STAZIONARIETÀ. Anzi: una
«preoccupante stazionarietà». È questa la previsione
sul primo semestre 2002, peraltro in linea con il
secondo dell’anno scorso, dell’indagine
congiunturale rilevata dalla Federlazio su un
campione statistico di cento aziende, «selezionate
con criteri tali da renderle rappresentative
dell’universo delle pmi della provincia».
Dunque, prevale «nettamente la stazionarietà» per
quanto riguarda ordinativi, investimenti, liquidità
ed esportazioni. Fanno però eccezione «le intenzioni
di assunzione», anche se i contratti a tempo
indeterminato sono soltanto il 10,1 per cento. Che
lo scenario economico-sociale della provincia non
induca a molto ottimismo è dimostrato dal fatto che,
secondo la radiografia del sistema produttivo nel
quinquennio ’95-’99 fatta in questi giorni dall’Istat,
la situazione ha cominciato ad andare peggio proprio
tre anni fa, visto che gli occupati sono diminuiti
dello 0,7% (da 161.500 a 160.300, ? 1.200), mentre
nella regione sono aumentati del 3,5 e a livello
nazionale del 3,2 per cento. Un piccolo passo avanti
si è registrato per quanto il valore aggiunto ai
prezzi base per abitante nello stesso periodo: dal
65esimo al 64esimo posto in graduatoria tra le 103
province, ma sempre inferiore sul dato regionale. Si
giustificano perciò i ricorrenti richiami delle
forze sociali ai politici e agli amministratori.
«Riteniamo che per la nostra provincia ? ha
rimarcato venerdì sera nella conferenza-stampa
presenti i rappresentanti regionali il presidente
della Federlazio Fabio Pomella ? è arrivato il
momento che agli slogan seguano i fatti. L’invito
non nasce da sensazioni più o meno vaghe bensì da
dati la cui lettura destano preoccupazione e
disagio. Bisogna dunque voltare pagina se intendiamo
davvero dare una risposta all’allarmante crisi
occupazionale di questa provincia. Per farlo
dobbiamo smettere di pensare troppo in grande non
realizzando mai nulla. Dobbiamo invece cominciare a
pensare in maniera più pragmatica a meno cose, ma
realizzabili».
E Pomella ha citato varie
situazioni abbisognevoli di un bagno di concretezza
e, soprattutto, di azioni rapide: il completamento
della grande viabilità, l’interporto, l’agenzia
Ciociaria Sviluppo, Campocatino, il Palmer, la
Camera di Commercio, l’aeroporto «di cui
misteriosamente più nessuno parla», l’Asi con il
progettato secondo Consorzio in quel di Cassino
«idea che riteniamo non costituisca certo la
panacea». «L’economia globale non è uno slogan ? ha
sottolineato Pomella ? ma una realtà con cui bisogna
fare i conti, figuriamoci poi se scendiamo a livello
di competitività interprovinciale».
Gli assessori regionali ai Servizi sociali Anna
Teresa Formisano ( nella foto ) e all’Agricoltura
Antonello Iannarilli hanno presentato un consuntivo
della loro attività. La prima ha rilevato come nel
2000 siano giunte in provincia risorse per 23
miliardi che hanno creato 582 posti di lavoro,
l’anno scorso 30 e quest’anno si pensa di più. Il
secondo che sono stati finanziati progetti per 25
miliardi e per l’agriturismo sono state esaminate
tutte le misure fino al 2006. Sulla proposta della
Federlazio di fare «lobby territoriale» tutti
d’accordo: da Formisano («Dobbiamo scrivere lo
spartito a quattro mani: istituzioni e forze
sociali»), a Iannarilli («Purché anche gli
imprenditori facciano altrettanto»), D’Ovidio
(«Firmiamo subito un documento con le priorità
realizzabili»), Foglietta, De Angelis, Di Stefano e
Rea. Non è che sarà un fatto episodico? «Speriamo
ancora che non sia così ? risponde Pomella ? perché
le risorse disponibili possono essere utilizzate
meglio». |