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NUOVO anno si è aperto con un fronte sindacale ampio
e complesso perché caratterizzato da una forte
conflittualità, al punto da far intravedere nelle
prossime settimane, in assenza di intese sui temi
più caldi sul tappeto, un inverno molto caldo a
dispetto delle temperature polari di questi giorni.
Facciamo molta fatica ad imbastire con il Governo
Berlusconi un rapporto di relazioni sindacali
corrette e costruttive per poter dipanare le
complesse vicende di cui è costellato il panorama
sindacale nazionale: legge delega su fisco e
pensioni, modifica dell’art. 18, mancanza di risorse
adeguate per il rinnovo dei contratti dei dipendenti
pubblici e l’insufficiente politica di intervento a
favore dello sviluppo del Mezzogiorno. Il bollettino
sindacale di questi giorni scadenza un susseguirsi
di scioperi nazionali che non possono essere
definiti sciopero generale solo perché distribuiti
su più giornate. Infatti, il primo appuntamento
riguarda i trasporti con uno sciopero fissato per il
30 gennaio, il secondo riguarda lo sciopero
nazionale proclamato dalle confederazioni
Cgil-Cisl-Uil, articolato per regioni, che per il
Lazio ci vedrà impegnati il 31 gennaio anche
attraverso una manifestazione provinciale, il terzo
ed ultimo appuntamento (per il momento) è fissato al
15 febbraio con lo sciopero nazionale della scuola e
del pubblico impiego. A tutto ciò va aggiunta la
grande manifestazione nazionale dei quadri dirigenti
di Cgil-Cisl-Uil, svoltasi a Palermo sabato, sui
temi dello sviluppo del Sud. Anche la nostra
provincia abbonda di elementi di tensione, in alcuni
casi molto aspri ed esasperati, come quelli
riguardanti i numerosi punti di crisi aziendali
aperti (BW Italia, Cedit, Schumberger, permaflex,
etc...), la infinita vertenza Fiuggi, i disservizi
estenuanti ed interminabili in quasi tutti gli
uffici postali ed a cui si è aggiunto (come se non
bastavano quelli che c’erano) anche quello della
scelta irresponsabile della chiusura per due mesi
(ma basteranno?) della sede provinciale per i lavori
di ristrutturazione. I dirigenti non potevano
scegliere periodo più adatto per aggiungere disagio
a disagio agli utenti: cioè quello, guarda caso,
coincidente con l’introduzione dell’euro. A tutti
questi problemi la Cisl, ispirata al grande valore
dell’autonomia e ad una sana politica di
concertazione, ancorata esclusivamente agli
interessi dei suoi rappresentati, come sempre darà
il massimo, convinta com’è, insieme a Cgil e Uil, di
poter contribuire alle migliori soluzioni dei
problemi che abbiamo di fronte.
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