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   tecnologia vincente

Qual’è il motore a gasolio preferito dagli italiani?
 
Il TDCi della Ford Focus. Una sigla complessa di quattro lettere, che firma la tecnologia Ford nei motori a gasolio di ultima generazione e che ha saputo imporsi all’attenzione di critica e pubblico, tanto da divenire la motorizzazione Diesel preferita dagli italiani, grazie alle notevoli qualità, riassumibili in buone prestazioni (velocità, consumi e doti di spunto), bassa rumorosità e ridotta presenza di vibrazioni.
 
Portata al debutto dalla Focus sul motore a quattro cilindri 1.8, la tecnologia TDCi viene ora trasferita anche sul 2 litri turbodiesel a iniezione diretta della Mondeo. La potenza passa da 115 cavalli a 130 cavalli, cresce di poco la velocità massima, ma sono le maggiori doti di ripresa a fare la differenza: in quinta per passare da 70 a 130 km/h si risparmiano più di 3 secondi. Colpiti da questa generazione di motori Diesel Ford, dopo il test sulla Focus in una prova di durata (24 ore a tavoletta per più di 4000 chilometri da sommare a 15.000 km su strada, per un totale di quasi 20.000), abbiamo voluto organizzare un analogo test per il fratello maggiore, che debutta su un’auto eccezionale per comfort e comportamento dinamico: la Mondeo Wagon. Un giorno e una notte a Nardò a velocità massima, per verificare fino in fondo il nuovo motore (affidabilità, continuità nelle prestazioni...); prove specifiche di comportamento stradale a pieno carico, perchè se station wagon deve essere, (e la Mondeo con i suoi 4,80 metri di lunghezza e una capacità di carico che varia da 540 a 1700 litri ha ben poche rivali) deve esserlo in tutte le condizioni, soprattutto in quelle più gravose; consueti rilevamenti strumentali comparativi tra la TDdi da 115 cavalli e la TDCi da 130 cavalli, per verificare i reali vantaggi di questa nuova tecnologia. I risultati non hanno lasciato dubbi: se cercate un’auto sicura, spaziosa, confortevole, veloce e robusta l’avete trovata. Nardò è una piccola località nel sud dell’Italia. Posizionata proprio al centro del tacco, potrebbe essere un posto frequentato solo da turisti e invece qui calano periodicamente da tutta Europa molte Case automobilistiche. Su questo piccolo lembo di terra italiana si snoda, infatti, un circuito di forma circolare prevalentemente utilizzato per verificare l’affidabilità delle automobili in condizioni limite. Con un raggio di 2 km e profilo trasversale leggermente inclinato verso l’interno per compensare la forza centrifuga, questa striscia d’asfalto circolare lunga 12,650 km, larga 16 metri e divisa in quattro corsie permette di viaggiare a velocità costanti di 240 km/h senza dover compiere correzioni di direzione, quanto e più si vuole o, meglio, quanto e più l’affidabilità di un’auto consente. La Mondeo Wagon TDCi, sul mersato da solo un anno, è ora estremamente appetibile grazie al motore a iniezione diretta a quattro valvole per cilindro e sistema Common Rail di ultima generazione, con turbina a geometria variabile. Prevalentemente dedicata a coloro che trascorrono, volenti o loro malgrado, gran parte della giornata in auto e pertanto ricercano ed esigono un’affidabilità assoluta, la nuova Mondeo TDCi richiedeva proprio per tali ragioni un ampio approfondimento. Il test a tavoletta, che noia. Oltre a riempire il serbatoio che si svuotava mediamente ogni 2 ore e 15 minuti, per un consumo a velocità massima prossimo ai sette chilometri litro, la vera fatica era mantenere contro il pavimento il pedale dell’acceleratore. Solo così il motore è sotto il massimo sforzo (4300 giri).

La temperatura dell’acqua e dell’olio? Sempre stabile. L’unica sorpresa si verificava dopo dodici ore quando, aperto il cofano per controllare i livelli, si registrava un consumo d’olio motore di un chilo, cosa che non era accaduta nella prova della Focus TDCi. Vivere per 24 ore nell’abitacolo di un’auto porta a fare riflessioni diverse, che potrebbero anche sembrare insignificanti. I sedili, ad esempio, di primo acchito appaiono duri, rigidi, potenzialmente scomodi, in realtà si sono rivelati assai confortevoli e compagni irrinunciabili verso la fine del test, quando la stanchezza raggiungeva i picchi più elevati e soprattutto la schiena invocava riposo, segnata dalle continue sollecitazioni. Quando si viaggia vicino ai 200 km/h, per avere stabilità bisogna, infatti, che l’auto sia molto rigida, proprio come la Mondeo, con lo svantaggio però che le irregolarità dell’asfalto vengono scaricate senza remore, nell’abitacolo a discapito del comfort. Il sostegno offerto sia alle gambe che alla schiena è stato apprezzato da tutti i collaudatori, così come i fari allo xeno (optional vivamente consigliato) che squarciavano il buio della notte con grande efficacia, grazie a un fascio luminoso ottimamente distribuito sia in profondità sia sui lati. Come avevamo già evidenziato nella prova della Mondeo TDdi anche stavolta non si è riscontrato un impianto di climatizzazione all’altezza del grande volume interno: fatica a tenere la temperatura prefissata e quindi obbliga a continui interventi sul comando per modificare la temperatura. Mediamente ogni due ore bisognava agire sui pulsanti del display elettronico, inoltre si è riscontrata una portata dell’aria poco generosa con una ventola decisamente rumorosa. Una debolezza che non inficia comunque un giudizio più che positivo sul comfort nei lunghi viaggi: fino a 170 km/h la Mondeo ha un assetto che filtra bene qualsiasi asperità risultando silenziosa, sopra questa velocità la voce del vento diventa predominante e anche le variazioni del manto stradale vengono filtrate poco. Lasciato l’anello di alta velocità abbiamo analizzato le differenze di comportamento a vuoto e a pieno carico, a tutte le velocità: la Mondeo si è distinta per reazioni decisamente progressive, quindi facilmente correggibili da chiunque. Con il controllo di stabilità ESP inserito, eventuali errori di valutazione vengono corretti automaticamente; disinserendolo bisogna operare sullo sterzo, ma sono sufficienti manovre semplici, istintive. Nessun timore quindi per la prova dell’alce: l’ostacolo è stato evitato senza problemi con un rientro in corsia impeccabile. Un comportamento così si apprezza nei percorsi ricchi di curve, particolarmente in autostrada su tracciati come la Bologna-Firenze dove le curve a ripetizione e le giunture dei viadotti minano la stabilità. Con la Mondeo anche quando si frena in curva la traiettoria precedentemente impostata non viene modificata. A pieno carico abbiamo registrato un rollio maggiore, ma le efficaci sospensioni fanno lavorare molto il pneumatico che ha limiti di aderenza elevati. Si è evidenziata semplicemente una maggiore lentezza nei trasferimenti di carico con un più marcato consumo delle gomme, nient’altro. Con un impianto frenante potente e ben ancorata alla strada, sia a vuoto sia a pieno carico, la Mondeo TDCi ha una tenuta di strada da punto di riferimento che infonde padronanza del veicolo e sicurezza in qualsiasi condizione. Disponibile con 3 motori benzina e 2 turbodiesel, è innovativa e costruita con severi capitolati, obbedienti soprattutto alla funzionalità e sicurezza. [...]

 

Gente Motori
- Marzo 2002 -