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-------SUPERFICI IN MOVIMENTO-

 

Credo che una delle immagini più misteriose e suggestive, che ci offre la natura, sia quella del mare.

La superficie di acqua si muove sinuosamente, ora con dolcezza, ora con violenza, frammentandosi, a volte, nelle migliaia di gocce che si lanciano nell’aria, per alcuni secondi.

Presto si ricompone la superficie continua e senza limite. L’estremità che arriva a bagnarci le punte dei piedi scompare nella sabbia, sottraendoci all’idea di aver colto il limite fisico della superficie in eterno movimento. Poiché mai la superficie del mare ha cessato di sollevarsi e ritirarsi, dondolandosi al muoversi dei pianeti.

 

 

La forma sempre diversa della superficie del mare è nell’animo dei nuovi architetti, la distesa della terra che si alza a formare la montagna è nel loro cuore, quasi più che nella loro memoria, come patrimonio del nostro essere al mondo.

Credo che le nuove tecnologie siano solo un mezzo più veloce per com-prendere qualcosa che in qualche modo ci appartiene già; ciò nel generale ritrovato desiderio di contatto con la natura.

Mi riferisco, in particolare, al rinnovato interesse del dibattito architettonico per le superfici. Rinnovato, poiché certe valutazioni anche etiche avevano portato un secolo fa ad un generale giudizio negativo sulla pelle degli edifici ed alla convinzione che l’architettura fosse gioco di volumi.

In realtà, tutto questo ha una spiegazione anche semplice nella generale ricerca intellettuale della cosiddetta era industriale.

 

volume

 

superficie

oggetto

soggetto

statico

flessibile

finito

infinita

chiuso

aperta

isolamento

continuità

 

Parto dall’idea che quello che consideriamo significativo di una cultura è l’aspetto vincente di più aspetti esistenti.

L’universo delle possibilità infinite e dei significati multipli ci offre ora la possibilità di ritrovare i desideri perdenti, non scelti, in una logica fatta di risposte uniche e univoche

 

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Il tutto in una iper-sensibilità, di una pelle che ha aumentato la sua superficie, piegandosi e ripiegandosi più e più volte.

 

Nuove tecnologie ci consentono di analizzare questa complessità. Le animazioni ci mostrano sinteticamente la reazione della superficie sottoposta a stimoli  deformativi.

E’ una sorta di psicologia del comportamento, misurabile attraverso la topologia.

 

Struttura portante flessibile è l’analisi matematica, che consente ai singoli invisibili punti della superficie di rimanere vicini, in deformabilità e flessibilità continue e fluide.

In questo, la nostra superficie del mare è più calcolata che progettata.

 

 

Nello stesso tempo, questa stessa veloce misurabilità, consentirebbe la creazione di infinite superfici, e quindi di infiniti oggetti (variabili numeriche interconnesse) personalizzabili (B.Cache). Ciò, decisamente in antitesi con i concetti di serialità e standardizzazione del movimento moderno.

 

D’altra parte, la superficie si presta alla sensibilità contemporanea di continuità tra i diversi aspetti della realtà, come i volumi a quella dell’individuazione tipica dell’era industriale. Tale continuità è infinita e si manifesta sia quando la superficie è aperta, sia quando è chiusa, come nel nastro di Moebius (loop).

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