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Dall’articolo “Nuove sostanze” di Antonino Saggio

…i formalismi nuovi della scienza contemporanea ( i frattali, il dna, gli atomi, i salti di un universo che si espande, il rapporto tra vita e materia ). Insomma la categoria della complessità. Fluidità diventa parola chiave. Descrive il costante mutare delle informazioni e mette l’architettura a confronto con le frontiere di ricerca più avanzate.. L’opera chiave è forse uno degli scarti al Concorso per la chiesa del 2000 a Roma.”

                                                                                                                                                                                                                                                                                        2APR 2002

Per capire entro quali ambiti si muove oggi il rinnovamento dell’Architettura  ho scelto di analizzare le nuove sostanze con le quali si è misurato l’architetto americano Peter Eisenman nel concepire il progetto di una chiesa a Roma. Nell’affrontare un tema così importante è stato necessario l’intervento di un team di collaboratori che hanno alimentato il dibattito, il confronto, lo scambio sia per la fase di teoria che per quella di pratica nell’iter di realizzazione del progetto. Un lungo percorso che vede i diversi collaboratori guidati da Eisenman impegnati in una prima fase di riflessione sulla modernità e al contempo di ricerca nei testi, negli scritti ed in altri progetti dei possibili “significati” che verranno poi tradotti per configurare il progetto. La sua creazione passa quindi attraverso l’interpretazione dell’oggetto da realizzare ed il piatto si arricchisce di nuovi contributi grazie all’analisi di plastici, modelli diagrammatici ( che permettono una riflessione teorica sul tema) e plastici informatici. Attualizzare il virtuale è la svolta nella nascita del progetto; vengono infatti superati i limiti geometrici e i vincoli architettonici permettendo di vedere in anticipo, oltre, superare le forme legate agli schemi nello spazio cartesiano. Grazie ai modelli informatici il progetto puo’ essere costruito in un parallelo tra interno ed esterno che vengono modificati di continuo in un processo evolutivo quasi senza fine. Eisenman studia le nuove conoscenze. Queste da una parte sono legate al progresso scientifico e consentono di indagare la materia nella sua complessità, dall’altra sono legate al progresso tecnologico che ha portato alla dematerializzazione della materia stessa, al passaggio da atomi in bit. Il DNA, i frattali,  la teoria del caos, il comportamento dei cristalli liquidi sono fonti di ispirazione per dar forma al progetto. Anche l’Architettura, quindi,  si orienta verso nuove sostanze nel tentativo di essere espressione e descrizione di un mondo complesso e mutevole.

 

La chiesa di Eisenman nasce nella tensione verso due aspirazioni: la prima è il rapporto fra vicinanza e distanza insita nel concetto di pellegrinaggio e nell’idea dei moderni mezzi di comunicazione; la seconda è la nuova relazione fra Dio, uomo e natura.  

E proprio dalla natura vengono prese le forme per simboleggiare la situazione di vicinanza e distanza. Il soggetto diventa il cristallo (simbolo di purezza, trasparenza) ed in particolare la condizione dei cristalli liquidi; essa è di sospensione (parallelismo con la situazione umana) fra  il cristallo statico e lo stato liquido. La condizione di “essere tra” propria del cristallo liquido dà la possibilità al progetto di inserirsi nel sito, quasi irrompendo dal sottosuolo, in maniera naturale,proprio secondo l'ordine delle molecole di un cristallo. I diagrammi dei cristalli liquidi sono stati studiati come possibilità di produrre deformazioni capaci di modellare gli spazi e lo spazio tra essi; in questa direzione l’architetto americano scopre le potenzialità dei vuoti che nascono tra volumi netti e volumi ripiegati. Nella testa di Eisenman:“la forma chiesa evolve dal terreno, da una realtà tangibile, verso il cielo e l’infinito..diviene la mediazione fra Dio e la natura, tra il fisico e l’infinito”.

    

L’uso del computer ha permesso quindi all’Architettura di andare oltre la semplice rappresentazione, offrendole  un nuovo ruolo; una rinascita come occasione per inventare, scrivere, superare ancora una volta i propri limiti fisici (nell’epoca industriale è stata vinta la gravità, in questa digitale la materialità a favore della trasparenza e della fluidità) aderire alla complessità del mutare fenomenico zig zagando verso una nuova forma espressiva in cui lo spazio è la narrazione.

 

                                                                    Gabriele Chieppa                                                                                            

Nota bibliografica:

Galofaro 99, Luca Galofaro, Eisenman digitale, Torino 1999

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