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BUSSETO

 

TEATRO

GIUSEPPE VERDI

 

 

 

COMUNE
Busseto
PROVINCIA
Parma
DENOMINAZIONE
Teatro Giuseppe Verdi
TIPOLOGIA
Sala teatrale con pianta a ferro di cavallo e pavimento ligneo, 32 palchetti in due ordini diversi, più il Palco Reale e un ordine di loggione.
DATI TECNICI
Il palcoscenico è largo metri 10, profondo metri 12, alto metri 9, ed è dotato ancora del graticcio originale.
La capienza totale massima è di 307 posti.

 


STORIA



Il teatro Giuseppe Verdi è situato nel comune di Busseto, in provincia di Parma, nella omonima piazza.
Risale al 1845 la proposta di edificare a Busseto un nuovo teatro in sostituzione di quello già esistente all'interno della rocca e gli storici locali definiscono troppo piccolo, indecente e quasi inutilizzabile.
Il Seletti scriveva in proposito: "per la sua costruzione non avrebbe il merito di una parola di ricordo, ma però fu palestra ad esercitazioni filarmoniche, drammatiche e musicali rappresentazioni sia di cittadini dilettanti, che di valenti compagnie".
In particolare vi recitò in giovane età Adelaide Ristori, Provesi mise su quelle scene le sue opere buffe e Verdi le sue prime composizioni.
Da una pianta della Rocca Ducale di Busseto conservata all'Archivio di Stato di Parma possiamo rilevarne forma e ubicazione.
Esso era posto al primo piano, nella stessa ala in cui si edificherà in seguito il nuovo teatro "Verdi".
Il suo palcoscenico e la sua cavea erano di dimensioni assai ridotte ed aveva pianta ad U e palchi come ogni teatro all'italiana.
Nel 1856 la Municipalità acquista dal Demanio per £.36000 l'antica rocca medioevale già sede della corte dei Pallavicino.
In seguito a questo evento viene ripresa l'ipotesi di costruire un nuovo teatro più ampio il quale avrebbe qui, in considerazione della particolare rilevanza all'interno del tessuto cittadino di questo edificio storico, un'adeguata collocazione.
Occorre sottolineare che lo stimolo e le ragioni fondamentali all'edificazione di questo nuovo teatro risiedono nella dedicazione, da parte degli abitanti di questa città, al concittadino Verdi che proprio intorno alla metà del secolo scorso, al culmine della notorietà, raccoglie esaltanti successi: il progetto è affidato all'architetto Pier Luigi Montecchini di Parma, al quale vengono poste alcune condizione, quali, ad esempio, la conservazione della maggior parte di materiali e parti murarie preesistenti e la massima delle economie, ma d'altro canto si raccomanda di creare un luogo splendido ed elegantemente decorato, degno del maestro a cui fu dedicato.
Il progetto è ratificato dal Consiglio Comunale il 18 giugno 1857, quando l'esecuzione viene affidata all'impresa del bussetano Girolamo Sivelli.
Alcuni artigiani del luogo sono chiamati ad eseguire le opere meno rilevanti, mentre si fa ricorso a maestranze di provato valore ed esperienza per le parti più impegnative e specialistiche.
A Giuseppe Carletti di Parma sono affidate le parti intagliate, a Pietro Vasini e Germano Anfossi le dorature, al pittore Ferdinando Accarini di Busseto le scene e tutto quello che si riferisce al palcoscenico, l'illuminazione è affidata ad una ditta milanese e fu Gaetano Mastellari di Parma ad occuparsi del meccanismo del palcoscenico.
La decorazione pittorica è affidata a due importanti artisti bussetani: Gerolamo Gelati e Gioacchino Levi.
Il primo non riuscì a portare a termine l'opera poiché muore nel 1865. È però sostituito dai pittori parmensi Giuseppe Baisi e Alessandro Malpeli.
Gioacchino Levi, a cui viene affidato l'incarico di dipingere la volta della sala, è all'epoca un artista già affermato di cui non si possono porre limiti e imposizioni.
Egli infatti si riserva la priorità di sceglie il soggetto da rappresentare. Come noto raffigurerà in quattro grandi medaglioni altrettante splendide figure allegoriche che rappresentano la Commedia, la Tragedia, il Melodramma e il Dramma romantico.
Con le rappresentazioni di "Rigoletto" e "il ballo in Maschera", in un clima di grande esaltazione per il genio del Maestro cui il teatro è naturalmente dedicato, avviene il 15 agosto 1868 l'inaugurazione.
Le signore in sala e gli uomini indossarono abiti di colore verde in suo onore, ciononostante il musicista fu assente sia per i suoi numerosi impegni, sia a causa di una serie di controversie con le autorità locali.
Come abbiamo già visto precedentemente, il teatro fu realizzato attraverso lo sventramento di una parte della Rocca medioevale dei Pallavicino e comportò anche una ricostruzione ed un vistoso adattamento in stile neomedioevale dell'esterno.
Confrontando lo stato attuale del teatro con la descrizione dei cronisti dell'epoca (in particolare di quella di Paolo Pio De Maldò che seguì con molto impegno le vicende costruttive), si può notare che l'impianto nel suo insieme ha subito, dalla fondazione ad oggi, poche ed assai contenute trasformazioni.
Sono mutate soltanto le destinazioni funzionali di alcuni ambienti, quali la sala d'aspetto, la trattoria, la stanza per l'orchestra e quella per la stufa.
Inoltre alcune parti situate ai piani alti, dove s'intendeva ricavare degli alloggi per le compagnie comiche, sono state occupate, soprattutto nel nostro secolo da appartamenti privati.


ARCHITETTURA E INTERNI

 


Al piano terra un breve porticato introduce alla biglietteria e all'atrio da cui parte lo scalone che conduce al piano della platea dove ci sono anche il bar e le sale del ridotto riccamente decorate.
La sala teatrale ha pianta a ferro di cavallo e pavimento ligneo, 32 palchetti in due ordini diversi, più il Palco Reale e un ordine di loggione.

La decorazione dei palchi è costituita da stucchi dorati, ripresi dalla tradizione rinascimentale, replicata sull'Arco Scenico, dove a intervalli regolari sono poste alcune effigi di musicisti in gesso ed al cui apice è collocato un orologio.
Al centro della volta decorata vi è un lampadario ottocentesco con bocce di vetro.
Il palcoscenico conserva l'originale struttura lignea ed è dotato di sottopalco, camerini, una grande sala un tempo destinata agli scenografi, una stanza di deposito, inoltre è collegato con l'esterno mediante una scala indipendente.
Tuttora si conservano e si utilizzano talvolta le scene per un "Falstaff" diretto dal maestro Arturo Toscanini.
Esse furono create nel 1926 da Macchiero, scenografo alla Scala di Milano, una macchina per il tuono e tre argani di diverse dimensioni.
Nel 1987 il teatro e stato chiuso per inagibilità da parte del Genio Civile e dei Vigili del Fuoco.
Fino a quel momento, però, ha condotto una regolare stagione lirica ed è stato meta da parte di appassionati melomani (circa 3000 ogni anno).
L'architetto Pier Luigi Cervellati, responsabile del recupero, all'avvio di questo progetto ha constatato una situazione statica fortemente compromessa dal tempo e dalla subsidenza.
Nel 1857 all'antico edificio originale venne aggiunta una parte per permettere l'edificazione del nuovo teatro.
Ciò provocò un altro assestamento in un terreno già naturalmente soggetto a subsidenza.
Si venne a creare una linea di frattura nella zona centrale del teatro, dove il nuovo si unisce al vecchio che ha provocato macroscopiche linee di distacco nelle volte e nelle grandi murature medievali "a sacco" che sono risultate staticamente frazionate in blocchi non collegati tra loro.
Inoltre l'intero impianto non risultava a norma per la parte relativa ai dispositivi antincendio, le vie d'esodo e l'eliminazione delle barriere architettoniche.
Infine sono risultati gravemente danneggiati gli apparati decorativi e gli arredi storici a causa della loro antichità e per incuria.

Il progetto di restauro adottato fin dal 1985 ha compreso tutti gli interventi necessari per rendere perfettamente agibile e funzionante il teatro, nonché il restauro di tutto l'apparato decorativo in esso presente.
Nel piano di recupero sono rientrati anche alcuni locali situati al piano terra adibiti già ad archivio, uffici ed autorimessa, concedendo la realizzazione di ampi spazi espositivi che per quattro mesi all'anno sono sede della "Scuola di perfezionamento alla vocalità verdiana" diretta dal maestro Bergonzi.
L'opera di recupero del 1988 ha portato al consolidamento delle strutture orizzontali e verticali, al ripristino delle pareti fatiscenti, al rifacimento della pavimentazione in cotto e alla realizzazione di un'impiantistica nuova secondo la vigente normativa.
È stato messo in opera un ascensore per i portatori di handicap, sono state costruite uscite di sicurezza a norma di legge, è stato realizzato inoltre uno spettacolare impianto in legno lamellare all'esterno di tipo leonardesco al fine di predisporre delle scale di sicurezza per il loggione e i due ordini di palchi.
Il teatro è stato in corso di restauro fino al 1995.
Sono state realizzate anche le opere relative al palcoscenico e alle decorazioni.
È stata aggiunta inoltre una piattaforma mobile che consentirà di variare la capienza del pubblico in platea a seconda dell'estensione della fossa orchestrale.
Il palcoscenico è largo metri 10, profondo metri 12, alto metri 9, ed è dotato ancora del graticcio originale.
La capienza totale massima è di 307 posti.