CANTO DI UNA PAZZA
Voi, che guardate curiosi, cosa volete? Sono stanca,
tanto stanca, mi sento male, mamma, dov’è la mia mamma, andate via tutti, non
voglio, non vi voglio, ho paura.
Salpa la mia nave, naviga serena oltre l’orizzonte.
Questo silenzio dilania la mia anima, il freddo
nelle ossa mi immobilizza.
Qualcuno mi aiuti,
correte, eccomi, sono io, sei forse
cieco, sordo, non mi riconosci?
Un asino senza occhi sei, nessuno sà, nessuno vuole sapere.
Medici, infermieri che offuscate la mente con magiche pozioni, datemi un po'
d’amore, magari una carezza sul viso, nelle mani.
Ti voglio dottore, fai l’amore con me, almeno una
volta, dottore vieni, vieni qui, ti faccio schifo forse?
Tutti uguali, ipocriti, lo so, siete voi i malati,
nelle vostre case, cadaveri vaganti, bugiardi!
Tu mamma,
che hai segnato la fatica dell’infanzia, vieni, stammi vicina, il
tuo sguardo indifferente, frettoloso ha disfatto la dolcezza della mia tenera
età, non mi hai avvertito, anche tu
sei colpevole.
Nessuno ascolta, s’inarca la mia voce nel vuoto
spaventoso, precipito.
Il burattino
nel labirinto, un ladro, gli farà del male, tutto è inutile, inutile.
Ecco, la
nave approda, una folla marcia compatta, ha intenzione di uccidermi.
No, sono una bambina, datemi pace, fatemi volare, sciogliete la fune, soffoco,
muoio, aiuto, aiuto! La fiamma brucia i miei occhi, spegnetela.
Dove siete uomini forti?
E tu uomo della mia vita, dov’eri mentre supplicavo
appena un ascolto? Ti nascondevi
sudicio vigliacco!
Danzate lieti nell’aria teneri gesti, piccoli petali
bianchi sospesi, vi amo.
Ho l’affanno, questa lotta è impossibile, raggiungo
la cima, trabocca la coppa di baci, ce
n’è per tutti, ho sete, fatemi bere.
Sassi piatti, due passi lunghi nel bosco, che pace!
Assurda è la preghiera? Dove sei mio Dio.
Raccogli ciò che rimane, la nuda carcassa dalla
trepida lacrima, un albero appeso sulle nuvole.
Dolore, dolore, dolore, mi hai aperto il cuore,
l’hai dato in pasto alle iene.
Abbracciami maiale, ricordi? Diventa rosso dalla vergogna.
Hai preso tutti i miei giocattoli, mi hai rubato la voce, non posso più
cantare.
Figli, figli, guardate vostra madre, l’agghiacciante cancro dell’anima, bambini miei dolcissimi, scappate, fuggite il tumulto del mio seno, non c’è piu nulla per voi, mi hanno cancellato.
Camici bianchi, vele che lente andate alla deriva,
fate qualcosa, una qualunque, spandete la mia immagine nel mare.
E’ la mia bambola, solo mia, l’ho nascosta fra le
piume, questa mi è rimasta, guai a chi la tocca!
Sono un uccello dalle larghe ali, ampie ali
d’argento, volerò presto nell’estasi verde per avere tutta la luce del mondo.
Non lo sapete?
I sole è mio fratello, l’unico fratello, liberatemi dunque, fatemi andare,
lasciatemi.