Diciottesima e ultima lezione: 5/06/2002

da TERRAGNI a PETER EISENMAN


Sono 6 le categorie formative che scandiscono il progettare dell'architetto americano Peter Eisenman:

IMPLOSIONE

TRIVELLAZIONE

PALINSESTO

ASSOCIAZIONI PROCESSUALI/METAFORICHE

IN-BETWEEN

OSCILLAZIONE

Eisenman parte da Terragni. Il suo primo maestro sarà però l'architetto Colin Row che teorizza un'architettura che riporti l'oggetto all'interno delle sue stesse regole formative. Dopo una prima laurea, master e apprendistato scopre nelle sue ricerche il mito Terragni che alla fine degli anni 60 non era ancora ben studiato, non si sapeva se inserirlo in ambito fascista o meno.

Nel 1963 fa la sua tesi "The formal analysis of modern architecture" - schemi di natura sintattica e formale per analizzare l'architettura.

Si concentra fortemente su due opere in particolare di Terragni: la Casa del Fascio e la Casa Giuliani-Frigerio. Dall'analisi della prima scopre che Terragni è riuscito ha produrre un movimento dall'esterno verso l'interno attraverso un processo di erosione della forma; nella casa Giuliani-Frigerio invece le parti rispetto ad un nucleo solido tendono a disarticolarsi da dentro verso fuori - movimento di implosione. Si occupa, quindi, di due progetti concepiti con logiche opposte.

1965/66 - comincia ad avere incarichi per progettate case, per lo più da artisti.

Il progetto House 2 rappresenta un momento importante di coagulo dei concetti visti. In questa casa si combinano infatti i processi di implosione ed erosione; in particolare se l'esplosione avviene verso l'interno, come in questo caso, parliamo di implosione.

Fine anni 60 - ricerca dei ragionamenti comuni con altre attività, soprattutto attinenti alla sfera artistica e filosofica. Teorizza un nuovo approccio all'architettura: essa diventa un testo, si azzera in quanto testo. Il tema del linguaggio e delle strutture che ne sono alla base diventa fondamentale. Negli anni 70 si cominciò a capire che ad una società di massa l'architettura moderna  non era in grado di rispondere. L'architettura si guarda allo specchio, verso una ricerca interiore, si specchia come fosse un testo aprendo un percorso tutto interno a se stessa. Dall'America, da Eisenman, dal gruppo NY five arriva questo modo di ragionare. L'architettura americana si fa quindi portatrice di una nuova visione, dando degli impulsi che sono vivi tuttora.

Se l'architettura è testo, tutto ciò che gli è attorno è pretesto (non importante). Le case di Eisenman trattano tutto il resto come pretesto; in particolare con la house 3 si entra nel gratuito, rappresenta tautologicamente se stessa senza portare nulla di nuovo.

L'architettura diventa referenziale: testo e pretesto. Congelando la posizione semantica (quella legata al significato), l'aspetto linguistico prende il sopravvento

Da un parte Eisenman ha un approccio critico verso l'architettura, dall'altra entra in gioco un elemento fino ad allora tralasciato: il sito. Riprende lo schema quadripartito proposto da Wright per le sue case usoniane; questa influenza si concretizza nella house 10: 4 quadranti autonomi sia dal punto di vista della funzione che della distribuzione formale. tutto si può dire tranne che congeli la posizione semantica, l'architettura si vuole presentare come fatto critico. Non riesce a realizzarla anche se fino ad allora è il suo miglior progetto.

Entra in crisi e va in psicanalisi - fa un viaggio nella sua mente - movimento di trivellazione. Dal 1983 inizia la svolta per la sua carriera - inizia un nuovo ciclo.

La parola chiave degli anni 80 diventa contesto. Il movimento post-moderno afferma che il movimento di espansione delle città innescato dalla rivoluzione industriale non può continuare, si pensa di lavorare dentro le maglie esistenti. Sul concetto di "contesto" si sovrappone una interpretazione di Eisenman di contesto che è il palinsesto. Usa come riferimento vecchie mappe del luogo di progetto per tirare fuori delle tracce o forze che riviste criticamente possono dare linee guida per il conformarsi del progetto stesso. Con questo procedimento progettuale si creano sul sito una tessitura di relazioni all'interno delle quali operare delle scelte.

Non esiste una scissione netta tra il costruito e gli elementi che gli stanno attorno (verde, suolo..) ma essi fanno tutti parte di un unico disegno tenuto insieme dalle tracce regolatrici che a loro volta sono frutto di un processo critico. Eisenman da una parte utilizza la parola chiave del momento: attenzione al contesto esistente, riuso.

Progetto Hiba a Berlino - aderisce a tutti i concetti del post-modernismo: costruzione all'interno della città, mimetismo, corte, continuo sulla strada ma compie un passo avanti con una operazione di palinsesto: attenzione alla giacitura, analisi dell'area, disvelamento di forze e geometrie non subito apparenti. Progetta come se la costruzione fosse un minerale emerso dalla stratificazione storica degli eventi che sono successi in quel luogo. 

Capisce che deve far interagire due sfere: una è quella dei paradigmi scientifici e filosofici, l'altra è di natura concettuale o scientifica che prende come modello di comportamento l'architettura. Nonostante i computer non fossero ancora alla portata della progettazione, Eisenman anticipa una serie di modalità di traslazioni concettuali aprendo la strada ad un utilizzo pertinente delle tecnologie digitali.

Compie degli studi sul movimento di un cubo acquisendo alcune regole concettuali. Fa delle operazioni analogiche con la geometria, la matematica booleana.

Nel progetto per un centro di sviluppo biologico parte dalle regole formative del DNA come input per lo strutturarsi del progetto.

Dal 1988 parte una nuova spinta architettonica, si può dire che finisce il post-modernismo. Nasce prima consapevolezza dei meccanismi progettuali introdotti da nuovi strumenti informatici.

Una fra le modalità più importanti di conformare un progetto è quella che Eisenman chiama in-between, cioè il porre l'architettura fra le cose. Nel progetto per un campus, ad esempio, anziché andare a prendere un'area libera, incunea la costruzione fra 2 edifici preesistenti. Riprende i bastioni di un vescchio forte come palinsesto e li inserisce come lementi emersi.

Un'altra tecnica che acquisisce è quella della oscillazione o vibrazione della forma. In questo caso è in analogia critica con il futurismo italiano ed in particolare con l'idea di movimento di Balla (aveva intuito che il movimento è sfuocato nel duplicarsi dell'immagine). Il passo in avanti che compie Eisenman è quello di introitare il movimento nel processo di creazione della forma architettonica - i movimenti, creatori dell'architettura. Il movimento di Gehry lancia traiettorie, si muove in 3D, quello di Balla e quindi di Eisenman invece, si muove sul piano ed è oscillatorio, vibratorio. Nella casa Guardiola utilizza la geometria ad L in modo vibratorio per creare il progetto.

Nell'Aronoff Center arriva alla combinazione dei concetti di in-between, palinsesto, oscillazione-vibrazione. Dall'organizzazione di vari elementi del progetto:sistemazione suolo, percorsi, preesistenze ottiene delle tracce concettuali che mette in oscillazione. 

 

 

 

L'opera chiave per capire quello che succede dopo è il progetto per la chiesa del 2000 a roma. 

Un mio approfondimento su quest'ultimo tema: concorso chiesa 2000 a Roma si trova in Assaggi - riflessioni sull'articolo "nuove sostanze" del prof. Saggio

 

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