È stato approvato il
Patto territoriale per lo sviluppo turistico della
provincia di Frosinone.
«Ci abbiamo lavorato per sei mesi. Mercoledì il
documento conclusivo è stato varato dal Comitato
provinciale per lo sviluppo (di cui fanno parte
Provincia, Università di Cassino, Camera di
commercio, Unione Industriale, banche locali). Ora
dobbiamo coinvolgere i privati e gli enti locali»,
aggiunge l’assessore provinciale al Turismo e
presidente dell’Apt, Carlo Di Cosmo.
Quali sono le
finalità che vi hanno mosso? «Noi abbiamo
deciso, forse per la prima volta, di investire
seriamente sul turismo per trainare lo sviluppo
economico, in un periodo in cui l’industria ha
smesso di "tirare" l’economia come avveniva qualche
anno fa».
Su quali punti si
articola il Patto? «Abbiamo diviso il settore
turistico in cinque "club di prodotti" - prosegue Di
Cosmo -: il turismo della salute (terme, centri di
bellezza e di benessere, che dovranno sorgere nelle
strutture alberghiere); il turismo congressuale (palacongressi);
il turismo naturalistico (escursioni, impianti
sciistici); il turismo legato alla cultura e alle
tradizioni (borghi medievali, abbazie, reperti
archeologici); il turismo enogastronomico».
A chi chiederete i
finanziamenti necessari? «Ci servono 70-80
miliardi. Abbiamo tre serbatoi a cui attingere: il
bilancio nazionale, con la nuova legge quadro sul
turismo, la finanza regionale e i fondi comunitari.
Altre risorse le aggiungeranno i privati che
aderiranno al Patto».
Quando le vostre
intenzioni cominceranno a divenire realtà? «A
gennaio partiranno i bandi per raccogliere i
progetti delle imprese che vorranno aderire al piano
e ottenere, così, parte dei finanziamenti da noi
raccolti. Ma è un progetto a lungo termine: ci
vorranno 5-6 anni per vedere i primi risultati». Chi
gestirà il Patto? «Lo dobbiamo ancora decidere: una
società mista o la stessa Provincia». |