COGNOME e NOME:      CATEGORIA di RELAZIONE :

RISTORI ADELAIDE 

in Capranica 

  gloriosa attrice  "evergreen",

   filantropa e dama di corte

Il conte Napoleone Giuseppe Primoli, in occasione della tournée della Duse nel "regno” di Sarah Bernhardt (leggi: Francia) fa pubblicare, sul numero di giugno 1897 della "Revue de Paris", un corposo articolo sugli esordi teatrali della sua protetta, per preparare così il pubblico parigino all'evento. Prega allora la mitica attrice Adelaide Ristori, che gode di enorme prestigio presso il pubblico francese, di scrivere un "giudizio" sull'arte di Eleonora Duse.

La testimonianza della Ristori sulla Duse è estremamente "difficoltosa", si dibatte tra riserbo, obiettività ed ammirazione: «in un certo senso il vero documento non è soltanto la competente analisi della Ristori, quanto l'iter tormentato di questo giudizio» (Mirella Schino, Il teatro di Eleonora Duse, Bologna, Il Mulino, 1992), ne sono infatti note 6 (sei !) versioni !  «Per l'anziana attrice è un compito difficile, proprio perché il suo fastidio per certi vezzi generazionali, per certe tonalità preoccupanti, per certe deficienze pericolose da parte della Duse non riusciva ad essere diminuito dalla sua ammirazione»

ristori in medea.jpg (75645 byte)

Adelaide Ristori (Medea)

ll numero straordinario di gennaio 1899 della rivista "Cronache Drammatiche" è interamente dedicato alla Duse: ecco a proposito la testimonianza di Adelaide Ristori trascritta da Edoardo Boutet::

 

Eleonora Duse "La dama dalle camelie" (1890)

«Mi si chiede quale opinione io abbia sul merito artistico di Eleonora Duse. La risposta per me non è difficile, ma neppure è facile! La Duse ha una fisionomia propria, spiccata. Ha una individualità estetica che non assomiglia a nessun'altra attrice sua contemporanea per ricercare il bello nella natura; e la sua nevrosi le fa trovare degli effetti che colpiscono e producono sul pubblico tale impressione da rendere difficile sottrarsi al suo fascino. La Duse possiede una mobilità di fisionomia che colpisce lo spettatore e lo costringe a concentrare su lei tutta la sua attenzione. Nelle scene d'amore, di seduzione, essa sa simulare un languore delle membra, uno smarrimento dei sensi (dei quali a mio parere abusa un po' troppo) che sembra tanto naturale da spiegare il segreto del grande entusiasmo che desta in ogni paese. Bisogna dopo tutto convenire che a tali risultati non si perviene senza un grande talento sia pure originale. Vorrei però, e l'ho scritto altre volte, che per mostrare la sua versatilità in ogni genere d'interpretazione, variasse un po' il suo repertorio, con qualche carattere storico di natura interamente opposta alle sue convinzioni; insomma da trasformarsi. So, per prova, quali grandi difficoltà si devono superare per compiere tale trasformazione; ma riuscendovi, la fama di artista eminente è sanzionata. Però dopo questo mio giudizio concludo: che ammiro immensamente Eleonora Duse e provo per essa una vera simpatia».

ristori ok 1862.jpg (7211 byte)

 

Adelaide Ristori  (1862)

Qualcosa di più è doveroso