utensili manuali ( cazzuola da muratore ben affilata); le lastre fissate con materiale bituminoso sono state rimosse integre e con facilità, mentre le altre sono state rimosse con estrema difficoltà previa rottura delle stesse.

La rimozione come proposto nel piano nel piano di lavoro è stata eseguita a secco con l'ausilio di aspiratore dotato di filtro assoluto (HEPA capacita di trattenimento DOP 99,97% per particelle < 0,3 micron) e con spazzola terminale di cm 50 x 3 posizionata ad alcuni centimetri da terra; la spazzola veniva mantenuta in prossimità dell'area di lavoro da un operatore.

Gli addobbi presenti sono stati preventivamente rimossi, le pareti e i radiatori sono stati rivestiti di teli di polietilene fino all'altezza di due metri, l'ingresso è stato isolato dall'esterno tramite l'applicazione di un telo di polietilene.

Gli operatori utilizzavano tute in Tyvek del tipo "usa e getta" e maschere semi facciale tipo FFP3, guanti e calzari.

Le lastre intere sono state raccolte all'interno del locale, gli sfridi prodotti sono stati immediatamente raccolti e chiusi in sacchetti di materiale plastico.

Ogni due ore di lavoro veniva eseguita una pausa di circa 10' durante la quale gli operatori si ristoravano con acqua e bibite fresche.

Al termine di ogni giornata lavorativa le lastre sono state raccolte e coperte con telo impermeabile e tutta la superficie liberata dalle lastre è stato sottoposta ad aspirazione con aspiratore dotato di filtro assoluto.

 

 documentazione fotografica

Pareti e radiatori sono stati rivestiti di teli di polietilene fino all'altezza di due metri

Un operatore rimuove le lastre con la cazzuola da muratore e l'altro mantiene l'aspiratore in prossimità dall'area di lavoro

 

L'intervento di rimozione si è svolto nel rispetto delle procedure previste dal D.Lgs. 277/91 e delle modalità operative integrate dal D.M. 07/09/94, ed ha interessato una area di 180 mq situata a piano terra e al primo piano della Scuola.

I lavori sono stati eseguiti da 3 operatori A, B, C, precedentemente formati e informati dei rischi e delle modalità di prevenzione da adottare, ai quali è stato applicato il dispositivo di campionamento.

Si è proceduto a determinare la concentrazione delle fibre di amianto nell'aria prelevando i campioni in prossimità della zona di respirazione dei lavoratori entro una semisfera di 300 mm di raggio, utilizzando un portafiltro provvisto di cappuccio mantenuto verso il basso e inserendo un filtro a membrana di 25 mm come stabilito dall'allegato V del D.Lgs. 277/91.

Il è stato collegato a pompa aspirante portatile a batteria, la cui portata è stata regolata inizialmente a 1 l/min; un controllo effettuato sulle pompe dopo il campionamento ha confermato una variazione di portata inferiore al 10% come richiesto dalla normativa.

Sono stati prelevati due campioni per ogni operatore, il primo campione è rappresentativo delle condizioni di esposizione del pomeriggio 27, il secondo è rappresentativo dell'intera giornata lavorativa del 28; l'ultimo campionamento è stato utilizzato per stimare l'esposizione giornaliera relativa a questo tipo di rimozione.

E' stato inoltre eseguito un campionamento di fibre all'interno e all'esterno dei locali durante i lavori di rimozione utilizzando campionatori della medesima tipologia e pompe tarate ad un flusso di circa 10 l/min per durate di campionamento da 3 h a 5 h 30'; si è ritenuto a priori che tali parametri consentissero il deposito di una quantità di materiale idoneo alla applicazione della metodica analitica prevista.

Sui campioni prelevati è stata eseguita una analisi della concentrazione di fibre totali in M.O.C.F. da parte del P.M.P. della Azienda U.S.L. di Reggio Emilia.(oggi: A.R.P.A).

A lavori ultimati si è provveduto a eseguire:

- una ispezione visiva dei locali
- due campionamenti dall'aria per la determinazione della concentrazione delle fibre aerodisperse.(analizzati in microscopia elettronica a scansione S.E.M) non specificamente richiesti dalla normativa, ma ritenuti opportuni.
- la certificazione di restituibilità dei locali non specificamente richiesta dalla normativa, ma ritenuta opportuna

Sui due campioni prelevati allo scopo di valutare la restituibilità dei locali è stata eseguita, da parte del P.M.P. della Azienda U.S.L. di Reggio Emilia, (ora ARPA) una analisi della concentrazione delle fibre di Amianto in Microscopia Elettronica a Scansione come previsto dal D.M. 06/09/94 (vedi tabella 16)

 

TABELLA 12 - CAMPIONAMENTI PERSONALI DEL 27/07/95 (analisi eseguita in M.O.C.F.)

 

TABELLA 13 - CAMPIONAMENTI AMBIENTALI DEL 27/07/95 (analisi eseguita in M.O.C.F.)

 

TABELLA 14 - CAMPIONAMENTI PERSONALI DEL 28/07/95 (analisi eseguita in M.O.C.F.)

* la classe di esposizione è riferita alla lavorazione specifica, e viene confrontata con le classi di esposizione per lavorazioni contenenti Anfiboli presenti nel D.Lgs. 277/91:
A) < 0,1 ff/cc
B) tra 0,1 ff/cc e 0,2 ff/cc
C) > 0,2 ff/cc

 

TABELLA 15 - CAMPIONAMENTI AMBIENTALI DEL 28/07/95 (analisi eseguita in M.O.C.F.)

 

TABELLA 16 - CAMPIONAMENTI AMBIENTALI PER LA RESTITUZIONE LOCALI (analisi eseguita in S.E.M.)

 

Fibre osservate zero, secondo la distribuzione di POISSON il limite fiduciario superiore al 95% di probabilità in considerazione dei litri di aria è di circa 0,4 FFamianto/litro)

 

Premesso che è tuttora in corso un approfondimento della conoscenza del livello di rischio legato alla rimozione di manufatti in cemento-amianto e in vinil-amianto, fermo restando la documentata cancerogeneità per inalazione delle fibre rilasciate dallo stesso, le considerazioni sull'esposizione vengono effettuate alla luce dei campionamenti e delle norme poste al capo 3 del D.Lgs. 277/91.

L'art. 24 del D.Lgs sopracitato, introduce diversi intervalli di esposizione, in funzione del tipo di amianto (crisotilo o anfiboli) e della quantità di fibre/cc aerodisperse; ad ogni intervallo sono associati una serie di provvedimenti che devono essere adottati dal datore di lavoro, al fine di tutelare la salute degli operatori.

La durata dei campionamenti personali del 28/07/95 è stata sempre superiore a 6 h 00' fino a un massimo di 7 h 25' pertanto in considerazione della durata del turno di lavoro pari a 8 h 00' e della assenza di attività non campionate che possano far variare significativamente i valori misurati, vengono considerati rappresentativi del livello di esposizione medio nelle otto ore di lavoro per lavori di rimozione di vinil-amianto.

In via teorica, analizzando tali valori alla luce del D.Lgs. 277/91, qualora l'attività fosse prevalente all'interno del mansionario degli operatori e in assenza di attività ripetute con frequenza che espongano a livelli superiori, si rileva che la rimozione eseguita con le modalità sopra esplicate comporta un inserimento degli operatori nella classe di rischio A ( inferiore a 0,1 ff/cc).

 

Premesso che scopo di questa indagine era valutare l'esposizione personale degli operatori durante la rimozione di questo particolare tipo di materiale, oltre ad aver conferma della efficacia dei provvedimenti assunti, con i limiti dovuti alla esiguità dei dati, si possono avanzare le seguenti considerazioni :

1) l'esposizione a fibre durante la rimozione delle lastre di vinil-amianto (da 0,01 a 0,03 ff tot. / cc ) seppur di entità inferiore alla esposizione media che dati di letteratura attribuiscono alla rimozione di lastre di cemento-amianto (da 0,02 a 0,3 ff tot. / cc) non è trascurabile.
2) Come dimostrano i risultati dei campionamenti ambientali la diffusione di fibre all'interno dei locali è bassa (3,4 e 3,5 ff tot /litro ); la contaminazione all'esterno dei locali (< 1,1 ff tot /litro) imputabile a fibre liberate durante la rimozione è estremamente bassa.
3) Le analisi eseguite in Microscopia Elettronica a Scansione per la restituzione del locale confermano livelli di concentrazione di fibre di amianto estremamente basse, inferiori al limite di rilevabilità della metodologia analitica.
4) Questa attività si colloca pertanto a un livello di rischio A (inferiore a 0,1 ff/cc); le modalità adottate possono essere ritenute sufficienti a tutelare la salute dei lavoratori e l'ambiente esterno durante la rimozione di vinil-amianto.

 

6.3 - ESPOSIZIONE PERSONALE E AMBIENTALE A FIBRE, DURANTE LA RIMOZIONE DI UNA COPERTURA IN CEMENTO-AMIANTO COIBENTATA CON PANNELLI DI LANA DI ROCCIA

Il 25 agosto 1995, William Montorsi, tecnico del S.M.P.I.L. di Reggio Emilia, Distretto di Reggio Emilia (oggi: S.P.S.A.L.) si è recato presso la Palestra al fine di eseguire un campionamento di fibre aerodisperse durante la rimozione del controsoffitto costituito da lastre piane di cemento amianto e da uno strato di lana di vetro. Il 31 agosto 1995 sono stati campionati i lavori di rimozione della copertura costituita da lastre ondulate di cemento amianto.

 

L'intervento di rimozione pari a 1.500 m2 di lastre piane e 1.500 m2 di lastre ondulate fissate a struttura metallica a una altezza di circa 10 metri, si è svolto nel rispetto delle procedure previste dal D.Lgs. 277/91 e delle modalità operative integrate dal D.M. 07/09/94.

I lavori del 25 agosto sono stati eseguiti da A, B, C, i lavori del 31 agosto da D, E, F, G, ad ognuno di loro è stato applicato un dispositivo di campionamento personale; il campionamento è stato eseguito in conformità a quanto previsto dall'allegato V del D.Lgs. 277/91.

Il 31 agosto sono stati prelevati due campioni per ogni operatore, il primo campione è rappresentativo delle condizioni di esposizione della mattinata, il secondo è rappresentativo del pomeriggio.

Durante i lavori di rimozione sono stati eseguiti campionamenti di fibre all'interno dei locali, utilizzando pompe in postazione fissa posizionate in centro ambiente, impostando portate e tempi di campionamento tali da consentire il deposito di una quantità di materiale sufficiente alla applicazione della metodica analitica prevista.

Sui campioni prelevati è stata eseguita una analisi della concentrazione di fibre totali in M.O.C.F. da parte del P.M.P. della Azienda U.S.L. di Reggio Emilia (oggi: A.R.P.A.).

 

TABELLA 17 - Campionamenti personali del 25/08/95

Campionamenti eseguiti in presenza di elevate quantità di fibre di vetro aerodisperse la lettura gli altri campioni non è stata possibile a causa di un eccesso di fibre sul filtro

 

TABELLA 18 - Campionamenti ambientali del 25/08/95

N.B. Analisi eseguita in M.O.C.F.
* non leggibile per eccesso di fibre sul filtro
** inferiore a L.S. che per il volume campionato risulta essere 15,7 ff tot/litro

 

TABELLA 19 - Campionamenti personali del 25/08/95

 

TABELLA 20 - Campionamenti ambientali del 31/08/95

 

N.B. Analisi eseguite in MOCF

 

TABELLA 21 - Campionamenti ambientali del 07/09/95

 

N.B. Le analisi sono state eseguite in SEM: fibre osservate zero, secondo la distribuzione di Poisson il limite fiduciario superiore al 95% di probabilità in considerazione dei litri di aria è di circa 0,4 ff amianto/litro)

 

Da dati di letteratura si rileva che l'esposizione dei lavoratori a fibre durante le rimozione di coperture costituite da lastre di cemento-amianto, è compresa tra 0,02 ff tot/cc e 0,3 ff tot/cc.

Dalla analisi dei dati misurati all'interno della palestra iere si rileva che:

- il trattamento finale a terra delle lastre con colla vinilica ha comportato una esposizione dell'operatore B pari a 0.3 ff tot/cc.
- le operazioni di asportazione delle lastre dalla sede eseguite dall'operatore E hanno comportato una esposizione pari a 0,1 ff tot/cc.

Le modalità operative osservate in cantiere associate ai valori di esposizione indicano la concreta possibilità di limitare ulteriormente l'esposizione dei lavoratori, è necessario pertanto che:

- il datore di lavoro e/o i preposti applichino con maggior rigorosità quanto specificato sul piano di lavoro verificando l'osservanza da parte dei lavoratori delle disposizioni aziendali e provvedendo ad accertarsi che vi siano le condizioni per adempiere alle medesime;
- i lavoratori prestino maggiore attenzione nel adottare gli accorgimenti previsti nel piano di lavoro e le disposizioni impartite dalla Azienda Unità Sanitaria Locale competente per territorio, in quanto tali accorgimenti risultano indispensabili al fine di ridurre il più possibile il rischio cancerogeno presente in questo tipo di attività.


BIBLIOGRAFIA

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  2. A come Amianto (autori vari). I Cigni EDIESSE
  3. Materale informativo per gli addetti alla rimozione di materiali contenenti amianto (M. Poletti, A. Romanelli) S.P.S.A.L. - A.U.S.L. Reggio Emilia
  4. Rischio amianto in ambienti di vita e di lavoro (F. Cavariani, F. D'Orsi). REGIONE LAZIO, Assessorato Sanità Igiene Ambiente
  5. Le Giornate di Corvara 20-22 Marzo 1996 Atti Convegno Traffico e Ambiente
  6. Amianto. Miracoli, virtù, vizi (Bastamianto Autori vari) EDITORIALE TOSCA
  7. Ecologia Applicata (a cura di Roberto Marchetti). CITTÀ STUDI, Milano
  8. Relazione sullo Stato dell'Ambiente, 1992 (Ministero dell'Ambiente)
  9. Basi di Ecologia (traduzione a cura di Loreto Rossi) PICCIN, Padova
  10. Ecologia Applicata (Renato Vismara). HOEPLI, Milano
  11. Amianto stop (Piano Regionale di protezione dall'amianto). Regione Emilia Romagn, ATTI 9° Congresso nazionale AIDII 1989

 

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