ARRIVA lo
sciopero. Per il 31 di gennaio i sindacati hanno
indetto una mobilitazione territoriale che rientra
nell’ambito delle iniziative promosse a livello
nazionale per contrastare la politica economica del
governo. Al momento però i primi ed unici a scendere
in campo, invitando i lavoratori a mobilitarsi
anzitempo, sono stati solamente quelli della Cgil,
da parte di Cisl e Uil invece nessuna presa di
posizione. Con un ordine del giorno approvato
all’unanimità il comitato direttivo della Cgil ha
garantito il massimo impegno per la riuscita dello
sciopero con la relativa manifestazione. «Dobbiamo
creare le condizioni per una più ampia ed unificante
iniziativa del movimento sindacale confederale ?
affermano alla Cgil ? in grado di modificare la
politica economica e sociale del Governo e di
respingere i suoi tentativi di dividere lavoratori e
forze sindacali». La Cgil così si prepara a
«resistere» ad una politica governativa che non
piace proprio, infatti affermano che «il governo
prosegue con atti concreti e pesanti per i suoi
effetti sui cittadini ed i lavoratori nell’opera di
destrutturazione dei servizi pubblci a vantaggio del
privato, taglia le risorse disponibili per la scuola
pubblica e la sanità, sospende i processi di
qualificazione dei servizi pubblici e riduce i
livelli occupazionali e di servizi essenziali
garantiti dalla costituzione». La Cgil critica poi
fortemente la formula adottata del dialogo sociale
inteso come semplice comunicazione di quanto ha
deciso unilateralmente, «negando la contrattazione e
ricercando strumentalmente e in modo sistematico la
divisione tra le forze sindacali confederali».
La Cgil così dopo aver dichiarato guerra già
all’inizio dell’anno, si prepapara ora ad ammassare
le truppe per sferrare un attacco su larga scala. La
controparte però ha armi a sufficienza per
resistere.
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