VI

 

    L’aspetto del vecchio castello era quello che avrebbe potuto avere il maniero stregato di una vecchia storia per bambini. Arroccato su uno sperone di roccia, a strapiombo sulla scogliera, si stagliava contro il cielo scuro. Aura si strinse nel mantello, e respirò profondamente l’aria salmastra. C’è qualcosa di molto malinconico in tutto questo, si disse, come il ricordo di una storia molto triste. Severus Piton non tradì alcuna emozione alla vista della sua vecchia casa. Non era la prima volta che si trovava a contatto con il suo passato insieme ad Aura, ma sembrava che nessun sentimento, né bello né brutto, potesse essere risvegliato nel suo cuore alla presenza di quelle vetuste mura coperte dalla vegetazione. Il mago rimase immobile per qualche istante ascoltando il rumore delle onde confuso dal sibilo del vento, e poi avanzò con cipiglio deciso verso l’ingresso.

Ad Aura vennero in mente le parole di una vecchia lirica… “ Manchmal geschieht es in tiefer Nacht, dass der Wind wie ein Kind erwacht, und er Kommt die Allee allein leise, leise ins Dorf herein. „

Piton si fermò e voltandosi continuò a declamare  “…Und er tastet bis an den Teich. Und dann horcht er herum: und die Hauser sind alle bleich, und die Eichen sind stumm...

“ Nel colmo della notte, a volte, accade che si risvegli, come un bimbo, il vento. Solo, pian piano, viene per il sentiero, penetra nel villaggio addormentato. Striscia, guardingo, sino alla fontana; poi, si sofferma, tacito, in ascolto. Pallide stanno tutte le case, intorno: tutte le querce, mute. ”

“ Rainer Maria Rilke…”

“ Si. Conosci il tedesco? ”

“ Ho passato molto tempo della mia giovinezza a studiare…a studiare tante cose. Ho sempre pensato che questa lirica si intonasse a questo posto. ”

“ Deve essere per il vento…sembra che soffi senza tregua, come se fosse una creatura animata, come se ci vedesse e ci ascoltasse… ”

“ Ci sono cose di te che mi sorprendono…non pensavo che percepissi questo luogo esattamente come lo percepisco io. ”

“ Ma neanche io, a volte, sono sicura di conoscerti davvero. In questi giorni ho visto un lato di te che non sospettavo, e mi domando cosa altro ci sia da scoprire. ”

“ Tutto e niente…niente, per lo più. Ma anche io ho visto qualcosa di te che non sospettavo. La donna come era, come ha vissuto, come ha portato avanti la sua strada quando io non c’ero… ”

Severus si voltò e riprese a camminare verso il castello “ Le cose non sono quasi mai quello che sembrano, è un tuo insegnamento… ” sorrise “ Anche il castello: sembra dover crollare da un momento all’altro, ma è fatto di solida pietra, e legato con potenti incantesimi. Un po’ come una prigione… ” toccò il portone con la bacchetta magica e quello si aprì cigolando.

“ E’ curioso…benché sia stata qui più di una volta, è solo ora che comincio a vedere… ”

Il mago sussurrò alcune parole e le lampade si accesero tutte insieme, magicamente.

“ Facciamo in fretta. Malfoy ci starà cercando là fuori. ”

La donna annuì e lo seguì sulle scale scricchiolanti; mentre passavano alzavano sottili nuvolette di polvere che si agitavano per qualche momento nell’aria e poi ritornavano sui tappeti tarlati. Arrivarono davanti ad un muro, ed a un nuovo gesto di Piton un arazzo si sollevò, rivelando un angusto passaggio ascendente  “ I miei appartamenti più segreti ” spiegò il mago.

Migliaia di fiale e provette allineate perfettamente, su lunghi scaffali scintillarono con i loro contenuti misteriosi che riverberavano alla luce delle candele. Più oltre interi scaffali di libri polverosi si offrivano alla vista, con le lettere dorate incise sulle copertine in bella mostra di sé. In un ambiente tanto affascinante l’attenzione di Aura venne reclamata da una pila di fogli di pergamena lasciati su uno scrittoio, una penna d’aquila era ancora immersa nell’inchiostro, da tempo secco, di un calamaio. Tutto come se fosse stato lasciato lì, sbadatamente, da una persona che contasse di assentarsi per non più che qualche minuto. Le dita della donna scivolarono sui fogli non scritti, immaginando cosa avrebbero raccontato, se avessero potuto parlare…forse una storia di quando quell’uomo, che adesso raccoglieva gli ingredienti per una pozione misteriosa, era stato una delle creature più malefiche che si potessero immaginare. In qualche modo il pensiero di Voldemort turbò profondamente Aura. Per un attimo le sembrò che potesse essere lì, che potesse ascoltare i suoi pensieri. Si girò di scatto, come per controllare che davvero non ci fosse, e vide su una parete un dipinto…una donna molto bella con un ragazzino triste, vestito di nero, impettito, con l’aria di chi volesse sfidare il mondo. Si avvicinò al quadro, e scrutò con maggiore attenzione ogni dettaglio: il viso della dama era effettivamente bello e delicato, ma i suoi occhi erano privi di luce interiore, riflettevano un vuoto spaventoso…due finestre affacciate sulla follia. Guardando bene anche il leggero sorriso le sembrò vagamente folle, un’espressione enigmatica ed indefinita. Furono le due spille che indossavano i personaggi del ritratto a farla sussultare: rappresentavano entrambe un serpente attorcigliato in maniera complessa, ma una era fatta con pietre rosse, e l’altra con pietre verdi.

Aura sobbalzò quando Severus le mise una mano sulla spalla.

“ Qui ho finito, devo scendere nelle segrete. ” disse Piton con la voce più bassa del solito.

“ Non ho visto altri ritratti in tutto il castello…le persone in questo quadro…. ”

“ Non ci  sono  altri dipinti. Inutile che li cerchi: non ne troverai. E in quanto a quelli… ”  indicò con noncuranza il ritratto  “…Morirono, molto tempo fa. ”

Il mago uscì dalla sala senza voltarsi, e guidò la donna verso la parte sotterranea del maniero.

“ Vorrei che rimanessi qui, aspettami senza seguirmi .” 

“ No, verrò. Non voglio restare sola… ”

Piton sospirò  “ Sei sicura? Non c’è niente di bello lì sotto. ”

La donna sentì di dover dare una risposta ad un dubbio che minacciava di restare sempre tra loro  “ Qualunque cosa sia, qualunque cosa, anche una orrenda, che abbia a che fare con Voldemort e il tuo passato io sono in grado di accettarla. E ti prego di non dubitarne mai più. Non intenderò ripeterlo ancora una volta. Ti amo, ti amo Severus il Mangiamorte, ogni cosa di te io la accetto. ”

“ Lo so. Ma ci sono cose… ” la voce gli morì in gola, e prendendo la mano della donna la condusse nei sotterranei.

Aura venne investita da una folata di aria gelida e pregna di essenze misteriose; pensò a certe scene di film che aveva visto durante la sua infanzia, quando restava a bocca aperta davanti alla televisione, senza riuscire a distogliere gli occhi da quelle immagini che qualcuno pensava potessero far paura, ma lei conosceva una verità diversa…i registi che pretendevano di far gridare la gente con invenzioni sceniche realizzate in cartapesta non avevano visto Voldemort…non avevano visto la propria casa crollare con tutti i suoi occupanti, mentre un giovane incappucciato li portava fuori di nascosto. Eppure quel sotterraneo era simile a quelli delle storie dell’orrore, con la differenza che quell’orrore era vero…

Piton cercò un baule dipinto di nero, e aprì la serratura con un colpo della bacchetta. C’erano molte cose lì dentro. Aura vide che il mago le gettava distrattamente tutto intorno, cercando qualcosa che doveva trovarsi sul fondo. Poi Piton trovò qualcosa che lo distolse dalla ricerca per un attimo. Era un abito. Un abito nero con un cappuccio. La donna glielo tolse di mano e  lo guardò…poi fissò Severus, ed i suoi occhi dallo scintillio pericoloso…piegò con la massima cura il vestito e lo poggiò su uno scranno. Il mago accennò un piccolo inchino e sorrise sollevato. Finalmente l’oggetto che Silente desiderava spuntò dal baule; alla donna sembrò che fosse un sacchetto rosso. Ma non era un sacchetto: Severus rimosse la custodia di velluto scarlatto, e un serpente verde e scintillante brillò, come se fosse animato, dalla copertina, anch’essa verde, di un libro dall’aria molto antica.

“ Salazar Serpeverde… ” lesse Aura a lettere dorate sulla prima pagina “ Salazar Serpeverde? Come è possibile?! ”

“ E’ possibile, invece. E’ stato scritto proprio da lui. Questo è ciò che Silente desidera. ”

“ Uhm…suppongo di non poterti chiedere come ne sei venuto in possesso. E’ uno di quei segreti inviolabili, no? ”

Piton sbuffò  “Un’ultima tappa e poi torneremo a casa, ad Hogwarts, cioè. ”

Il mago strinse la donna e la baciò con passione, mentre il mondo tutto intorno svaniva in un turbinio vorticante di luci e suoni. 

Lucius Malfoy fissò la sua mappa magica e poi Peter Minus “ Si stanno smaterializzando…e non crederai alla fortuna che abbiamo avuto. Stanno venendo dritti da noi! ”

Codaliscia si agitò sulla sedia  “ Il padrone sarà contento…ci darà molti onori… ”

Malfoy pregustò il sapore  della gloria.

“ Una stanza per due. ”

Un vecchio mago dall’aria arcigna osservò Severus Piton con disprezzo, ma prese una chiave ossidata da innumerevoli anni di servizio e gliela passò  “ Stanza diciassette, terzo piano. ”

Piton gli scoccò un’occhiataccia delle sue e si allontanò mentre il vecchio tentava di fargli il malocchio.

“ Feccia! ”  commentò  “ Stammi vicina e non muovere un passo senza dirmelo, non toccare nulla. ”

“ Perché siamo qui? Potevamo andare a Diagon Alley…”

“ Questa notte devo concludere un affare qui: si tratta di comprare l’ultimo ingrediente per Silente…draconite. ”

“ Draconite?! Cioè la pietra che sta nel cervello dei draghi! Pensavo che commerciarla fosse stato vietato dal Ministero della Magia! ”

“ Proprio così. E per questo siamo nell’unico posto dove sarà possibile avvicinare un contrabbandiere e averla. ”

Codaliscia saltellò nervosamente sulle sue corte gambe, e Lucius Malfoy finì di bere il suo vino aromatico da un calice di cristallo turchese, poi si volse piano verso lo stupido mago e lo fissò con aria inquisitrice  “ Li hai visti? ” disse in un sussurro.

“ Si, sono alla locanda di Walden Funestus. ”

“ Uhm…dopotutto il fatto che tu possa trasformarti in un viscido sorcio ha i suoi lati positivi. Non appena si moveranno, tenderemo la nostra trappola. Sei stato da Sinister? ”

“ Si, tutto è a posto. ”

Malfoy si versò dell’altro vino, fece ruotare il calice con aria assente e poi lo bevve storcendo il naso, come se fosse molto amaro.

Piton scartò una cioccorana e, non appena il cioccolatino magico tentò di darsi alla fuga, la strinse saldamente e la passò ad Aura  “ Meglio non mangiare né bere nulla, fino a quando siamo qui; non mi fido dei cuochi di Walden, né di tutti quelli che lavorano a Nocturn Alley. ”

“ Perché, vuoi dire che potrebbero avvelenarci, stregarci o cose del genere? ”

“ Malfoy è un uomo molto influente, soprattutto lì dove si pratica la magia nera. Ed io, beh, io non sono visto di buon occhio da queste parti. ”

“ Ma come, neanche qui?! ”  scherzò la donna, e Piton inarcò un sopracciglio.

“ Vedi, questo è un caso senza soluzione…io sono il traditore. Il traditore che ha tradito entrambe le parti in causa; logico che nessuno voglia avere a che fare con me. Mi sopportano perché nessuno è certo dei miei veri fini, ed aspettano sempre che faccia la prima mossa. ” il mago si sedette con aria torva sul letto, ma si rialzò subito e frugò tra le lenzuola; c’era una piccola bambolina infilzata da numerosi spilloni.

“ Un feticcio! ”  constatò  “ Con me queste cose non funzionano ”  aprì la porta e gettò il malefico gingillino per le scale.

Aura scosse la testa “ Mi domando come io possa restare tanto tranquilla…me lo chiedo da quando sono arrivata ad Hogwarts. In teoria dovrei passare il mio tempo a gridare, svenire e chiedermi se ho perso la ragione. Per quanto abbia sempre saputo dell’esistenza di voi maghi, beh, suppongo di aver visto più cose di quante in generale un babbano possa ritenere tollerabili! ”

Piton fece spallucce  “ E questo è ancora niente… ”  disse con tono vago.

“ Dove andiamo a cercare la draconite? ”

“ Da Magie Sinister , è un negozio che frequentavo quando ero più giovane…ci si trova di tutto. ”

“ Di tutto ,eh? Chissà perché non mi suona bene. ”

Lucius Malfoy fece tintinnare un sacchetto di galeoni sotto il naso di Sinister; il vecchio mago boccheggiò come un pesce fuor d’acqua e si allentò il colletto della sudicia veste grigia. Codaliscia spiò la strada buia da dietro le tendine di una finestra dai vetri sporchi e fece un cenno al Mangiamorte biondo che continuava a muovere avanti ed indietro il sacchetto con il denaro.

Malfoy si diresse con calma verso la porta del ripostiglio e sorrise al vecchio Mago.

“ Lo so che è dai tempi del mio Signore che patisci la fame, Sinister. Ma io ti offro l’opportunità più grande della tua miserabile vita… ”

“ Ma signor Malfoy… ”

“ Niente ma, vecchio. Lord Voldemort sa ricompensare chi gli è fedele. ”

“ Ma…è Piton! ”

“ Ti garantisco che non sarà un problema. Non vuoi questo? ”  e sollevò il sacchetto. Sinister ingoiò a vuoto e fece segno  di si. Malfoy gli lanciò il denaro ridendo e si chiuse nello stanzino con Minus.

Il campanellino legato alla porta tintinnò cupamente, Severus Piton entrò nel cadente negozio con uno straniero infagottato in un lungo mantello con il cappuccio calato sul volto. Sinister storse la faccia in una specie di sorriso e salutò con deferenza i due clienti.

“ Mi serve della draconite. Ne hai? ”  disse Piton senza preamboli.

“ Sissignore…ma oggigiorno è sempre più difficile procurarsene, e il prezzo è davvero molto alto. ”

“ Dammela. ”  sibilò Severus.

Il vecchio mago si guardò intorno e Piton inarcò un sopracciglio mentre i suoi occhi neri mandavano scintillii inquietanti.

“ Cosa c’è, Sinister? ”

Il negoziante barcollò, ma sorrise falsamente “ Cerco di ricordare dove la ho messa. ”

Si chinò sotto il lercio bancone e prese qualcosa.

Mentre si rialzava l’istinto dell’ex Mangiamorte gli suggerì di fare qualcosa.               “ Expelliarmus! ”  gridò Piton, e la bacchetta che impugnava il vecchio gli schizzò via dalla mano, solo per ricadere in quella libera di Severus.

“ Ma bene! Dove è Malfoy? ”

Il vecchio tentò di scappare, ma il professore di Pozioni lo schiantò.

La risata fredda di Lucius indusse Piton a restare in guardia. Il mago uscì allo scoperto, fissò Severus e  scagliò il primo incantesimo di quel duello.

Piton si difendeva ed attaccava contemporaneamente; scintille luminose cadevano tutto attorno, ma  il mago non vide il grosso topo che squittendo zampettava velocemente verso Aura che era rimasta per tutto il tempo nascosta sotto il mantello.

Minus riprese le sue sembianze e afferrò alle spalle la donna, le mise una mano sulla bocca e la trascinò fuori. Severus si accorse troppo tardi dell’accaduto, indirizzò un colpo più violento contro Malfoy, mandandolo a sbattere oltre il bancone, e approfittò del vantaggio per correre dietro Codaliscia.

Aura scalciò e graffiò fino a quando Minus non la scaraventò a terra in un vicolo scuro e deserto. L’Animagus le fece un brutto sorriso che sottintendeva parecchie spiacevoli cose, e si avvicinò. La donna rimase tremante, mentre Minus si avvicinava tanto da poter sentire il suo disgustoso alito…allora si gettò in avanti gridando ed assestò un calcio ben piazzato al suo rapitore. Raccolse una pietra e colpì il traditore dei Potter alla testa, lasciandolo intontito e barcollante. Diede fondo a tutte le sue energie e corse come non aveva mai fatto; un grido proveniente da diversi metri dietro le sue spalle la avvertì che Minus si era ripreso. Coraggio, si disse, corri, svolta l’angolo e troverai Severus che ti cerca. Ma oltre l’angolo non c’era Piton; Aura prese in pieno un alto mago impellicciato, mandandolo lungo disteso per terra, ed inciampando lei stessa.  I passi di Codaliscia risuonavano vicinissimi.

“ Mi aiuti! ” strillò convulsamente.

L’uomo la fissò senza dare segno di aver compreso la situazione. Poi Minus sbucò in strada, affannato e con gli occhi che sprizzavano rancore. Fissò lei e poi il mago a terra.

“ Mi aiuti! ” disse la donna ancora una volta, mentre la disperazione si faceva largo nel suo cuore.

“ Igor! ”  disse Codaliscia, sorpreso e sospettoso.

Igor Karkaroff spalancò la bocca ed emise un suono strozzato. Aura lo fissò ed inorridì all’idea che quei due si conoscessero. Si accostò al muro facendosi molto piccola.

“ Igor… ”  disse ancora Minus, come per convincere sé stesso che l’uomo che aveva davanti fosse esattamente chi sembrava: un ex Mangiamorte che aveva accusato molti suoi compagni, compreso Piton, per sfuggire ad Azkaban.

Prima che il mago impellicciato potesse dire solo una parola Piton si materializzò con uno svolazzare di mantello nero, seguito da un Malfoy con il volto deformato dalla rabbia, ed entrambi fissarono l’ex Mangiamorte.

“ Karkaroff! ”  dissero all’unisono.

L’uomo si mise in piedi, cercando di non mostrare la paura che lo dilaniava e si passò le mani sulla pelliccia per ripulirsi dalla polvere. Severus notò i muscoli agli angoli della sua bocca che si contraevano fuori controllo, e soprattutto l’eccessiva magrezza del suo ex compagno, il modo in cui le vesti sembravano scivolargli di dosso…Karkaroff era un relitto, un relitto in fuga dal suo passato e da Voldemort. Voldemort lo voleva morto, i Mangiamorte lo volevano morto, Piton stesso desiderava che soffrisse…

Malfoy si disinteressò per un momento dei due che avrebbe dovuto catturare e indirizzò uno sguardo di puro odio contro quello che un tempo era stato un compagno di avventure. Lucius aveva evitato il tribunale solo per la posizione di primaria importanza che da secoli rivestiva la sua famiglia nel mondo dei maghi, e per la scaltrezza con cui aveva convinto i giudici di essere stato plagiato da Voldemort; se fosse stato per l’uomo che aveva davanti sarebbe stato rinchiuso ad Azkaban e probabilmente sarebbe morto pazzo.

La tensione era più che palpabile. Ad Aura sfuggivano i nessi che legavano i quattro maghi che aveva davanti, ma intuiva la gravità di quello che poteva succedere. Sentì che ormai non pensavano più a lei, a Voldemort o a niente che non fossero i propri desideri di rivalsa. Una fredda rabbia si impadronì di lei, sentì qualcosa di bollente premerle sul petto: i medaglioni. Scintillavano, sfrigolavano come se fossero vivi, si illuminavano e si riscaldavano sempre di più. Un lampo di consapevolezza la attraversò, una memoria di vita vissuta, appartenente a chissà chi, percorse il suo essere…poi si lasciò possedere dalla necessità di spezzare un circolo vizioso: Malfoy che aveva rischiato di uccidere il proprio figlio e che non aveva neppure cercato di salvarlo o di fornirgli una scusa per la sua condotta, Minus che aveva ucciso e fatto uccidere per soddisfare la propria invidia e la propria vigliaccheria, Karkaroff che aveva tentato di far affondare i suoi amici per restare a galla ed ora scappava come un verme, e Piton…ma Severus aveva avuto la forza di scegliere, anche se nello sguardo spaventoso e famelico che teneva puntato su Karkaroff si leggeva il ricordo del passato. Sentì esplodere un’energia che non sapeva di possedere…ma da dove veniva, poi? Dalla pietra filosofale incastonata nel medaglione a forma di occhio, dal ciondolo che le aveva regalato Piton ( lo stesso effigiato nel ritratto della donna con il ragazzo che aveva visto al castello ), dal suo stesso cuore…da dove?  

I quattro maghi ormai non percepivano altro che sé stessi. Malfoy non riuscì più a frenare l’odio, estrasse la bacchetta e puntò Karkaroff, ma il mago afferrò Aura per un braccio e se ne fece scudo, mentre Piton e Codaliscia alzavano le bacchette.

Il colpo mortale non raggiunse mai né la donna né l’uomo che si nascondeva dietro di lei. Piton sgranò gli occhi senza capire. Una sfera luminosa avvolse la donna, scintillò e roteò per qualche istante, poi, per quanto Severus riuscì a vedere, Aura mosse le labbra senza che ne uscisse alcun suono, ma la sua voce, distorta, raggiunse direttamente la sua mente. Severus vide sé stesso, e un brivido gli percorse la schiena…si vide come un novello Voldemort, con il volto improntato alla pura malvagità: il  volto non di un uomo ma di una bestia. Per la prima volta in vita sua ebbe paura, e contemporaneamente comprese che quella visione aveva colpito solo la sua mente, mentre gli altri maghi avevano visto altre cose che dovevano averli terrorizzati. Il professore di pozioni tentò di vedere oltre la luce intensa, chiedendosi cosa fosse successo agli altri…Karkaroff giaceva svenuto, Codaliscia tremava convulsamente e Malfoy…Malfoy lo sconcertò…piangeva. Lucius Malfoy che non provava altri sentimenti che di amore per sé stesso stava piangendo, inginocchiato , con i capelli biondi che gli ricadevano sul viso contratto in una smorfia di dolore. Piton vide che muoveva le labbra…Draco, Draco…mormorava. La luce raggiunse un’intensità accecante, e Lucius gridò qualcosa prima di trovare la forza di smaterializzarsi. Codaliscia rimase a frignare e a scuotersi. Aura fissò i suoi occhi, no, erano due pozze di luce, in quelli di Minus e la voce immateriale risuonò chiara e inesorabile  “ Vai via, immondo traditore! ”  e il mago si smaterializzò strillando.

Severus tremò. La donna si voltò verso di lui, fece qualche passo in avanti e Piton entrò nel cerchio d’energia…sentì le vesti ed il mantello che si agitavano come scossi dal vento. Era quasi certo di morire, ma non gli interessava…non sentiva più il corpo. Era come se ogni sua particella fosse improvvisamente consapevole, leggera, era…spirito. Si sorprese: non aveva mai provato nulla di anche lontanamente paragonabile, neanche in sogno. La donna si avvicinò ancora, aprendo le braccia per stringerlo. Severus si sentì esaltato, e nel momento in cui toccava Aura provò un piacere sconcertante…ebbe idea che fossero diventati una sola creatura, sentiva che la donna era parte essenziale del suo essere, erano fusi…si abbandonò totalmente alla luce.

Dopo un istante eterno l’energia vibrò e con un lampo si riassorbì all’interno del corpo della donna. Piton barcollò e la afferrò mentre cadeva, scivolarono in ginocchio, storditi ed accecati. Severus si riprese per primo, e scosse Aura mentre si riabituava al buio del sordido vicolo.

 

                                                               VII

 

    Severus Piton uscì dallo studio di Silente, e attraversò i corridoi che portavano al sotterraneo dei Serpeverde. Non aveva detto nulla ad Albus di quello che era successo a Nocturn Alley. Si chiese perché, e non trovò una risposta. D’altra parte nemmeno Aura ne aveva fatto più parola: il mago dubitava seriamente che lei si ricordasse davvero dell’accaduto. Camminava spedito, senza fare alcun rumore, movendosi come un fantasma. Per quel giorno non aveva avuto lezioni, sospirò e si disse che dare filo da torcere a qualche ragazzino isterico lo avrebbe fatto sentire meglio, ma…niente lezioni, niente divertimento. A meno che…a meno che non avesse trovato qualcuno che faceva qualcosa di scorretto, in giro per il castello. Magari Potter stava lanciandosi in qualche infrazione alle regole…senza pensarci invertì la rotta e salì verso la zona dei Grifondoro.

Il professore di pozioni sentì parlottare dietro un angolo e si fermò, in ascolto.

Neville Paciock sfrecciò a tutta velocità a pochi metri da lui. Il mago si domandò se non fosse riuscito a trovarsi nel posto giusto al momento giusto: centocinquanta punti in meno a Grifondoro per organizzazione di comizi illegali nei corridoi. Cautamente si appiattì contro il muro e strisciò verso la fonte delle voci. Si preparò a saltare fuori in un’entrata di grande effetto scenico, saltò fuori e…rimase zitto. Un uomo stava illustrando un incantesimo ad un nutrito gruppo di ragazzi.

“ Ma cosa… ”  sibilò Piton.

“ Oh, benvenuto! ” disse caldamente l’uomo  “ Lei deve essere il professor Piton, vero? Stavo illustrando un incantesimo a questi signori ” e fece un ampio gesto verso gli alunni  “ Le lezioni in classe non bastano mai per soddisfare la loro curiosità! ”

Piton lo fissò gelido “ Ma davvero? E lei è…chi è lei, di grazia? ”

“ Ma certo! Mi scusi, non ci hanno presentati…sono il supplente di Difesa Contro le Arti Oscure. Mi chiamo Liddre. ”

Il sorriso del mago era incoraggiante, e per un solo istante Severus non trovò strano che i suoi modi invogliassero gli studenti a cercare di apprendere di più; ma a lui non piacevano.

“ Va bene, ma non trovo corretto, secondo lo statuto scolastico, che si tengano lezioni dopo l’orario regolamentare. Forse dovrebbe accontentarsi delle ore che le sono state assegnate. ”

“ Beh, certo…non pensavo che fosse un problema. Ragazzi, continueremo domani in classe. Andate. ”

Un mormorio scontento e iroso si levò dagli studenti. Severus vide Neville Paciock rivolgergli uno sguardo rabbioso, e si chiese se non stesse avendo un’allucinazione…Paciock che lo guardava a quel modo? Potter, forse, avrebbe potuto…ma dove era il rispetto misto a terrore che Neville aveva sempre provato nei suoi confronti?

Liddre sorrise a Piton come per scusarsi  “ Sono nuovo di qui, non pensavo di fare nulla di male. ”

“ Bene…lo tenga a mente, la prossima volta. ”  Il professore di Pozioni si girò sui tacchi e tornò verso il sotterraneo.

Harry Potter scartò una confezione di gelatine e ne trangugiò una manciata, srotolò una lunga pergamena e si preparò a scrivere un tema sugli zombie. Del tutto casualmente lo sguardo gli cadde sul posto vuoto lì dove Ron di solito studiava; il giovane Potter si morse le labbra. Ultimamente non aveva pensato più a Ron Weasley, al suo migliore amico. Chissà se stava bene…d’altra parte neanche Ron aveva dato più sue notizie. Forse, si disse Harry, non ci penso perché ho trovato inaspettatamente un nuovo compagno di avventure: Draco Malfoy. Con lui ed Hermione è difficile annoiarsi. E poi c’è così tanto da studiare…il tema sugli zombie, per esempio, devo fare un tema molto lungo, pensò,  così Liddre mi farà guadagnare punti in più per Grifondoro. All’altro capo del tavolo anche Hermione era immersa nella scrittura, e così buona parte degli studenti.

Black poggiò la lettera di Remus sulla scrivania di Silente  “ Le cose sono più difficili del previsto, a quanto sembra. ”

“ Uhm…sono certo che Lupin riuscirà a convincerli, Sirius. ”

“ Non lo so…sono rimasti più di quindici anni in un posto caldo e tranquillo, e adesso dovrebbero persuadersi a tornare per combattere Voldemort a rischio della vita?! Ho i miei dubbi… ”

“ Tu non torneresti? ”

“ Io, si. Ma…i miei motivi sono più validi di quelli della maggior parte di noi. ”

Silente prese un ghiacciolo al limone da una tasca nascosta tra le pieghe della sua veste e lo passò a Black, ne prese un altro e lo scartò, soprappensiero.

Aura si fermò, in ascolto, c’era qualcuno che camminava nella galleria dei trofei.

“ Gazza? ” chiamò, senza aver risposta  “ signor Gazza, è lei? ”

Nessuno fiatò.

“ Pix, se stai combinando qualcosa di male…sei tu, vero? Chiamerò Gazza ed il Barone Sanguinario… ”

“ La ho spaventata? ”

Aura si voltò di scatto, c’era un uomo che non conosceva lì davanti, un mago dall’aria sorridente.

“ No, credevo che ci fosse… ”

“…Pix il poltergeist, ho sentito. ”

La donna fece segno di si e si girò per andarsene.

“ La prego, aspetti. Non ci conosciamo…sono il supplente di Difesa contro le Arti Oscure. ”

“ Oh, io insegno Babbanologia. ”

“ Si chiama Aura Kay, vero? Ho sentito i ragazzi che parlavano di lei. ”

“ Spero che si trovi a suo agio qui. Devo andare…stavo solo controllando i corridoi, mi scusi. ”

Liddre diede segno di non aver sentito e continuò a parlare  “ Questo posto è davvero molto bello. Stavo guardando i trofei; mi chiedevo chi e come fossero i ragazzi che li hanno ottenuti…decine di generazioni di giovani maghi. Non è affascinante? ”

“…Credo di si. ”

“ Insegnare è sempre stato il mio sogno, finalmente ci sono riuscito e spero di poterlo fare nella maniera migliore. Certe volte ho l’impressione di non dare il massimo per questi ragazzi…vorrei che potessero vivere in un mondo migliore. Un mondo più giusto. ”

“ Ha dei nobili fini. Tuttavia suppongo che il criterio di giustizia sia una cosa molto soggettiva. ”

Liddre sorrise “ Senza dubbio. Ma non pensa che sia necessario fare di tutto, offrire il proprio essere, per una nobile causa? ”

“ Sono felice che si sia votato all’insegnamento. E’ senza dubbio una nobile causa…”

“ Non prova anche lei un simile trasporto? Non c’è qualche causa che desidererebbe abbracciare? ”

“ …E’ un discorso molto complicato. Ma penso che già impegnarmi a fare del mio meglio in ogni occasione sia un ottimo inizio. ”

“ Come tutti questi ragazzi… ”  fece un cenno verso le vetrine “ Che hanno dato il loro meglio per onorare i propri principi. ” 

Aura non sapeva che dire, ed annuì. Il mago accarezzò il vetro impolverato con affetto, fissando le targhe che erano state offerte a vecchi studenti per meriti speciali. Poi si voltò con aria sognante, il bel volto aperto in un sorriso caloroso e mise una mano sulla spalla della donna  “ Posso accompagnarla a finire la sua perlustrazione…se desidera. ”

“ …io…”

Uno scalpiccio veloce distrasse la donna, con un frullo d’ali rilucenti Fanny balzò tra le sue braccia.

“ Fanny?! Che ci fai qui? Non avresti dovuto uscire dallo studio di Silente! ”

La fenice scosse il lungo collo.

“ Mi scusi, devo riportare questa birichina al Preside. E’ stato un piacere chiacchierare con lei. ”

La donna si allontanò piuttosto velocemente, mentre il mago tornava a fissare i trofei.

La cena ad Hogwarts era sempre un momento di festa: tutti gli studenti si riunivano attorno a quattro enormi tavolate e mangiavano ogni sorta di delizie, mentre i professori li guardavano dalle loro tavole. Aura e Piton raggiunsero i loro posti parlottando; Severus fissava con sospetto il grosso pennuto che la donna teneva in braccio, come un morbido e caldo fagotto.

“ Non puoi metterla giù? ”

“ Non vuole scendere, non sono riuscita a farla tornare nello studio di Silente. ”

“ Puoi provare a buttarla a terra. ”

“ Severus! ”

“ Che diavolo avrà questo stupido uccellaccio? Finora Albus, Potter e tu siete le uniche persone che lo abbiano toccato senza essere beccate o allontanate… ”

“ Ma no, Fanny è così gentile! ” la fenice fissò i suoi occhietti neri in quelli della donna con aria soddisfatta.

“ In ogni caso chiama Silente e liberatene. Non vorrei che ti seguisse anche in camera… ”

“ Dicono che gli uccelli siano i nemici naturali dei serpenti, forse è per questo che lei non ti piace. ”

“ Non lo penserai davvero? ”

La donna avrebbe replicato, ma il professor Liddre si avvicinò allegramente.

“ Buonasera! La fenice è ancora con lei? Ma che bella… ”

“ Si, ma che bella…buonasera!    Piton afferrò Aura per un braccio e la trascinò a sedersi    Fammi un piacere, teniamo Mister Sorriso, Mister Nobili Fini, a distanza. ”

“ Non ti piace? ”

“ No! ”

“ Sembra piacere a tutti, non deve essere una cattiva persona, dopotutto. ”

“ Fammi il favore… ”

“ E poi non trovi che, fisicamente, ti somigli un po’? ”

“ Cosa? ”

“ Si, me lo ha fatto notare anche Minerva: è una specie di incrocio tra Harry e te. Una sintesi del vostro aspetto…magari è per questo che lo trovo un po’ familiare. A vedervi insieme si potrebbe credere che sia tuo padre, o magari un fratello più vecchio. ”

Severus stava per farsi scappare una frase molto infelice, ma…

“…Scusatemi, non pensavo di disturbarvi. Vi spiace se siedo qui vicino? ” Liddre li guardò speranzoso. Piton diventò blu dalla rabbia e lo guardò con occhi torvi.

“ Prego, si accomodi. ” la donna fece cenno al professore di sedersi.

Fu una cena spiacevole: Piton non era mai stato così sarcastico ed in vena di provocazioni. Per ogni affermazione del suo collega aveva una battuta pronta ed un commento acido, ma rimase zitto, del tutto ammutolito, quando Mister Sorriso chiese alla donna di fargli vedere il giardino. Aura fissò Piton cercando un aiuto per dire di no, ma il mago era talmente sconcertato che non disse nulla, e la donna si alzò rassegnata a fare da guida al supplente. Per tutta risposta Severus si alzò e schizzò mormorando maledizioni verso i sotterranei. Ma prima che raggiungesse i corridoi discendenti Black emerse da un angolo buio e lo fronteggiò.

“ Sirius, levati dai piedi! ”

“ Stai scappando? ”

“ Eh?! ”  Piton tastò la bacchetta magica, molto incline a stendere Black per farsi passare il nervosismo.

“ Fossi in te starei attento. ”

“ Spiegati, Sirius. ”

“ Quello che vuole Liddre è evidente, e tu gli lasci campo libero, anzi gliela butti tra le braccia! ”

Severus diventò ancora più pallido  “ Stai dicendo che Mister Nobili Fini cerca di sedurre Aura? ”

“ Ma se è chiaro! ”

“ No, aspetta…questo è un tuo scherzo, come quando mi hai spedito dritto nella tana di un Lupo Mannaro…Liddre sa, deve sapere, che Aura e io… ”

“ E come? ”

“ Lo sanno tutti. ”

“ Ehi, Severus! Sveglia! Proprio tu fai sfoggio di tanto candore…vi guardavo, sai…anche se non mi faccio vedere nella Sala Grande, ero nascosto e ho visto tutto. ”

Severus Piton non si degnò di rispondere, fece dietrofront e corse spedito verso il giardino; naturalmente non vide Black che sghignazzava. 

Con la faccia tirata in una smorfia orrenda, e gli occhi che perforavano l’oscurità, tutti i sensi protesi alla ricerca di una traccia, finalmente sentì la voce ridente dell’uomo che detestava, e partì sparato come un proiettile.

Liddre sgranò gli occhi quando lo vide avvicinarsi. Piton afferrò Aura la fece voltare bruscamente, le diede un bacio inequivocabilmente da amante appassionato e disse con voce più alta del normale “ Andiamo in camera, in camera da letto. Subito! ”

Tutto senza staccare gli occhi assassini dalla faccia perplessa del supplente.

Non aspettò risposta, sollevò di peso la donna e la fenice e se le riportò indietro come un razzo. Liddre rimase nel buio, solo e senza parole.

Harry Potter si agitò un poco, chiuse il libro che stava studiando e si chiese che cosa fosse il senso di spossatezza che cominciava ad invaderlo. Poi il dolore esplose: la cicatrice iniziò a bruciare. Harry si guardò intorno e gridò che bisognava correre a chiamare aiuto.

I baci famelici di Severus erano un sufficiente motivo per trascurare il suo comportamento di poco prima, Aura si lasciò andare sui cuscini, mentre il mago si svestiva. Qualcuno bussò alla porta, Piton sbuffò e fece finta di niente. Ma i colpi continuarono, e più di prima, come se qualcuno stesse tentando di buttare giù la porta. Il professore di Pozioni si preparò a gettare il malocchio su chiunque avesse trovato dall’altra parte della porta, ma la faccia contratta in un ghigno cattivo di Neville Paciock lo costrinse ad arretrare.

“ Signor Paciock ” mormorò senza credere ai propri occhi. “…Che?! ”

Il ragazzo scansò il professore e si piantò davanti al letto  “ Harry sta molto male. Deve andare da lui. ”

Aura guardò Severus, senza capire.

“ Neville stai bene? ”

“ Harry sta molto male. Deve andare da lui. ”

Il professore di Pozioni si riabbottonò il colletto del vestito e si piantò davanti a Paciock  “ Che diavolo sta succedendo? ”

Il ragazzo lo ignorò e fissò la donna  “ Harry sta molto male. Deve andare da lui. ”

“ Si, ma che cosa è successo? Neville, stai bene? …Esci  un  attimo,  devo rivestirmi… ”

“ Harry sta molto male. Deve andare da lui. ”

“ Adesso basta! Hai sentito? Vattene! Esci subito, Paciock! ”  Piton tentò di metterlo alla porta, ma il rivolo di bava biancastra che scorreva all’angolo della bocca del ragazzo lo bloccò  “ Cosa… ” Neville rovesciò gli occhi, e diede un grido strozzato. Barcollò, poi come se fosse un fantoccio che si muoveva secondo la volontà di un burattinaio nascosto si avventò su Piton, in maniera del tutto innaturale, estraendo un coltello dalle pieghe della veste.

Piton cadde all’indietro, cercando di tenere lontano il ragazzo, sperando di non essere costretto a fargli del male. “ E’ la Imperio! ” gridò ad Aura, sperando che afferrasse la situazione. La donna raggiunse con un salto il caminetto, afferrò un barattolo che conteneva della polvere luccicante e ne gettò un po’ nel fuoco  “ Albus! Sirius! Minerva! Correte subito nella stanza di Piton…Voldemort! ”

“ Schiantarlo sarebbe inutile… ”  strillò Severus mentre schivava i colpi, e faceva uno sgambetto al giovane  “…dovrei usare un incantesimo più potente, ma rischio di ammazzarlo… ”

“ Neville, smettila! ” Aura cercò di fermarlo, ma il ragazzo era fuori controllo; tentava di allontanarla senza attaccare, riservando ogni energia per uccidere il mago.

“ Sarò costretto a colpire, se continua così! ” urlò Piton.

“ Prova con un incantesimo di incatenamento…”

“ Inutile, è manovrato da Voldemort…questi controincantesimi non attaccano con lui…devo colpire, scansati! ”

“ NO! …Neville, reagisci! ”

Il ragazzo emise un suono soffocato e si lasciò andare a terra in preda alle convulsioni, poi si rialzò di scatto, come un burattino pazzo ed orribile.

“ Si ucciderà da solo, se non faccio nulla…togliti Aura! ”

La donna aprì la bocca desiderando gridare, con gli occhi pieni di lacrime.

“ Neville…ti supplico…Neville! ” poi ebbe un’idea, e, rotto per rotto, valeva la pena tentare. Tirò fuori il medaglione con la pietra filosofale e lo premette sulla fronte del ragazzo. Paciock si dimenò come un ossesso, e la donna pensò con orrore che sarebbe morto. Ma lentamente si calmò e scivolò sul pavimento, addormentato.

Aura si mise una mano sul cuore, ascoltandone i battiti impazziti. Piton la strinse piano e poi si chinò sul ragazzo, lo prese in braccio e lo poggiò sul letto.

“ Poverino… ” commentò, scotendo la testa.

“ Potter! ” si ricordò la donna  “ Ha detto che Potter stava male! ”

“ E’ una trappola… ”

“ Ma se… ”

“ E va bene! ”

Il mago e la babbana risalirono le scale fino alla torre dei Grifondoro, correndo.

Lungo la strada furono raggiunti da Sirius e Silente che scendevano verso i sotterranei.

Il dormitorio dei Grifondoro era in preda al caos. Black, incurante della possibilità che qualche studente lo riconoscesse, cercò di farsi largo tra i ragazzi, ma sembravano tutti impazziti, si agitavano andando avanti e indietro senza comprendere appieno cosa stesse accadendo.

“ Sono stati Confusi! ”  esclamò Silente, e la sua faccia non avrebbe potuto essere più spaventosa; puntò la bacchetta in aria e fece esplodere un colpo argentato, che ricadde, come se fosse neve, sui Grifondoro. Lentamente i ragazzi si lasciarono andare ad un sonno incantato.

“ Harry! ”  gridò Sirius, vedendo il ragazzo con la testa poggiata sul libro aperto, addormentato sul tavolo  “ E’ stato schiantato? ”  chiese, a nessuno in particolare.

“ Innerva! ” mormorò Silente puntando la bacchetta.

Potter aprì gli occhi  “ Neville…Neville è impazzito… ”

“ Dov’è Paciock? ” Silente si guardò attorno.

“ Nella mia stanza. Era controllato dalla Imperio. ”

Black guardò Piton a bocca aperta.

“ Ora sta…bene? ”

“ Si, riposa. ”

“ Dobbiamo perquisire il castello… ”

Minerva McGrannit entrò seguita da Hagrid, Vitious, Liddre e dalla Sprite.

“ Oh, mio Dio! ”  esclamò l’insegnante di Erbologia, Vitious era sul punto di piangere.

“ Hagrid, resta con Harry, e stai in guardia…Tutti gli altri con me. ” Silente avanzò verso la porta.

Black scosse la testa ancora incredulo, ma estrasse la bacchetta e si affiancò ad Albus mentre i suoi occhi acquistavano una luce inquietante.

Voltarono solo un paio di angoli, ed improvvisamente una sensazione di gelo, e di paura li attanagliò…le sagome scure di due Dissennatori occuparono lo spazio del corridoio.

“ Expecto Patronum! ” disse Liddre, mettendo in fuga i due mostri; Sirius tirò un sospiro di sollievo.

“ Ma come è possibile che… ” la vocina di Vitious sembrava ancora più sottile ed acuta, mentre il piccolo professore cercava di ottenere una risposta, o almeno una rassicurazione da Silente.

“ Dannazione, è Voldemort! Non capisco cosa vi aspettaste…era logico sin dal primo minuto che sarebbe venuto. ” sbottò Severus.

Il nome del Signore Oscuro fece trasalire la Sprite.

“ Bisogna pensare a proteggere i ragazzi. ” la voce di Liddre era carica di angoscia, come il suo volto deformato dall’ansia.

Il Preside assentì  “ Vitious, vai al dormitorio dei Corvonero, porta tutti nella Sala Grande e aspetta che arrivino anche i ragazzi delle altre Case, poi chiudetevi dentro. ”

Il piccolo mago saltellò via con tutta la forza che gli consentivano le sue piccole gambe.

“ Signora Sprite, può occuparsi dei Tassorosso? ”

La maga annuì e corse verso il dormitorio della sua Casa. Piton, senza aspettare che gli venisse chiesto si voltò per scendere nei sotterranei dei Serpeverde.

“ Severus! Ho bisogno di te, qui. ”

Piton si fermò  “ Ma chi avvertirà la mia Casa? ”

“ Come se ne avessero bisogno! Qui sono gli unici che sono al sicuro! ” disse Black caustico.

“ Può andare Minerva. ” propose Silente, conciliante.

Il gruppo riprese a correre, ma…  “ Stupeficium! ”  gridò con voce gutturale la McGrannit e Liddre cadde a terra, schiantato. Black rotolò di lato per evitare di fare la stessa fine. Severus si voltò solo per vedere la Vicepreside con un rivolo di bava all’angolo della bocca, e gli occhi rigirati nelle orbite.

“ Maledizione! La Imperio… ”

“ Impedimenta! ” strillò Black, ma la maga posseduta gracchiò un controincantesimo e riprese ad avanzare, mentre dalla punta della sua bacchetta saettavano raggi mortiferi.

Piton puntò la bacchetta.

“ NO! ” gridò Silente  “ In  queste condizioni la ucciderai! ”

“ E che diavolo posso farci? ” borbottò Severus, poi trattenne il fiato mentre Aura correva dritta verso Minerva e si lasciava scivolare sul pavimento, estraendo il suo talismano. La maga, colpita dal potere del ciondolo, cadde tra le convulsioni, e poi si calmò.

Albus Silente sorrise.

“ Sei impazzita? ”  esplose Piton  “ Minerva è una maga potente, controllata da Voldemort…rischiavi di morire! ”

La donna lo ignorò e scosse piano la Vicepreside, mentre si riprendeva.

“ Quella tua pietra mi lascia sempre senza parole…ha un potere incredibile… ” Sirius scosse la testa.

“ Non possiamo lasciarla qui! Sveglia Minerva…ehi? ”

La McGrannit tossicchiò e si tirò su, aggrappandosi ad Aura.

“ Che è successo? ”  bofonchiò.

“ Voldemort ti ha costretta con la Imperio ad attaccarci, ti ricordi cosa è successo? Lo hai visto? ”

“ Voldemort…no…non mi ricordo. Ho fatto del male a qualcuno? ”

“ No…beh, hai schiantato Liddre, ma questo non conta. ” disse Piton.

“ Liddre! ”  si ricordò Black, e si chinò sul mago  “ E’ in pessime condizioni…Innerva! ”

“ Ahia… ” il supplente si mise a sedere, guardò la McGrannit e si ributtò all’indietro coprendosi la faccia con le mani.

“ Tutto a posto! ” Black gli assestò un colpetto sulla spalla “ E’ tutto a posto! ”

Il mago si tirò su con fare sospettoso, e Severus gli scoccò un’occhiataccia colma di rammarico perché Minerva non l’aveva ucciso.

“ Cosa è successo? ” chiese il supplente, ancora frastornato.

“ Era controllata da Voldemort… ” Sirius fece un cenno in direzione della Vicepreside “…Ma Aura la ha fermata. ”

“ Davvero?! Oh, grazie mille… ” si grattò la testa  “ Non sapevo che avesse dei poteri così grandi. ”

“ Non ne ha affatto! ” ridacchiò Black  “ Tutto merito del suo talismano, i suoi genitori erano alchimisti… ”

“ Alchimisti? Oh, cielo! ” Liddre spalancò la bocca.

“ Si, la prima volta ha fatto questo effetto anche a me. ”

“ Grazie mille, signorina Kay… il suo talismano è spettacolare! Ma…è sicura di non avere alcun tipo di potere? ”

Aura fece spallucce e Piton si mise davanti a Liddre  “ Bene, ora che si è ripreso possiamo continuare a cercare Voldemort? ”

Liddre trasalì  “ Lei-sa-chi…da soli, noi? Temo che avremo bisogno di rinforzi. ”

Silente prese la mano di Minerva McGrannit e la strinse  “ Stai bene? ”

“ Si… ”

“ Possiamo continuare, ce la fai? ”

La donna fece segno di si. E il gruppo formato da cinque maghi ed una babbana continuò la perlustrazione…senza esito. Se Voldemort era riuscito in qualche avventurosa maniera ad entrare ad Hogwarts, ne era poi anche fuggito. Nessuno era stato più stregato contro la propria volontà, e nessun Dissennatore era rimasto in giro.

Silente ed i suoi dovettero ammettere di essere del tutto impotenti: senza una traccia da seguire, Voldemort poteva essere chissà dove, e l’unica strategia possibile era restare pronti e raddoppiare gli incantesimi a difesa della scuola.

                            

                                                               VIII

    

    “ Potter è sano come un pesce, Paciock è in infermeria, Minerva sta riposando, e Mister Sorriso sta prodigandosi per gli studenti. ” Piton si tolse il mantello e sbadigliò. Aveva appena terminato il suo turno di guardia, ed il desiderio di dormire era forte.

“ Tutto tranquillo, per fortuna…io devo andare. ”

“ Stai attenta. Oh, è inutile che lo dica, tanto non lo fai mai. ”

Aura sorrise ed uscì, richiudendosi la porta alle spalle. Rimase in ascolto, ma nessun rumore, se non il miagolio della gatta di Gazza, risuonava nei corridoi. Incrociò il guardiano che ispezionava i passaggi segreti ed ebbe conferma che tutto era tornato, almeno apparentemente, calmo.

Risalì le scale, salutando i Prefetti che presidiavano i punti più importanti del castello, assistiti dai Fantasmi. Accarezzò la testa piumata di Fanny che faceva la guardia al dormitorio dei Grifondoro e si diresse verso le gallerie che contenevano ritratti animati, armature, e trofei. Lo scalpiccio dei suoi piedi sulla pietra dei pavimenti le teneva compagnia, ma ogni tanto si voltava indietro per controllare che, anche alle sue spalle, tutto fosse normale.

I personaggi dei dipinti sussurravano indolentemente, riempiendo le alte volte decorate dei loro sospiri e delle loro chiacchiere. Aura arrivò alla Galleria dei Trofei e si disse che sarebbe stato più utile se fosse andata a controllare i corridoi che di norma frequentavano gli studenti. Ma una tremula luce attirò la sua attenzione. Liddre era esattamente lì dove lei lo aveva visto la prima volta, ancora intento a guardare la medesima vetrina. Attraverso i riflessi del vetro le sembrò che l’espressione dell’uomo fosse piuttosto triste…il supplente, pensò, non doveva essere troppo soddisfatto del proprio comportamento, non che avesse delle colpe, ma non era riuscito a difendere nemmeno sé stesso, e questa cosa doveva fargli ben poco piacere, in considerazione di tutti i suoi ottimi propositi. 

“ Signor Liddre… ” disse piano, temendo di sembrare indiscreta  e fastidiosa.

Il mago si voltò, compiaciuto.

“ Aspettavo che   qualcuno venisse da queste parti. In realtà speravo che fossi tu, Aura. ”

“ Non capisco…che ci fa qui? ”

“ Lo ho appena detto, ti aspettavo. ”  

“ Ma come è possibile? Non vuole scendere a prendere una tazza di the…deve essere sconvolto per prima… ”

“ Che rapporti ci sono tra te e Severus? Siete amanti? Credete di essere innamorati? A me puoi dirlo… ” 

La donna ripensò a quello che Piton le aveva detto, al fatto che Liddre potesse nutrire un qualche interesse nei suoi confronti. 

“ La prego, non sono domande che… ”

Liddre rise senza allegria  “ Credete di amarvi. Dimmelo, io sono la persona che vi conosce meglio  a questo mondo…coraggio. ”

“ Signore, io insisto. Non sono domande che possa rivolgermi con tanta leggerezza e supponenza! ” 

“ Supponenza? Conosci davvero così bene Piton? …Cosa sai della sua famiglia? ”

“ Non vedo che… ”   

“ Conosci il suo passato, ogni cosa? ”

“ So tutto quello che c’è da sapere! ”  sbottò la donna e fece per andarsene.

“ Allora sai che la madre di Piton era pazza? Sai chi era suo padre? Sai perché è diventato un Mangiamorte? ”

Aura si voltò, il mago sorrise come un gatto che stesse giocando con la sua preda.

Severus Piton si girò nel letto ed allungò una mano…Aura non c’era. Si mise a sedere, cercando di scacciare il sonno. Dove era? Ah, si…in perlustrazione, ma…da quanto tempo?

Liddre aprì una vetrina con un colpo di bacchetta magica e sfiorò una targa polverosa, quasi con rimpianto.

“ Che cosa ne sa lei di Severus? ”

“ Tutto. Sei stata nel suo castello? Era la dimora di Persefone Piton, una strega dagli incomparabili poteri…una donna estremamente dotata, e notevolmente bella. Credo ci fosse un suo ritratto…anche nella follia era così attraente…me la ricordo bene, era terribilmente ambiziosa, credeva di poter ottenere quello che desiderava da chiunque…che stupida!  Lo sai, era sua madre… ”

“ La madre di Severus era pazza? ”

“ Oh, si! Vuoi sapere un segreto? ”  Liddre aveva il tono di un cospiratore  “ Vuoi sapere come mai è diventata pazza? Lei voleva un uomo…voleva il potere di un uomo…un uomo in particolare. Credeva di poterlo avere, credeva che la purezza del suo sangue e la posizione del suo casato la mettessero su un piano più alto rispetto a tutti. ”

La donna pensò al dipinto che aveva visto nel castello, e per quanto si fosse accorta della luce folle negli occhi della dama ritratta, la sua fisionomia le era parsa quella di una donna delicata e dolce.

“ Sfortunatamente per Persefone quell’uomo desiderava solo un erede, un erede dal sangue così puro, e di poteri così grandi da farne un essere superiore. Persefone era la donna adatta: perfetta come candidata, un ottimo corpo per far crescere un erede…un ottimo corpo. La sua mente era del tutto inutile, anzi, ad un certo punto persino fastidiosa. La soluzione ideale era tenere il corpo, e distruggere l’anima. Così, con un certo bacio… ”

Aura impallidì, credendo di comprendere.

“ Si…con il bacio di un Dissennatore, la madre di Piton divenne il perfetto involucro, il contenitore prescelto per contenere un figlio perfetto, un figlio che continuasse l’opera del padre. ”

“ Il padre di Piton ha fatto baciare sua moglie da un Dissennatore, e lo ha fatto apposta?! ”

“ Si… ” la voce di Liddre era roca, simile al sibilo di un serpente  “ Ma non era sua moglie, era solo una concubina… dovevi vederla…certi  giorni, in preda a crisi di pazzia, ha cercato di uccidere il ragazzo, e naturalmente questo era ottimo per fortificarlo. Ma poi venivano momenti di curiosa lucidità, e Persefone cercava di precipitarsi dalla scogliera, e non sarebbe stata una cattiva idea, ma Severus cercava sempre di salvarla. Dopotutto ci provava…fu un vero smacco…una delusione. Non era affatto il figlio perfetto, oh, era così squisitamente potente ma il suo cuore non era saldo come quello del padre. Persefone alla fine riuscì a gettarsi di sotto, e Severus, credo che avesse poco più di dieci anni, andò a raccogliere il corpo…allora il padre pensò che finita la madre lui sarebbe diventato come voleva che diventasse, e per poco fu così…ma poi si rese conto di aver fallito, e decise di tenere il figlio come servo, ucciderlo sarebbe stato sprecato: con tutto quel potere poteva essere utile. ”

“ Lei è pazzo… ”

Liddre rise  “ Tutt’altro. Se fossi pazzo non sarei arrivato fino a questo punto. Tu mi sei piaciuta subito, sei interessante… ”

“ Lei non sa nemmeno chi sono…non sa niente di me. ”

“ Questo non è esatto. Vedi, la tua famiglia io la conoscevo. E te…ti ho conosciuta in maniera tanto profonda che non ne hai idea… ”

“ Lei è pazzo! ”

Il mago rise  “ Persefone Piton era una donna bella e potente, aveva sangue purissimo, ma…che rimanga tra te e me, il sangue non è tutto, no? Silente ha ragione, forse. E anche io…si, beh, il sangue non è tutto. Ma per principio i  babbani dovrebbero essere cancellati dalla faccia della terra…credono di essere così perfetti, ma invece sono solo così fragili, ipocriti, bugiardi. Però qualche volta nasce un’eccezione. Adesso un erede sarebbe inutile, sai, i vantaggi dell’immortalità, ma poter assorbire un potere così grande…concepire un figlio, riempirlo dei congiunti poteri del padre e della madre, e poi sacrificarlo perché il padre ne assorba il potere…non è una buona idea? E visto che potresti essere così utile, beh, niente Dissennatori per te… ”

“ Chi è lei? ”

“ Io? Io sono il padre dell’uomo che ha indegnamente occupato il tuo letto, il padre di quel servo traditore… ”

Piton si era rivestito, si fermò davanti allo specchio magico che aveva regalato ad Aura, lo fissò, pieno di preoccupazione, in preda ad un cattivo presentimento, e, con sua grande sorpresa, l’immagine riflessa gli sorrise e disse un nome…

“ Chi è lei… ” singhiozzò Aura  “ Chi… ”

“ Tu lo sai, dentro di te lo sai…ecco perché ti sono sembrato subito così familiare… ”

Il mago prese una targa dalla vetrina e la girò verso la donna. Quando lei ebbe letto il nome dello studente che la aveva ottenuta si appoggiò al muro, e fissò il supplente di Difesa contro le Arti Oscure, solo che adesso non era più l’uomo che era stato fino a poco prima…ed Aura non era neanche certa che potesse definirsi un uomo.

Riprese le sue reali sembianze il mago si avvicinò, mentre il lungo abito nero gli svolazzava attorno al corpo, con i serpentini occhi rossi che luccicavano.

“ Mi chiamano il Signore Oscuro. Sono, sì, io sono… ”

“ Voldemort… ”  gemette la donna.

Il mago assentì con aria soddisfatta  “ Rallegrati! Sei conscia del sommo onore che ti sto offrendo? I tuoi poteri… ”

“ Non ho nessun potere! ”  gridò la donna, mentre calde lacrime le scorrevano sulle guance, senza che lei potesse  farci nulla.

“ Non sai di averne, ma…oh, si! Li percepisco! ” allungò una mano sul petto della donna e strappò il suo talismano  “…E non sono in questo stupido oggetto; tuo padre ha creato una pietra che non potrebbe impressionare altri che i tuoi amichetti. Sono dentro di te… ”

“ Non sono una strega! ”

“ Infatti, non lo sei. I tuoi poteri sono molto più nascosti, molto più segreti…e mi eccitano terribilmente… ”

Voldemort fece scorrere un dito sulla veste di Aura, e poi la lacerò, mettendo in mostra una generosa porzione di morbida e candida pelle  “ Si… ”  disse accarezzandola “…si, è come credevo, il Marchio della Fenice! ”

Severus Piton attraversò di corsa i corridoi fino allo studio di Albus Silente, entrò sbattendo la porta,  supplicando il cielo che il Preside fosse lì, e non a zonzo per il castello. Silente stava ritto dietro la scrivania, contemplando il panorama dalla grande finestra. Nella foga Piton gettò all’aria una vecchia sedia, ma Silente non si mosse.

“ Albus! ”  gridò Severus  “ Liddre è… ”

“ Voldemort… ” il vecchio mago si voltò lentamente, come se fosse stato sopraffatto tutto ad un tratto dal fardello dei suoi anni.

Piton trasecolò, strinse i pugni e guardò l’uomo che aveva davanti, l’uomo che aveva sempre rispettato come un padre  “ Albus…tu lo sapevi! ”

“ Si. ”

“ Sei impazzito, stupido mago? Vuoi mettere a repentaglio la vita di tutti noi? Aura è là fuori che gira per vigilare questa scuola deprecabile, e tu mi dici che sapevi che Voldemort era qui? ”

“ Si… ”

Severus scosse la testa, inorridendo e si girò, corse fino alla porta, ma Silente lo richiamò.

“ Fermo! Vai a cercare Aura? E’ tardi…Voldemort la ha presa. ”

“ No… ” il professore di Pozioni si appoggiò alla porta, incredulo, incapace di sentire ancora quello che stava dicendogli Albus.

“ …Voldemort la vuole: desidera che lei gli partorisca un figlio, perché possa poi assorbirne il potere… ”

“ …Un figlio… ”  per la prima volta nella sua vita Severus Piton sentì che gli occhi gli si stavano inumidendo, e non poteva, non voleva evitare di piangere.

“ Ma non sarà come con Persefone, ascoltami Severus, lui la vuole perché ha scoperto il potere che è stato celato nel suo cuore…Voldemort sa che Aura possiede il Marchio della Fenice… ”

“ …Il Marchio della Fenice?…Non è vero…non ha alcun marchio… ”

“ Invece si. Non lo hai mai visto perché solo chi lo cerca può trovarlo…e lui lo ha percepito sin da quando Aura si è immersa nel limbo che aveva creato per intrappolare Harry… ”

Improvvisamente Piton si irrigidì, strinse i pugni sino ad infilarsi le unghie nella carne, fino a sanguinare…fissò Silente con odio ed estrasse la bacchetta, la puntò, ma il Preside non diede segno di volersi difendere.

“ Vuoi colpirmi? Se credi…colpiscimi, Severus. Ma non la salverai in questo modo… ”

“ Zitto! Un figlio?! Voldemort vuole un figlio…un altro figlio, e per sacrificarlo?! Tu lo sapevi…sapevi che lei aveva il Marchio, e non me lo hai detto…tu la hai venduta a Voldemort! Silente ha venduto tutti noi! ”  il mago era fuori controllo, gli occhi scintillavano carichi di odio folle.

“ Ascoltami! Voldemort non può essere ucciso…il Male non può essere semplicemente distrutto dal Bene, deve essere bilanciato, riassorbito…non potevamo  fare nulla fintantoché era qui…ma Aura ha una possibilità di farcela, una possibilità remota, ma… ”

“ NO! Io andrò a riprenderla…io lo ucciderò, questa volta lo ucciderò…finalmente avrò la mia vendetta… ”

“ Non farlo! Sarai ucciso, ed il tuo gesto ci perderà…saremo perduti! ”

“ Sei impazzito, ed io mi fidavo di te…io mi fidavo, e tu hai venduto la mia donna, la hai mandata a soffrire quello che ho sofferto io! NO,NO! ”  Piton digrignò i denti e si preparò ad uccidere, ma Sirius Black entrò in quel momento e si scagliò contro il suo rivale, mandandolo a sbattere contro una parete. Severus fissò i due uomini che aveva davanti e corse fuori.

“ Che diavolo succede? Preside sta bene? ”

“…Si…”

“ Che gli è preso a quel pazzo? ”

“ Piton è andato ad uccidere suo padre… ”

“ Suo padre?! Severus vuole uccidere suo padre? …Ha un padre? ”

“ …Voldemort. ”

Black impallidì, mentre la bacchetta gli scivolava via di mano.

 

                                                               IX

 

    Piton gettò diverse pozioni, tra le quali quella che aveva preparato secondo la volontà di Silente, in una sacca di cuoio; afferrò il libro di Salazar Serpeverde e lo sfogliò per qualche istante, prima di infilarlo nella borsa. Raccolse altre cose che potevano servirgli e salì nella Galleria dei Trofei in cerca di tracce. Per prima cosa vide il talismano di Aura, e il ciondolo con il serpente che le aveva regalato, li raccolse e se li mise al collo. Poi si soffermò sulla targa ottenuta per meriti speciali da Tom Riddle e scosse la testa…Mot Liddre, Tom Riddle…era chiaro…avrebbe dovuto capirlo subito, ma si era lasciato sviare. Rifilò un calcio a quella dannata targa, e si domandò perché la avessero conservata. Un rumore soffocato lo fece trasalire e voltare di scatto con la bacchetta spianata, Fanny gli svolazzò incontro, e si appollaiò sulla sua spalla.

“ E tu che vuoi? ”  sibilò. Il grande pennuto lo fissò con dolcezza e strusciò il lungo collo sul suo viso. Piton sospirò, e ricordò che ad Aura quella fenice era sempre piaciuta molto  “ E va bene, verrai con me    mormorò.

Aura percorse la stanza a tentoni, seguendo la linea delle mura con le mani, cercando una finestra, o una porta, o qualcosa che potesse esserle d’aiuto. L’unico ingresso era quello attraverso il quale era stata scaraventata nella cella, ed era sicuramente ben sorvegliato. Tastò ogni centimetro di pavimento, pregando di trovare un oggetto che potesse diventare un’arma…se almeno qualcuno avesse distrattamente perso un coltellino, o un oggetto affilato, un pezzo di vetro…qualunque cosa con cui attuare l’ultima difesa:il suicidio. Aura si lasciò cadere sulla pietra gelida, desiderando con tutto il cuore di poter gridare e piangere, ma non avrebbe mai dato una simile soddisfazione ai suoi carcerieri. Fino all’ultimo avrebbe provato a combattere, ad opporsi, a scappare, ma se tutto si fosse rivelato inutile si sarebbe tolta, in qualche modo, la vita. Voldemort non avrebbe messo le sue sudice e scheletriche  mani su di lei, non ci sarebbe stato alcun figlio, nessun erede…quel pensiero la distrasse per un attimo dai suoi personali problemi. Severus non glielo aveva detto. Era il figlio di Voldemort e non lo aveva detto. Aura rabbrividì ancora di più.

Piton planò con la sua scopa, seguito da Fanny. Si guardò intorno: era fuori dal perimetro di Hogwarts. Fece un cenno al grosso pennuto che si posò sulla sua spalla, e si smaterializzò, sperando che, come un tempo, i Mangiamorte si riunissero ancora nel vecchio Perimetro Sacro, nella foresta dei Druidi.

Sirius Black fissò Harry Potter, il ragazzo era attonito, come Hermione e come Draco Malfoy che aveva insistito per seguirli nello studio di Silente. Remus Lupin era entrato da poco, e restava in disparte a rimuginare con la professoressa McGrannit. L’enorme stazza di Hagrid copriva la finestra, mentre il guardiacaccia fissava il giardino, facendo ciondolare la pelle di una moffetta. Silente si alzò con aria grave, e fissò il suo sguardo penetrante su tutte le persone che gli stavano davanti, il miglior gruppo di amici e di alleati che si potessero avere, pensò.

“ Lasciate che vi spieghi… ”  disse stancamente  “ …per quanto possiate pensare che io debba essere stato un pazzo. ”

Minerva McGrannit chinò il capo bruscamente, come se fosse troppo pesante dover ascoltare quello che il vecchio mago aveva da dire.

“ Ci sono delle cose che non sapete…che era giusto tenere nascoste, perché  i diretti interessati o volevano tacerle, o non ne erano a conoscenza. Per anni ho fatto in modo che nessuno potesse sospettare niente di tutto questo, perché era presto…perché una simile conoscenza poteva condurci alla disfatta totale. Bisognava che alcune persone maturassero, e che diventassero perfettamente in grado di gestire il potenziale che gli era stato affidato. Ma ora…ora è necessario che sappiate, perché, in un modo o nell’altro, la verità è venuta a galla, e riguarda anche alcuni tra voi… ” fece scorrere lo sguardo sul gruppo che gli stava davanti e fissò Potter  “ Ma prima lasciate che dica a mia discolpa che sono un essere umano, esattamente come tutti voi, e che posso sbagliare…si, non dico che la strategia che ho ritenuto giusto usare debba essere per forza corretta. Forse ho sbagliato, ma questo ce lo dirà il tempo. Il primo segreto riguarda Severus Piton, un uomo che, e voglio che lo ricordiate in ogni singolo istante, ha messo a rischio la sua vita innumerevoli volte per portarmi informazioni da Voldemort, che ha cercato disperatamente di salvare James e Lily, e che è sempre vissuto accollandosi il peso dei pregiudizi di tutti. Severus ha sofferto più di quanto voi immaginiate…Severus è il figlio di Tom Riddle, di Voldemort. ”

La rivelazione pesò come un macigno sugli uomini e sulle donne riuniti ad ascoltare il vecchio mago. Solo Draco Malfoy fece lentamente segno di si con la testa, come se fosse già al corrente di una simile verità.

“ Il secondo segreto riguarda Aura Kay, una babbana che, nonostante la sua famiglia sia stata distrutta da Voldemort, ha deciso di unirsi a noi, a suo rischio e pericolo, per combattere contro la tirannia dell’uomo che ha distrutto la sua casa e che aveva già rischiato di ucciderla. Pensate a noi: con tutte le magie che sappiamo operare, piccoli miracoli, non siamo riusciti in tanti anni a fermare il Male che serpeggiava tra nelle nostre stesse anime…ed una donna senza alcun potere magico quanto coraggio deve aver avuto, offrendo quel poco che aveva per combattere al nostro fianco! ”

Black annuì decisamente, e a Hermione non sfuggì che probabilmente la donna gli era sempre piaciuta molto, diventando un altro dei motivi per cui Sirius era in rotta di collisione con Piton.

“ Quando Harry è stato attirato in trappola da Voldemort Aura ha insistito per essere lei a salvargli la vita; probabilmente era quella tra noi che aveva più possibilità di farcela, anche senza saper fare incantesimi. Harry, lei ti ha salvato, e per ben due volte…la prima portandoti fuori dagli incubi del nostro nemico,la seconda evitandogli di scoprire alcune cose su di te…e questo solo perché ha attirato la sua attenzione con il segreto che nasconde. ”

Il gruppo si fece più attento.

“ Alcuni tra voi forse conoscono la Società della Fenice… ”  la McGrannit, Lupin e Black  spalancarono la bocca.

La porta della cella si aprì con un lugubre cigolio. Aura si preparò a saltare addosso al nemico che la avrebbe aggredita, ma l’unica persona che fece il suo ingresso fu una bella donna con una torcia incantata che illuminò a giorno la stanza.

Era una donna con lunghi capelli biondi acconciati in maniera complicata e truccata con raffinatezza; sotto il mantello nero spuntava l’orlo di un abito bianco scintillante.

“ Io sono Narcissa ”  disse con una voce fintamente gentile e premurosa. Aura la squadrò, e colse la freddezza e il senso di profonda superiorità che la bellezza e l’espressione artefatta della donna non riuscivano a nascondere. La donna infilò la torcia in un supporto di ferro appeso al muro e si fece passare una grande borsa da qualcuno oltre la porta.

“ Sono qui per aiutarti a soddisfare i desideri del Signore Oscuro. Ho portato un abito e quello che ti servirà ”  annunciò, squadrando il vestito stracciato della babbana. Ad Aura non sfuggì che, molto probabilmente, Narcissa avrebbe ucciso per poter essere al suo posto.

“ Ti ringrazio, ma ti prego di riportare tutto via, e di lasciarmi sola. E dici al tuo padrone che non ci sarà alcun desiderio da soddisfare. ”

Narcissa inarcò le labbra in un sorriso cattivo  “ Che tu lo voglia o no, metterai questo vestito e farai esattamente quello che ti sarà detto. E se non vorrai farlo sarai costretta con la magia, babbana. Ora vieni qui e lasciati preparare, a meno che non debba tirare fuori la bacchetta… ”

Aura decise che era meglio accontentare Narcissa e riservare le forze per tutto quello che sarebbe successo poi.

Piton si materializzò dietro una roccia, rimase in ascolto per qualche istante e poi si affacciò ad osservare il panorama spettrale del covo di Voldemort. Un enorme spuntone di roccia si innalzava verso il cielo notturno, al suo interno, Piton sapeva, c’erano stanze scavate nella pietra, i luoghi di culto prescelti da Voldemort per celebrare sé stesso, esattamente lì dove, per secoli, i Druidi avevano portato a termine i loro rituali. Tutto intorno vecchie sepolture millenarie rendevano ancora più spettrale il paesaggio dell’isoletta…un isola funerea, in un lago dalle acque nere, nel cuore di una foresta invalicabile: il luogo perfetto per Voldemort.

Severus fissò con sospetto le antiche rune incise nella pietra che scintillavano alla luce tenue delle torce, e i Mangiamorte di guardia.

Remus Lupin si alzò di scatto  “ Dobbiamo andare subito da loro! ” disse, più pallido che mai  “ Se Aura ha il Marchio noi dobbiamo sottrarla a Voldemort! ”

Silente scosse il capo “ Proprio perché ha il Marchio, deve restare. ”

Minerva McGrannit guardò il Preside con angoscia  “ Albus, questa volta non ti capisco…vuoi che Voldemort accresca il proprio potere? Vuoi che la uccida? ”

“ Non vuole ucciderla…vuole un figlio da poter sacrificare per assorbirne i poteri. ”

Black scattò in piedi  “ Vuole un figlio?! Albus, questo dovrebbe tranquillizzarci? Lui vuole abusare di quella donna, concepire un figlio e poi ucciderlo per diventare più potente, e noi? Comincio a capire la reazione di Severus, e ti assicuro che lo seguirò, costi quello che costi! ”

“ Silente avrà le sue ragioni! ”  borbottò Hagrid, agitando la pelle di moffetta minacciosamente.

“ Severus vuole uccidere suo padre…non possiamo permetterlo. ” Silente si lasciò cadere sulla poltrona  “ Se Aura riuscirà a capire come utilizzare il potere della Fenice, sarà lei a mettere fuori gioco Voldemort per un bel po’ di tempo. ”

“ No, no…è impossibile. Per quanto sia coraggiosa quella ragazza non ha nessuna capacità di usare incantesimi…era il suo talismano ad aiutarla. Non ce la farà mai! E Piton…beh, se vuole uccidere suo padre non potrà che fare del bene a tutti, perché suo padre è Voldemort, Voldemort, capite?! ” Black si voltò cercando consensi tra i suoi amici.

La faccia di Albus Silente divenne terribile  “ Se Severus ucciderà suo padre, diventerà lui il nuovo Voldemort! ”

Draco Malfoy  rimuginò sulle parole del Preside, scorgendovi una verità che probabilmente comprendeva meglio degli altri  “ Dobbiamo fare a modo di Silente! ” disse con tono fermo. Diverse teste si voltarono nella sua direzione, e Potter gli mise una mano sulla spalla  “ Si ”  disse con semplicità, sorridendo all’amico. Hermione Granger annuì, ed Hagrid borbottò il suo assenso.

“ Io non sono d’accordo. Ma se questa è la decisione della maggior parte di noi, io non interferirò. Rimetto alle vostre coscienze il risultato…però, in considerazione di tutto, io raggiungerò ugualmente Severus, e nel caso in cui Aura dovesse fallire lo aiuterò. ”  disse Black.

“…Lo aiuterai a non commettere un empio crimine! ” suggerì Silente.

Sirius sbuffò, e fece un cenno a Lupin, i due uscirono dalla stanza, per raggiungere il loro nemico-amico, Severus Piton, e per tentare un’impresa disperata.

Narcissa acconciò i capelli di Aura in maniera elaborata, e la truccò. La babbana non riuscì a fare altro che rabbrividire, davanti all’abito che la strega le aveva portato perché lo indossasse.

“ Perché questo vestito? ”

Narcissa sorrise maligna, accarezzando la donna  “ Perché tra poco sarà celebrato il rito…tu legherai il tuo indegno sangue a quello di Voldemort. ”

“ Che rito… ”

“ Un patto di sangue. E poi la vostra unione sarà celebrata davanti alla intera e riunita famiglia dei Mangiamorte. Sai, dovresti rallegrarti… ”

“ Un matrimonio… ”

“ No, non un matrimonio, una cosa diversa…. ”  Narcissa accostò la sua bella bocca all’orecchio di Aura  “ Voldemort  ti possederà davanti ai suoi seguaci… ”

Piton scavalcò una vecchia tomba e si nascose dietro il tronco morto di un albero. Strinse Fanny la fenice e si mise un dito sulle labbra, come per farle capire di non fare rumore. Si guardò attorno, e si rallegrò per il fatto che nessun Mangiamorte  si degnasse di perlustrare quella zona. Severus estrasse il libro degli incantesimi di Salazar Serpeverde dalla borsa, e si sfilò un pugnale con l’elsa scintillante di pietre preziose dalla cintura. Si inginocchiò davanti al vecchio tomo, lo sfogliò con attenzione e trovò quello che cercava. Fanny arretrò come se potesse avvertire che stava per succedere qualcosa di terribile. Piton mormorò una lunga cantilena di formule magiche, scritte in una lingua incomprensibile, e indirizzò tutta la sua volontà sul desiderio di farla finalmente finita con Voldemort. Strinse il pugnale nella mano destra, e spalancò quella sinistra: il sangue stillò in un rivolo dall’inquietante scintillio, mentre il mago si tagliava il palmo, lasciando un lungo e profondo solco. Piton continuò la sua litania, sempre più freneticamente, poi rovesciò gli occhi nelle orbite e il pugnale luccicò di una luce malefica e sinistra.

Aura osservò la strega che usciva dalla stanza, e abbassò ancora una volta gli occhi sul vestito che era stata costretta ad indossare. Represse una risata isterica e si disse che decisamente Voldemort doveva amare i particolari che facevano scena. Non era un abito che lasciasse molto spazio all’immaginazione, così aderente e scollato…ma aveva anche qualcosa di morboso…la donna pensò con disgusto che le ricordava certi dipinti che rappresentavano delle giovani donne votate al martirio, dove il pittore si era lasciato prendere la mano dalla insana ossessione di trovare qualcosa di sfacciatamente sensuale ed erotico nella morte violenta di giovani fanciulle immolate da virili assassini…scosse la testa ricacciando quel pensiero, cercando di dimenticare le parole di Narcissa. Ma il vestito che le scivolava morbidamente sul corpo, i riflessi color sangue sulla stoffa candida…Aura sentì di essere arrivata al punto di non ritorno, mentre le lacrime colavano sulle guance  senza che potesse fermarle, e nel profondo del suo cuore gridò con tutta la disperazione che non poteva trattenere il nome dell’uomo che amava…Severus Piton.

Lucius Malfoy contemplò la sala centrale del santuario del suo padrone e sorrise mentre i suoi occhi grigi baluginavano al riflesso delle lampade. Sentì i passi di sua moglie Narcissa e la scrutò con aria interrogativa, la donna assentì alla muta domanda.

“ Vado a chiamare il Signore Oscuro… ”  mormorò  “ Fai portare la donna. ”

Piton riprese il controllo di sé, e fissò il pugnale con espressione famelica. Aprì una nuova pagina del libro di Serpeverde e lesse un altro incantesimo; per un attimo fu avvolto da una luce lattiginosa, e poi scomparve. La sua voce incorporea sussurrò a Fanny di stare buona, mentre lui si dirigeva, non visto, nel covo del nemico.

Voldemort accarezzò l’altare di pietra che aveva davanti e rise di soddisfazione mentre i Mangiamorte facevano cerchio tutto intorno. Il gruppo si aprì, quando due incappucciati sospinsero verso il loro signore e padrone la donna che gli avrebbe dato un figlio. Aura rimase immobile ma alzò il mento in segno di sfida e scoccò uno sguardo di puro odio al mostro con lo sguardo da serpente. Nagini scivolò ai suoi piedi e sibilò indolentemente. Lucius Malfoy fece segno ai due Mangiamorte che avevano condotto la babbana e questi la spinsero più vicino a Voldemort. Il biondo braccio destro del Signore Oscuro si inginocchiò porgendo un  una spada al suo signore e l’espressione ardente del mago non gli sfuggì, mentre prendeva l’arma lentamente e si avvicinava alla donna. Aura  fissò l’altare, chiedendosi con orrore quale fosse il suo scopo, e poi la spada, supplicando che il Signore Oscuro avesse deciso molto semplicemente di ucciderla, eppure nonostante la confusione e la paura che la attanagliavano non riuscì a non vedere che la luce diabolica negli occhi rossi del mostro che la fronteggiava non era solo una luce assassina, ma anche languida…

Voldemort rigirò la spada, puntandosela alla gola, e quando piccole gocce scarlatte zampillarono sulla superficie argentea della lama, Aura si chiese se il mago non fosse impazzito…ma “ Bevi…” ingiunse l’uomo e quando lei non si mosse allungò una mano gelida e scheletrica sul suo braccio e con una forza del tutto inaspettata premette la faccia della donna contro il suo collo.

“ Adesso ti ho purificata… ”  sospirò, ignorando la resistenza che la donna faceva, cercando di non ingoiare il sangue marcio del mostro che le inondava la bocca. Lui la scostò e si passò un dito sulla ferita, richiudendola  “ Adesso il tuo sangue… ” e poggiò la lama sulla scollatura del vestito, lasciandola scivolare sino al punto in cui aveva visto il Marchio della Fenice. Aura cercò di non gridare, ma non riuscì a trattenere un gemito mentre la spada le lacerava la carne, ed il vestito strappato si colorava di rosso. 

Nessuno sentì il rumore del tappo strappato da una fialetta, né il vetro che si rompeva in mille pezzi mentre la stessa fiala veniva buttata a terra. Piton sentì il potere che gli scorreva nelle vene…accresciuto dalla pozione che negli anni trascorsi aveva sempre distillato per il suo padre e signore, il mostro che smaniava di uccidere.

Voldemort reclinò la testa e bevve avidamente, trattenendo la donna in un abbraccio di pietra. Poi alzò gli occhi e Aura distolse lo sguardo, disgustata da quello che vedeva, e da sé stessa. Lui la trascinò sino all’altare e si preparò ad adempiere al rito che gli avrebbe fornito nuovo potere.

“ Avada Kedavra! ” una voce gelida risuonò nel santuario, e due Mangiamorte caddero a terra, morti senza essersene neanche accorti. 

Voldemort si sollevò in ascolto e afferrò la bacchetta magica.

“ Crucio! ” disse la voce senza corpo e altri due incappucciati finirono a terra gridando.

Il Signore Oscuro comprese ogni cosa e “ Rivelatio! ” gridò.

Severus Piton perse il dono dell’invisibilità e comparve con un’espressione di folle determinazione.

“ SEVERUS! ” gridò Aura e fece per corrergli incontro, ma con un gesto Voldemort la fece volare all’altro capo della sala.

“ Proprio tu…dovevo aspettarmelo. Ma è del tutto inutile, sei nella tana del lupo, mio caro, e questa volta, finalmente, morirai…oh, non prima di aver visto cosa farò alla tua donna, cioè, alla MIA donna… ”

Piton sibilò rabbiosamente ed estrasse il pugnale che aveva incantato, lo strinse nella stessa mano con la bacchetta e  “ Destructio vitae! ” urlò, mentre buona parte dei Mangiamorte si rotolava al suolo cercando di respirare.

Lucius Malfoy, sua moglie e altri incappucciati infilarono l’uscita in tutta fretta, riconoscendo che Voldemort e Piton erano venuti a trovarsi su un piano di perfetta uguaglianza in fatto di poteri distruttivi. Voldemort arretrò di un passo.

“ Che c’è, padre…hai paura?! ” urlò Piton del tutto fuori controllo.

“ Avada Kedavra! ” mormorò il Signore Oscuro, ma Severus fece un gesto e deviò il colpo. 

“ Vedo che hai letto il mio libro…hai appreso bene. Peccato che tu ti sia fatto guidare dai sentimenti, e non dalla brama di potere…Avada Kedavra! ”

Un'altra fulminea mossa della mano e il colpo si infranse nuovamente contro un muro.

“ Sei debole, padre… ”  Piton sorrise e scagliò la sua maledizione, Voldemort la spezzò ma indietreggiò barcollando fino all’altare.

“ Hai paura? ”  Severus rise selvaggiamente  “ Hai paura, vero? Cosa si prova, vecchio, ad essere tu quello più debole? Come vuoi che ti finisca? Perché io posso finirti! Anche se sei immortale…Vuoi essere baciato da un Dissennatore?! Si, come mia madre…ma prima taglierò la tua pelle in strisce così piccole e sanguinolente…come hai osato toccare la MIA donna?! E’ mia, mia! ” urlò.

Voldemort sorrise tra sé e sé. Dopotutto poteva essere che quel figlio non fosse poi così inutile…possibile che dopo tanti anni avesse trovato la strada del potere?

“ Figlio, schiavo, lasciati andare all’odio…oh, vuoi quella babbana? Io te la darò…ma tu tornerai ad essere il mio servo, ora che conosci il Potere! ”

Piton rise “ Che Potere, Voldemort? Il tuo o il mio?! Tu non ne hai più, il mio è appena cominciato… ”

Aura si svegliò lentamente, tentando di ricordare: era svenuta, Voldemort la aveva scagliata lontano da Severus, si, certo…ora Severus stava affrontando il Signore Oscuro! Si sentì chiamare ed aprì gli occhi, ma non c’era nessuno.

“ Aura…Aura… ”  una voce lontana la chiamava, ma chi?

“ …Aura…sono qui! ”

“ Chi sei? Dove sei? ” la donna si guardò intorno, cercando qualcuno. Ma c’era solo Fanny  “ Fanny! Che ci fai qui?! Sei venuta con Severus… ”

“ Aura… ”

La donna scattò in piedi  “ Tu parli?! ”

“ Solo alla tua mente…Aura… ”

La babbana si inginocchiò davanti alla fenice, guardandola negli occhi  “ Non è possibile…non mi hai mai parlato…tu sei un uccello! ”

“ …Ascoltami, non c’è molto tempo! Tu sei nata con un Marchio, il Marchio della Fenice…non lo sai, ma solo pochissimi possiedono questo segno, e quasi mai babbani. In questo tempo solo tre persone lo hanno ricevuto, e gli altri due sono maghi…con questo simbolo sei chiamata ad una responsabilità superiore…molto difficile! Per la prima volta devi usare consapevolmente il potere che ti è stato concesso per salvare una persona… ”

“ Chi? ”

“ …Severus Piton…”

“ Voldemort lo sconfiggerà? ”

“ …No…se continuano così, Piton ucciderà suo padre…e sarà perduto… ”

“ Non capisco… ”

“ …Aura, è la tensione morale, lo sforzo che compiamo perché tutto ciò che c’è di buono in noi prevalga sul resto a farci grandi…che bene può esserci nell’uccidere il proprio padre, anche se è la creatura più diabolica che esista, e nel farlo con i suoi stessi metodi? …Se Voldemort cadrà oggi, un altro Voldemort prenderà il suo posto… ”

“ Che devo fare? ”

“ …Utilizza il potere della Fenice…e riporta Piton alla ragione… ”

“ Ma come? ”

“ …Non è facile, solo tu puoi saperlo… ”

“ Fanny, io non so che fare? …Fanny? ”  ma il pennuto non disse un’altra sola parola, lasciando Aura immersa nella più cupa disperazione.

“ Muori, padre! ”  Voldemort rotolò lontano dal figlio che lo stava per uccidere, e scagliò una nuova maledizione, con gli occhi rossi che sprizzavano rabbia, e…paura.

Il professore di Pozioni ridacchiò, e ricominciò a lanciare malefici, senza poter più fermarsi, inconsapevole di ogni cosa se non che dell’odio folle che provava per il Signore Oscuro. Sentimenti di vendetta e rivalsa covati per anni prendevano finalmente forma e consistenza, e Voldemort stava perdendo tutte le sue forze…esattamente come tutti quelli che aveva ucciso per anni aveva un terrore folle della possibilità di morire in maniera così orribile…

Aura corse verso i duellanti, sperando di non essere colpita. Rifletti, si disse, rifletti…come devi fare? Forse devi convincerlo… “ Severus! ”  gridò  “ Non ucciderlo! Tutti gli sforzi fatti in questi anni andranno perduti! ” ma era chiaro che il mago non poteva sentirla.

Voldemort incespicò nella lunga veste e cadde ancora una volta, ma dando le spalle a Piton : il mago colse l’occasione, sollevò la bacchetta e si preparò a colpire.

Che devo fare, pensò la donna, devo usare tutto quello che ho per fermarlo…tutto quello che ho, ma io ho solo…si gettò tra Severus ed il Signore Oscuro, usando l’unica arma di difesa possibile, il suo corpo. In maniera del tutto incomprensibile sembrò che quella fosse esattamente la soluzione giusta: la luce sfolgorò, riscaldando e rischiarando la sala di pietra. Voldemort strillò e si smaterializzò impiegando quel briciolo di energia che gli era rimasta. Piton scivolò a terra, inerte. Aura  si avvicinò, mentre la luce continuava a risplendere, e lo accarezzò piano “ …Torna in te…Severus… ”

Il mago aprì gli occhi e sorrise debolmente  “ Perdonami, io…devo essere impazzito…ho usato l’ultimo incantesimo di Serpeverde…volevo salvarti…e vendicarmi… ”  raccolse le residue forze e la strinse  “…non ho speranze…e alla fine non ti ho neanche salvata… ” gli occhi di Piton si spensero pian piano.

Lupin e Black si fermarono all’ingresso della sala, senza riuscire a parlare…videro Piton che scivolava all’indietro, nell’abbandono della morte, e la luce che esplodeva tutto intorno…socchiudendo gli occhi, e parandoseli con le mani riuscirono a scorgere la sagoma di Aura Kay che si sollevava da terra, galleggiando nell’aria, stringendo Piton tra le braccia, sentirono che le lacrime gli bagnavano gli occhi senza motivo apparente, e seppero che il miracolo si stava compiendo…che la morte doveva tornare sui suoi passi…la luce vibrò, e Sirius e Remus gridarono, sbalzati all’indietro dalla più potente forma d’energia che avessero mai visto e sentito…

 

                                                               X

 

    Ron Weasley strinse la mano di Draco Malfoy  “ Senza rancore! ”  disse sorridendo, e il ragazzo biondo si illuminò.

“ Tornerai presto, Draco? ” chiese Hermione arrossendo, mentre il giovane Serpeverde le infilava un fiore tra i capelli.

“ Solo un paio di settimane e sarò di nuovo con i migliori amici che io abbia mai avuto. ”

“ Ma devi proprio partire? ” mormorò Harry Potter.

“ Si…vogliono farmi vedere la mia nuova casa, anche se penso che, in considerazione di tutto, resterò quasi sempre ad Hogwarts, anche durante le vacanze estive. Magari riuscirai a farti dare il permesso di restare anche tu, Harry! ”

“ Sarebbe fantastico! ”

I quattro amici si abbracciarono, e Malfoy scappò verso il suo dormitorio a prendere la valigia.

Sirius Black e Remus Lupin si sedettero davanti a Silente con l’aria di due studenti che ne avessero combinata una grossa.

“ Mi dispiace… ” mormorò Black

“ Non avremmo dovuto dubitare di lei… ” rincarò Lupin.

Silente sorrise in maniera così luminosa che anche i due uomini non poterono evitare di fare lo stesso.

Il castello era immerso nella luce calda del mattino, e l’erba dei prati, tutto intorno era intensamente verde. Il mare blu si agitava, lasciando risuonare le onde che si infrangevano sulla scogliera.

Severus Piton avvolto nel suo vestito più bello sollevò sua moglie e attraversò la soglia ridendo: depositò delicatamente la signora per terra e le sistemò i lunghi capelli castani dietro un orecchio, con affetto, prima di baciarla.

“ Ci sono molti cambiamenti da fare qui… ”  disse guardandosi intorno.

“ Ho paura che ci impegneranno a tempo pieno. ”  ridacchiò Aura.

“ Tu ordini, noi obbediamo! ” Draco sorrise  “ Ma non devi stancarti troppo. ”

“ Non mi stancherò affatto con voi, ma scommetto che da oggi la mia vita sarà ancora più movimentata…come se già prima non bastasse… ”

“ Draco, vai avanti e scegliti la camera che vuoi. ” disse Piton.

“ Per me è uguale, tanto resteremo solo un paio di settimane… ”

“ Si, beh, Silente ce la doveva questa vacanza. Ma la camera la scegli non solo per adesso: sarà la tua, tutte le volte che verremo a casa nostra, e resterà tua quando avrai finito la scuola e avrai più tempo da passare qui. ”

Il ragazzo sorrise e corse su per le scale, seguito da Severus ed Aura; il mago sollevò ancora una volta la donna e la trasportò in camera da letto, ridendo.

“ Aspetta ”  lei gli poggiò una mano sul petto, per trattenerlo  “ C’è una cosa che voglio fare, prima di ogni altra… ”  corse via, e chiamò Draco, poi salirono nella parte più segreta del castello, mentre Severus li aspettava nel salone in preda alla curiosità. L’uomo trattenne il fiato non appena la donna e il ragazzo apparvero sulla soglia: lei portava il ritratto di Piton con sua madre, il ragazzo aveva un grande fagotto.

“ Draco… ” fece un cenno ed il ragazzo agitò la bacchetta, mentre il ritratto di Persefone Piton levitava fino ad una parete.

“ Ed ora guarda che cosa ho fatto fare a Minerva nell’ultimo periodo…non sapevo che fosse così brava, ma quando lo ho scoperto non ho perso l’occasione. ”

Scartò il grande fagotto e ne estrasse un dipinto. Dalla tela Severus vide un altro sé stesso che lo fissava sorridente, con una mano sulla spalla di Draco, e l’altra a cingere la vita di Aura. Il ritratto galleggiò accanto al primo, ed Aura abbracciò Piton.

“ Naturalmente le ho commissionato altri due quadri, uno lo sta dipingendo, e rappresenterà tutti i nostri amici, e l’altro…beh, ci vorrà ancora qualche mese… ”

“ Io… ” Severus si strinse nelle spalle senza sapere cosa dire.

Aura prese le mani di Draco e lo fissò con affetto “ Spero che sarai felice qui, e che accetterai nostro figlio, non appena sarà nato, come un fratello, figlio mio. ”

Il ragazzo si strinse alla donna sprizzando felicità.

Quella notte Piton non riuscì a dormire, e restò a fissare la donna che gli stava al fianco.

“ Spero di essere un buon padre… ” mormorò più a sé stesso.

“ Lo sarai, non ho dubbi. ”

“ Ti ho svegliata? ”

“ No…ero sveglia. In realtà morivo dalla voglia di fare l’amore con mio marito… ”

Piton non se lo fece ripetere.

Due settimane trascorsero troppo in fretta, ma il ritorno ad Hogwarts fu estremamente piacevole.

Il professore di Pozioni passò dallo studio di Silente, prima di correre in classe a terrorizzare i suoi studenti.

“ Volevo chiederle scusa se ho perso il controllo, l’ultima volta che sono stato qui. Ma ero veramente fuori di me… ”

“ Non preoccuparti, Severus. Io sono fiero di te, perché pochi uomini sarebbero riusciti a rinunciare al potere che hai sfiorato, seppure per poco. ”

Piton annuì, a disagio, e scappò in classe.

“ Paciock, razza di incapace! ” tuonò, mentre l’allievo faceva rovesciare l’intero contenuto del suo calderone sui compagni  “ Paciock, io…penso che proveremo su di te questa disgustosa brodaglia…così vedremo se hai capito qualcosa o se la tua testa è irrimediabilmente vuota! ”

Il ragazzo grassoccio si mise una mano sulla bocca ed arretrò orripilato, in preda al terrore più grande, mentre Piton incombeva su di lui come una nuvola tempestosa.

Il professore  prese  un cucchiaio, lo intinse nella pozione e lo passò a Neville.            “ Bevi! ”  intimò, e Paciock sgranò gli occhi, prossimo a svenire. 

Le porte si spalancarono e Severus fissò senza capire Aura che gli correva incontro, quando lo abbracciò davanti all’intera classe, arrossì violentemente.

“ E’ arrivato questo! ” urlò la donna saltellando senza nessun contegno, e sventolò un foglio ed una medaglia davanti al naso di Piton.

“ Per te: ORDINE DI MERLINO PRIMA CLASSE ! ”

“ Cosa?! ”

“ Dicono che sei un mago eccezionale e di straordinaria levatura morale! ”

Severus Piton gridò e cominciò a saltellare insieme alla sua consorte, mentre Paciock si calmava e l’intera classe si chiedeva se fosse impazzito. Soltanto Draco ridacchiò felice per i suoi nuovi genitori, convinto che non fossero affatto pazzi.

Severus Piton baciò con tutta la passione di cui era capace Aura, e la strinse, guidandola in una danza travolgente tra i calderoni ed i banchi, mentre Grifondoro e Serpeverde lanciavano in aria le loro bacchette, in una pioggia di scintille colorate.

Severus baciò ancora una volta sua moglie e si chiese cosa avesse mai fatto per meritare una babbana tanto adorabile.

 

                                                            FINE

                                                      by Mariacarla