UN PO DI STORIA DEL JUDO E DEL JU JITSU

 

La disciplina che oggi è diffusa in tutto il mondo sotto il semplice nome di "JUDO" dovrebbe essere chiamata, per esattezza "JUDO KODOKAN"

Il moderno Judo kodokan nasce dal tradizionale ju-jitsu (o ju-jutsu) del vecchio Giappone feudale. Le tecniche di quest'ultimo divennero quelle di Judo dopo essere state riesaminate, scelte, schematizzate e unite ad un ideale. Così si può affermare che il Judo kodokan ha innalzato Jutsu (arte) a Do (via o principio).

Cos'era dunque il ju-jitsu? Tralasciando le leggende che ruotano intorno alle arti marziali, esso, ed in generale la stragrande maggioranza delle arti marziali, non sono altro che derivazioni ed adattamenti moderni delle antiche arti guerriere giapponesi. Fu in Giappone, infatti, che tali metodi di combattimento furono sperimentati, affinati e riutilizzati fino all'eccellenza assoluta., dove il raggiungimento della perfezione non è soltanto frutto di forza e destrezza, ma coinvolge direttamente lo "spirito" del guerriero portandolo a sfruttare capacità psicologiche che spesso sconfinano nell'inesplorata sfera del paranormale.

Il crogiolo delle arti marziali fu il Giappone feudale, dove particolari condizioni socio - culturali, permisero la diffusione di queste forme di combattimento, note come Bujutsu (arti guerriere).

Le circostanze che contribuirono alla nascita e allo sviluppo del ju-jitsu furono svariate, prima dell'avvento delle armi da fuoco, in Giappone, erano impiegati in guerra l'arco e le frecce, nel corpo a corpo i guerrieri utilizzavano spade e lance ed occasionalmente combattevano a mani nude. Per secoli il guerriero Giapponese fece uso di spade, una lunga ed una corta, finché nel 1877 quest’usanza fu bandita da un decreto. Prima di tale decreto, alla presenza di dignitari, il soldato doveva presentarsi senza spada lunga. In particolare, nell'era Tokugawa, le spade lunghe erano proibite alla corte dello Shogun, cosicché le guardie di palazzo e gli impiegati civili avevano diritto soltanto alla spada corta, e lo stesso avveniva per i guardiani delle carceri, mentre alla gente del popolo era addirittura proibito portare qualsiasi tipo di spada. Tutte queste categorie necessitavano dunque di una tecnica di difesa che permettesse loro di adempiere certi incarichi senza farsi uccidere.

Furono studiati dei metodi speciali per colpire con le mani, le dita, il gomito e il pugno, il ginocchio, il tallone ed il piede, per torcere o spezzare le articolazioni, per permettere ad una persona disarmata, o privata delle armi, di sottomettere un avversario.

Tutte queste circostanze, portarono al grande sviluppo del ju-jitsu.

Dai DENSHO (archivi manoscritti degli insegnamenti segreti dei fondatori delle diverse scuole), si possono facilmente trovare ad esempio le istruzioni dettagliate e pittoresche sul modo di catturare e legare strettamente un bandito. Simili dettagli, per quanto possano essere considerati estranei agli obbiettivi del ju-jitsu vero e proprio, servono a mostrare concretamente in quale spirito si sono sviluppate le tecniche del ju-jitsu. Dai documenti disponibili al giorno d'oggi, si può affermare con quasi totale certezza che il ju-jitsu prese forma sistematica nell'ultima metà del XVI secolo e continuò a svilupparsi fino all'inizio del XIX.

Occorre spendere qualche parola sulla leggenda che vuole il ju-jitsu introdotto in Giappone da un cinese di nome Chen-Yuang-Ping, attorno al 1644-48, secondo il documento Kokushoji. Tuttavia altre testimonianze del ju-jitsu ci sono fornite da altri documenti come Yukisenso-monogatari, Kuvamigusa e i Densho anteriori a questa leggenda. Ma ciò non toglie, che Chen-Yuang-Ping abbia introdotto in Giappone la box cinese KEMPO e che essa non abbia avuto qualche influenza sul ju-jitsu.

Si svilupparono molte scuole di ju-jitsu, che fecero propri, alcuni concetti fondamentali, che rivoluzionarono la maniera di lottare: "La morbidezza può vincere la forza". Il ju-jitsu si sviluppò sotto diversi nomi secondo le tecniche in cui si specializzavano i vari Maestri.

Nei primi anni dell'era Meiji (1868-1912), sotto l'infatuazione per la civiltà e i costumi occidentali, e per l'enorme diffusione delle armi da fuoco. Il bujitsu subì una rapida decadenza e molti maestri non tramandarono più il loro sapere, portandosi nella tomba i segreti del RYU (SCUOLA), pertanto un gran patrimonio di nobili tradizioni stava per scomparire.

Questo era la triste realtà che apparve a Jigoro Kano, che nacque nel 1860 a Mikage presso Kobe, da dove nel 1871 si trasferì a Tokyo con la famiglia. D'intelligenza vivissima ma di gracile costituzione, doveva subire la prepotenza dei compagni più grossi, da cui avrebbe voluto difendersi praticando il ju-jitsu, ma solo nel 1877, entrato all'università di Tokyo, poté avvicinarsi al ju-jitsu, cui si applicò con gran passione.

 

 

I suoi primi maestri furono Hachinosuke Fukuda e Masamoto Iso, della Tenshin-Shin'yo-ryu, dai quali apprese in particolare il KATAME WAZA e l'ATEMI WAZA. Conobbe quindi Tsunetoshi Iikubo, esperto della Kito-ryu, da cui apprese il NAGE WAZA. Nel 1881 ottenne la laurea in lettere e cominciò ad insegnare al Gakushuin (Scuola dei nobili).

Nel 1882 il giovane professore aprì una palestra di appena 12 tatami nel tempio di Eisho, radunandovi i suoi primi nove allievi: nasceva così il KODOKAN ("luogo per conoscere la via"), dove elaborò una sintesi di varie scuole di ju-jitsu. Il nuovo stile di lotta, non più soltanto un'arte di combattimento, ma destinato alla divulgazione come forma educativa del corpo e dello spirito, prese il nome di "JUDO" ("via della flessibilità"). Nel 1895 il M° Kano elaborò con i suoi migliori atleti il primo GO-KYO ("cinque principi") che poi furono ripresi e delineati definitivamente nel 1921, infine nel 1906 delineò i primi KATA ("modelli" delle tecniche di lotta"). Il M° Kano, instancabile viaggiatore, morì su un aliscafo il 5 Maggio del 1938.