Terza lezione: 11/03/2002

1° ciclo: l'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea - il World Wide Web


RIVOLUZIONE INFORMATICA IN ARCHITETTURA

In questa lezione il prof. Saggio affronta il tema dell'informazione e del come oggi essa giochi un ruolo importante nel campo dell'architettura e delle arti.

Negli anni 20 tutte le parole chiave del Movimento Moderno dell'Architettura convergevano sulla dimostrazione tautologica che quello che si faceva funzionava. Quindi Il problema della comunicazione è stato per buona parte del 900 eliminato perché la logica modernista presentava l'oggetto architettonico come macchina funzionante non portatrice di alcun messaggio comunicativo.

Quello che succede oggi lo possiamo capire riflettendo sull'evoluzione che ha e sta caratterizzando il mondo delle informazioni. Esso dall'ultimo quarto del secolo scorso ha subito una notevole accelerazione con conseguenze e risvolti in molti campi; 

In particolare in quello delle arti l'informazione si è trasformata in coscienza estetica; è diventata il grande tema attorno al quale ruotano molte ricerche. 

Il concetto marsupiale dell'Informazione                                                                                          

il problema dell'informazione è doppio, ha un dentro ed un fuori, 2 facce.La prima faccia riguarda il bisogno di comunicare ed avere informazioni insito nell'uomo, l'altra faccia del marsupio vede l'architettura, che, nel contesto della Rivoluzione Informatica, fa parte di un grande travaso comunicativo. L'architettura oggi è coinvolta ed avvolta dall'informazione, essa stessa è veicolo d'informazione. Quindi essere moderni vuol dire sentirsi coinvolti e partecipi del mondo delle informazioni ed in particolare per gli architetti vuol dire riuscire a creare nuovi valori estetici che abbiano profonda coscienza della presenza dell'informazione nella società contemporanea.

 

Riflessioni sul concetto di modernità                                                                                            

Dobbiamo pensare a questa parola slegata dalla cronologia, intenderla in senso a-temporale come atteggiamento, tensione, maniera di porsi rispetto a certe cose. Così detta la modernità va dal paleolitico ad oggi. Questo concetto e visione va di pari passo con quello di crisi. Si parla di crisi di trasformazione, fratture profonde che rappresentano la difficoltà di ricollocarsi rispetto ad un quadro in forte mutamento. La definizione migliore di "modernità" (in ambito architettonico) è quella di un'atteggiamento di risposta alle crisi che  generi un nuovo mondo estetico specchio delle tensioni contemporanee. Quindi trasformare le crisi in valori nuovi creando un'estetica di rottura

Concetti derivati dalla pubblicità                                                                                                                           

Rimanendo nel campo della comunicazione  analizziamo il modo di fare pubblicità in due diverse epoche.

In epoca industriale si comunica oggettivamente la bontà del prodotto; vengono evidenziate le sue prestazioni, le virtù oggettive. Anche l'architettura si presentava in maniera oggettiva in quanto soluzione di esigenze quantizzate.

Oggi la pubblicità dà per scontata la prestazione del prodotto, non ci viene più data comunicazione sulle sue caratteristiche; l'attenzione si sposta all'atmosfera, allo stile di vita che gira intorno all'oggetto reclamizzato.           Si comunica attraverso figure retoriche.    

Si è creato un nuovo livello di comunicazione (non più basato sulla logica causa-effetto propria dell'epoca industriale) ma molto più stratificato e veloce, attraverso l'utilizzo di metafore. C'è stato il passaggio da una informazione oggettiva (standardizzabile e che faceva centro nel prodotto) ad una soggettiva che implica un processo d'interpretazione  e decifrazione di un messaggio a volte destinato ad un gruppo ristretto di persone.

 

La sfida per l'architettura                                                                                                                                                                                                                     

PIANO E ROGERS - CENTRO POMPIDOU A PARIGI (1970)- l'ultimo edificio dell'epoca industriale: presenta se stesso come macchina. L'architettura si spoglia diventa tutta funzione e l'edificio ha un solo livello di comunicazione: con se stesso.

Fino a metà degli anni 80 anche nel campo dell'informatica la comunicazione fra uomo e macchina usava un modo assertivo - riuscire a veicolare molte informazioni con pochi elementi (c'era MS-DOS). Oggi la relazione computer-uomo è invece sintetica, metaforica, narrativa (icone sul desktop di microsoft windows).

I nuovi input portati dalla rivoluzione informatica stanno innescando processi di cambiamento nei campi più diversi. Il valore di oggi dell'architettura non può essere solo la funzionalità, la ricerca si sposta su altri livelli: la CAPACITà COMINUCATIVA è diventata una delle qualità richieste dall'epoca attuale agli architetti. Ci si aspetta che l'oggetto architettonico venga pervaso, fin nelle sue fibre più profonde, da questa nuova visione. Vengono riportati qui di seguito alcuni esempi di progetti aderenti alla nuova logica:

TOYO ITO - MEDIATECA  A SENDAI - apparentemente sembra un'architettura razionalista e funzionalista, invece il messaggio intrinseco è più complesso; metafore sottili in parallelo fra natura e tecnologia.

DANIEL LIBESKIND - MUSEO EBRAICO A BERLINO - architettura piena di significato e comunicazione  e quindi capace di coinvolgere sin dall'esterno con una forma zig-zagante ispirata dalla stella di David.

FRANK O. GEHRY - MUSEO GUGGHENEIM A BILBAO - "la città che sale": forte carica simbolica; in parallelismo con la cattedrale medievale (simbolo di una cultura comunicativa) il progetto di Gehry è diventato una cattedrale laica dove si va in pellegrinaggio.Nonostante le sue forme no perde di funzionalità, anzi diventa iperfunzionale.

Per capire la CRISI DI TRASFORMAZIONE che sta attraversando oggi la nostra società dobbiamo avere consapevolezza di ciò che è stata la rivoluzione industriale. Tutto il meccanismo di quell'epoca era basato su un processo di astrazione: ogni prodotto doveva rimandare solo a se stesso. Oggi i prodotti moderni, pieni di metafore e rimandi, invitano ad un processo di interpretazione e si inseriscono in un processo di figurazione.

 

 

 

 

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