Per
capire entro quali ambiti si muove oggi il rinnovamento dell’Architettura
ho scelto di analizzare le nuove sostanze con le quali si è misurato
l’architetto americano Peter Eisenman nel concepire il progetto di una chiesa
a Roma.
Nell’affrontare un tema così importante è stato necessario l’intervento di
un team di collaboratori che hanno alimentato il dibattito, il confronto, lo
scambio sia per la fase di teoria che per quella di pratica nell’iter di
realizzazione del progetto.
Un lungo percorso che vede i diversi collaboratori guidati da Eisenman impegnati
in una prima fase di riflessione sulla modernità e al contempo di ricerca nei
testi, negli scritti ed in altri progetti dei possibili “significati” che
verranno poi tradotti per configurare il progetto.
La
sua creazione passa quindi attraverso l’interpretazione dell’oggetto da
realizzare ed il piatto si arricchisce di nuovi contributi grazie all’analisi
di plastici, modelli diagrammatici ( che permettono una riflessione teorica sul
tema) e plastici informatici.
Attualizzare
il virtuale è la svolta nella nascita del progetto; vengono infatti superati i
limiti geometrici e i vincoli architettonici permettendo di vedere in anticipo,
oltre, superare le forme legate agli schemi nello spazio cartesiano.
Grazie ai modelli informatici il progetto puo’ essere costruito in un
parallelo tra interno ed esterno che vengono modificati di continuo in un
processo evolutivo quasi senza fine.
Eisenman
studia le nuove conoscenze. Queste da una parte sono legate al progresso
scientifico e consentono di indagare la materia nella sua complessità,
dall’altra sono legate al progresso tecnologico che ha portato alla
dematerializzazione della materia stessa, al passaggio da atomi in bit. Il DNA,
i frattali, la teoria del caos, il
comportamento dei cristalli liquidi sono fonti di ispirazione per dar forma al
progetto. Anche l’Architettura, quindi, si
orienta verso nuove sostanze nel tentativo di essere espressione e descrizione
di un mondo complesso e mutevole.
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