Data della creazione: 26-28 dicembre 2001
Rating: G…
Disclaimer: Harry Potter & co. Non sono stati ideati da me, bensì da JKR, e sono proprietà della Warner
Bros. Molti dei dialoghi sono ispirati alle canzoni di Alanis Morissette.
Ho bisogno di ringraziare
principalmente tre persone: Prima di tutto, un grazie alla mia amica Valentina,
per avermi regalato l'agenda dove ho iniziato ad ideare questa ffic. E che mi
ha infuso un po' di romanticismo. Non che io non sia poco sdolcinata già per
conto mio, notare.
Secondo poi, un grazie a JKR
per aver inventato Harry Potter, ma, soprattutto, un grazie per aver inventato
Draco.
Terzo, ma importantissimo lo
stesso, un grazie alla mitica Alanis Morissette, la cantante canadese che mi ha
fornito, attraverso le sue canzoni, l'ispirazione per la ffic e gran parte dei
dialoghi.
Salve a tutti^^. Sono qui
per presentare la mia fanfiction!
Questa ffic prende
inizialmente spunto da qualche stralcio di canzoni di Alanis Morissette prese a
caso, che nel giro di due giorni e una notte hanno preso vita in un racconto
piuttosto contorto che finalmente grazie a questa correzione 4 mesi dopo la sua
prima pubblicazione trova finalmente pace.
In generale, posso
senz’altro ammettere che questa storia rispetta tutti i canoni che le impone il
suo genere, e più che vera ffic originale è un esempio di quelle che si è
abituati a leggere in inglese, stralci di canzoni a parte, che fanno parte di
un'altra specie di fanfiction. L’idea di mettere le canzoni di Alanis mi è
venuta in seguito ad una prova di coraggio, ovvero riprendere “Il libro della
giungla” di Rudyard Kipling e cercare di non piangere dalla malinconia.
Per quanto riguarda i
cambiamenti dalla scorsa edizione, posso dire che ce ne sono molti, tra
aggiunte, cambiamenti e tagli, quindi conviene leggere la ffic anche per chi
già la conosce^^. Molte scene cambiano, e per quanto io non sia sicura che vi
piacerà di più o ugualmente, ne sono soddisfatta lo stesso.
Quindi, buona lettura^^.
Charlotte Doyle
Quanto tempo ci metti ad
essere più sicura di te?
Quante volte devo dirti che
ti devi sbrigare?
Con tutto quello che faccio per
te
Il minimo che puoi fare è
stare tranquilla.
Sii una brava ragazza
Devi provarci con più
impegno
Quello che hai fatto
semplicemente non era abbastanza
Per renderci orgogliosi.
(Alanis Morissette,
“Perfect”)
Ero di pessimo umore.
Nessuno, assolutamente nessuno mi capiva, e questo era quello che pensavo. Era
l’ennesima volta che venivo derisa da Ron per ciò che amavo, per Harry, per non
aver mai capito i suoi ragionamenti del cavolo.
E quello che mi mancava,
quel giorno, era di incontrare Draco Malfoy. E questa ultima disgrazia era un
granello di sabbia, in confronto a tutto il resto. Cosa diavolo mi poteva
importare di un cretino figlio di mangiamorte che non faceva altro che
insultare me e la mia famiglia, e i miei amici? Oh, pardon, gli amici di mio
fratello. E come potevo considerare una famiglia una massa di fratelli dei
quali la metà non mi credeva capace di pensare, e l’altra metà pensava a
disturbi adolescenziali?
Ed ecco a voi anche
l’episodio per completare il quadro delle mie giornate no.
“Ma guarda, dove va così
infuriata la nostra piccola Weasley?”
In un’altra occasione, di
maggiore calma, avrei tenuto la testa bassa e non l’avrei né guardato né
ascoltato. Ma ero troppo agitata per mantenere un comportamento di esemplare
buon senso. Ero stanca di essere sempre la stessa, piccola, timida e
silenziosa.
“Vai a morire, Malfoy!”
gridai più o meno un ottava sopra del suo tono di voce. Lo stavo guardando
negli occhi. E lui mi guardava a sua volta divertito. “Oh, la piccola Weasley
oggi non è dell’umore di scherzare con noi, eh?”. Tiger e Goyle sghignazzarono.
Ma che cavolo avevano da sghignazzare?
Malfoy mi afferrò per il
braccio. “Be’, che hai fatto?” disse ridendo. Di me.
Signore, salvami da questa
situazione, ti prego, pensai.
Ma forse c’era davvero da
ridere di me.
“Allora, non ci sono il tuo
fratellino, San Potter e la mezzosangue a salvarti, stavolta, eh?” sibilò.
Cercai di divincolarmi dalla
sua stretta.
Oh, Signore, no.
Virginia, non piangere, ti
prego, non piangere, non dargliela vinta a quel presuntuoso.
Ma che diavolo voleva da me?
“Ma che diavolo vuoi?”
Malfoy guardò il soffitto,
con aria pensierosa, e poi, tornando a rivolgermi lo sguardo, mi disse “vorrei
che per una volta non fosse così facile torturarti. Non c’è gusto.” E mi
lasciò.
Con la mano tastai il polso,
cercando di eliminare da lì la memoria di quella stretta. Sembrava fragilino,
ma era piuttosto forte. L’apparenza a volte inganna, ma in quel caso diffamava
proprio!
Bisbigliai irosamente dentro
di me “sadico!”, e ripresi la borsa che mi era caduta. Avevo pozioni,
accidenti, Piton mi avrebbe bruciato viva. Con la sua orrenda passione di
umiliare qualsiasi grifondoro in qualsiasi occasione era molto vicino alla
morte – di infarto- che prima o poi gli avrebbero procurato i gemelli per
rivendicare anni di soprusi.
Draco Malfoy era ancora
davanti a me. “Fatta male? Poverina!”.
Ero nera di rabbia. Mi
avvicinai a lui e alzai minacciosamente la mano, come per dare uno schiaffo.
Prontamente lui mi la mano avanti per pararsi, ma io gli mollai un calcio nello
stinco destro. Emise un gemito di dolore, e fu molto vicino a cadere, con la
mano ancora sospesa in aria che non gli dava per nulla equilibrio.
Probabilmente non se lo
aspettava.
I suoi due scimmioni si
accorsero solo in quel momento di quello che era successo. Mi allontanai
diretta verso il laboratorio di pozioni, mentre Malfoy mi gridava dietro “me la
pagherai!”
Avevo pozioni con i
serpeverde, e molto probabilmente loro avrebbero spifferato al più presto a
Piton di quello che era successo nel corridoio, ovviamente omettendo i peccati
di Malfoy. Così Piton mi avrebbe assegnato una punizione (molto probabilmente
la prima della mia vita) e avrebbe tolto una trentina di punti a Grifondoro.
Entrai nella laboratorio col
fiatone. Piton mi guardò malignamente al di là della cattedra.
“non fare finta di aver
fatto una gran corsa, Miss Weasley, abbiamo capito che ti sei presa tutto il
tempo per i tuoi comodi. Dieci punti meno a Grifondoro. Vai a sederti”.
I miei compagni mi
lanciarono un’occhiata di rassegnazione, cercando di non farsi vedere. Presi
posto accanto Colin e cercai di non pensare a niente di quello che sarebbe
successo. In quel momento il professore cominciò a restituire i compiti che
avevamo svolto la scorsa lezione (era l’unico ad Hogwarts che correggeva i
compiti esattamente per la lezione successiva… neanche la McGranitt lo faceva,
nonostante la sua precisione. Probabilmente Piton non aveva nient’altro da
fare, durante il giorno). Quando passò accanto a me, deformò la faccia in un’espressione
di tale disgusto che in confronto a quella che faceva con gli altri grifondoro
era passare da fiume a mare, e non riuscivo a spiegarmi esattamente il perché.
Se il fatto di essere grifondoro, punto primo, si andava a sommare con il fatto
di essere la sorella del miglior amico di Harry Potter, punto secondo, e che
quel giorno ero arrivata leggermente in ritardo, punto terzo, non riusciva a
giustificare perché ci potesse essere quell’odio atroce per me. Poi tutto si
spiegò quando vidi il compito: avevo preso un voto sin troppo alto in pozioni
per essere una grifondoro, e in quel momento non riuscivo a capire neanche come
avessi potuto fare. Speravo di non diventare come Hermione, sempre china sui
libri, e nel pensare questo, cercai di dimenticare tutti i problemi di quella
giornata, anche se non era affatto facile. Bene, almeno qualcosa di buono era
avvenuto.
Bene, la vita ha un modo
divertente di infierire su di te
Quando pensi che tutto sia a
posto e che tutto stia andando bene
E la vita ha un modo
divertente di aiutarti
Quando pensi che tutto stia
andando male e che tutto ti stia scoppiando in faccia.
(Alanis Morissette,
“Ironic”)
ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø
Sono consumata dalla
freddezza della solitudine
Sono come Estella
Mi piace avvolgere (la
matassa) e poi svolgerla
Sono frustrata dalla tua
apatia
E sono spaventata dai modi
corrotti di questa terra
Se solo potessi incontrare
il Creatore!
(Alanis Morissette, “All I really want”)
Qualche tempo dopo.
Ero fuori dal castello, sul
prato, a scrivere il mio diario. Strano che non avessi paura di quell’oggetto.
Ogni tanto mi capitava anche di scrivere qualcosa tipo “non mi rispondi, vero?
Sai, giusto per sicurezza”. Ma mi dovevo sfogare, e quello era l’unico modo.
Tirava un vento gelido,
alquanto assurdo per essere solo la metà di ottobre, e alla fine mi venne da
pensare che tra il clima e il mio dannatissimo umore era proprio quest’ultimo
ad influenzarmi, a farmi tremare di freddo.
Ed ecco che, come da
copione, dal nulla comparve Draco Malfoy. Accidenti, avrei voluto leggere una
fiaba dove accadesse quello che accadeva a me, invece di stupide apparizioni di
stupidi principi puffi.
Si stava prorpio avvicinando
a me, sempre come da copione. Fantastico. Che divertimento, Signore. Signore,
che tortura!
“Vedo che non ti è bastata
la tua piccola avventura durante il tuo primo anno, Weasley” commentòfacendo un
mezzo giro davanti a me. Sospirando, decisi di non cedere alla tentazione di
sbattergli il diario in faccia. “Taci, Malfoy” dissi, anzi stringendo a me il
libriccino.
Lui continuò a passeggiarmi
attorno. “La povera, incompresa, piccola Weasley, che scrive sul suo
diario”rise. Non so cosa gli avrei fatto se fossi stata un po’ più sicura di me
stessa.
“La povera piccola Weasley
che viene snobbata senza tanti problemi dal grande Potter!” continuò.
“Non parlare male di lui!”
“Oh, povera! Non può sentire
cosa cattiva sul suo salvatore” ululò lui con enfasi.
“Perché lui non è cattivo,
al contrario di te!” gridai. Il vento si portava via le parole.
“Oh, bene. Ho paura che tu
ti stia montando la testa, Weasley, che tu stia vedendo troppa luce in una
notte senza luna”. “Cosa diavolo intendi dire?” Avevo chiuso il diario, e
guardavo Draco, che ora si manteneva a qualche metro di distanza da me. Sapevo
che non avrei dovuto dargli alcun ascolto, ma quei giorni per me erano di
follia pura, che qualcosa si fosse impossessato di me di nuovo?
Lui fece una risatina
maligna, qualcosa di orrendo per le mie orecchie. Cominciai ad alzarmi per
andarmene. Era più di quanto potevo sopportare.
“Se Potter fosse buono come
lo dipingi, di certo non ti ignorerebbe così palesemente” disse finalmente lui,
quasi per fermarmi.
“Lui… lui…” iniziai, con
voce rotta.
“Lui non ha alcuna scusa più
di quante non ne abbia io per essere qui a parlarti – infatti mi sento molto
sciocco”
Quanto mi doveva odiare lui?
E perché mi odiava?
“Possibile che tu non riesca
a ragionare? La gente non fa male agli altri per gusto di far male!” gridai io,
allora.
“La gente lo fa anche per
gusto, credimi, soprattutto per gusto. Ed è vero, comunque, che ognuno ha la
sua agenda… o il suo diario, ovviamente” sghignazzò. “Ma sei tu quella che non
riesce a ragionare, Weasley!”
“Perché? Perché dici queste
sciocchezze?”
“Perché io non dico
sciocchezze, Weasley. Nessuno vuole il tuo bene se non per i propri interessi,
nessuno si asterrà mai dal giudicarti, e nessuno perderà mai l’occasione di
mortificarti per esaltare sé stesso. È un ciclo, davvero…” disse.
“Sei uno stupido
insensibile! Pensi che siamo tutti fondamentalmente critici? Fondamentalmente
crudeli?”. E lui rispose semplicemente “è quello che penso”.
Non riuscivo a fermare le
parole. “Credi nella vendetta?” le lacrime mi scendevano copiosamente sul viso
“Credi nel torto o nella
ragione, nel bene o nel male?”, e lui “Come definiresti l’uomo che viene ucciso
dalla moglie per aver picchiato a sangue il figlio? “.
Pensai che quello che aveva
fatto quell’uomo era sbagliato e sarebbe stato difficile per me provare
compassione per lui.
Ma non riuscivo a parlare.
Lui riprese “Ho paura che
dovrai rivalutare le tue convinzioni, Virginia Weasley”. Mi guardò con aria
sprezzante e se ne andò via.
Continuai a piangere in
silenzio, sperando che non arrivasse nessuno di mia conoscenza a consolarmi.
Perché avrei voluto ucciderlo, sì, ma dentro di me pensavo che avesse ragione.
Il momento che ho lasciato
era il momento
in cui avevo troppo per le
mani
Il momento in cui sono
saltata giù
è stato il momento in cui ho
toccato terra.
(Alanis Morissette, “Thank
U”)
ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø
Ti piace il dolore ma solo
se non fa molto male
Ti siedi ... e aspetti ...
di ricevere
C'è un'ovvia attrazione
Verso la strada più facile
nella tua vita
C'è un'ovvia avversione non
effetto della mia insistenza
Potresti provare stanotte
Perchè è facile non è vero
Così tanto facile non è vero
E quello che si vede in giro
non può mai accadere a te
A te a te a te a te a te ...
(Alanis Morissette, “Wake up”)
Se per una sola volta ero
almeno un pochino felice, sapevo che prima o poi il momento doveva essere
ignobilmente guastato. Sempre era successo così, ed in quei giorni più di
prima.
E la cosa più cretina e
demenziale che potesse accadermi in quella mattinata così piena di risate al
ritorno di tante tediose ore di lezione era proprio di incontrarsi con Draco
Malfoy in un corridoio, o per meglio dire, scontrarsi, distratta a pensare a
qualcos’altro.
Dietro di lui c’era il mio
caro fratellino e il caro Harry. Hermione andava molto di meno in giro con loro
da quando era prefetto, e poi non faceva altro che litigare con Ron. Da un
certo punto faceva davvero ridere il comportamento litigioso dei due
piccioncini, ma dall’altra era stressante, tanto che ormai ogni grifondoro si
era munito di tappi per le orecchie.
Signore!
Draco si voltò nuovamente,
senza darmi alcuna importanza, e continuò, rivolto a Harry e Ron, continuò il
suo solito discorso senza senso che andava a dire per conto del padre da cinque
anni ormai, per le vie di Hogwarts, che come qualcuno dice, sono infinite, e
nonostante questo, erano davvero troppe le volte nelle quali si doveva stare a
sentire quella voce strascicata. Ero furiosa. Perché diceva quelle cose?
Riceveva caramelle forse, a fare pubblicità a Colui-che-non-deve-essere-nominato,
veniva pagato come un attore, oppure gli era stato fatto una specie di lavaggia
del cervello, una maledizione Imperius?
Mi feci avanti e gli diedi
un altro calcio negli stinchi. Vi avverto che cominciava a divertirmi dare
calci. Stavo diventando anch’io sadica?
“E smettila di dire queste
cretinate! Tanto per te è facile, non è vero?
E tutto quello che accade intorno non può mai capitare a te… ti piace il
dolore, ma solo se non fa troppo male, no?”.
Lui sembrò piuttosto colpito
(sia dal calcio che dalle mie parole, da quanto capivo), mentre mio fratello ed
Harry erano praticamente rimasti a bocca aperta come merluzzi.
In quel momento nel
corridoio arrivò la McGranitt, che ci guardò sospettosa. “Che è successo? Non
avrete litigato un’altra volta, vero?”. Eravamo rimasti a corto di parole.
Harry accennò un “niente, niente…” di certo nessuno voleva beccarsi una
punizione di Gazza.
“Allora andate nelle vostre
classi, che aspettate?”.
Ubbidimmo, senza fiatare.
Ma Draco, seguendoci, chiese
“Weasley, posso risponderti?”. Non ne avevo alcuna intenzione, ma lui iniziò a
parlare prontamente e non ebbi il tempo di filarmela.
“Hai riflettuto su quello
che ti ho detto l’altroieri?”. Io risposi con sufficienza “Sì, ma non per
questo posso troncare i miei rapporti con le persone né posso smettere di
biasimarti per il tuo comportamento del cavolo!”
“Ah, be’… sul mio
comportamento non posso dire niente… ormai avrai capito che trovo molto
divertente far arrabbiare tuo fratello… ma per quanto riguarda i tuoi rapporti
con le persone… mi sto chiedendo, quali rapporti?”.
Odioso, odioso, odioso.
Signore, fallo smettere, ti
prego, ti prego, ti prego fallo smettere.
“probabilmente Potter non ti
vedrà mai più che come la sorella del suo migliore amico… pietoso, direi,
perché ti considererà molto più inferiore di quanto tu non sia…”.
Signore, basta… non gli
credevo, non gli potevo credere, non gli dovevo credere!
Perché diamine ce l’aveva
tanto con me? Perché? Perché mi voleva far soffrire?
“Finiscila, ti prego!” mi
stavo arrendendo? “Non voglio sentire più la tua voce!”
“Non vuoi sentire la voce
della verità, Weasley?”
“Non è la verità, non è la
verità!”
“Giusto, Weasley. È solo un
punto di vista”.
“E smettila di chiamarmi
Weasley! Chiamaci mio fratello così, io sono Virginia!”
“Bene, piccola, stai andando
a tutta velocità nella direzione sbagliata, e ci sono un po’ troppe
ammaccature. Se questa è la tua strada, però, insisti sulla tua rotta. Ma
dimmi, Virginia, sii onesta, sei felice? E non fare finta che non sei sul punto
di piangere!”.
Infatti scoppiai a piangere
nel giro di due secondi. Ma era ovvio che non ero felice, e non volevo seguire
la direzione sbagliata… Signore, cosa avrei potuto fare?
Io piangevo, piangevo, e
lui, appoggiato al muro, a braccia conserte, sospirava “il cielo mi scampi
dall’essere criticato… il cielo mi scampi dall’essere dimenticato… ho abusato
del mio cosiddetto potere, perdonami… dai, asciugati quelle lacrime…” e mi
porse un fazzoletto. Sembrava… terribilmente colpito. Non aveva la solita
espressione. Si sentiva in colpa?
Le sue parole, pensai in
quel momento, non avevano alcun senso.. alcun senso… ma forse ero troppo scossa
per capire qualcosa.
Quando mi ripresi, ero sola,
e mi stavo dirigendo verso la sala comune del Grifondoro. Ed avevo nella mano
sinistra il fazzoletto di Draco Malfoy.
Il cielo mi scampi
dall'essere criticato
Il cielo mi scampi
dall'essere dimenticato
Ho abusato del mio potere,
perdonami
Vuoi dire che in effetti
siamo una cosa sola
una, una, una…
(Alanis Morissette, “One”)
Quando entrai, Ron ed Harry
mi corsero incontro. Sembrava quasi che volessero appurare le ferite morali che
mi aveva procurato quella specie di scontro. In qualche modo sembrava che
guardassero a me come una specie di pulcino da proteggere, ed in qualche modo,
per quanto l’attenzione di Harry mi facesse piacere, il tutto mi dava piuttosto
fastidio.
Forse Draco aveva ragione.
Nel giro di due secondi mi convinsi di questo, perché sapevo già di essere la
piccola di casa, quella che non serviva a niente e nessuno se non alle mamma
per aiutarla nelle faccende di casal
Ero un po’ troppo
condizionabile, lo ammetto. Ma innegabilmente Draco aveva ragione. Era uno
stupido (per non dire dell’altro), d’accordo, ma aveva ragione!
E forse avrei dovuto farlo
parlare. E non scoppiare a piangere, come facevo sempre. Come potevo essere
considerata indipendente, se ogni volta avevo bisogno di piangere, di essere
trattata come una bambina?
Realizzate che avevo
quattordici anni?
Scansai Ron ed Harry, e mi
diressi verso il dormitorio. Presi un pezzo di pergamena e iniziai a scrivere
freneticamente.
Avevo bisogno di parlare
ancora con lui.
Sei la dolce crociata
E vai per la tua strada
Sei l'ultima grande
innocente
Ed è questo il motivo per
cui ti amo
Allora prenditi un attimo
Mary Jane , e sii egoista
Non badare alle macchine che
passano
Tutto quello che importa
Mary Jane è la tua libertà
Resta appassionata mia cara
, resta ironica
(Alanis Morissette, “Mary
Jane”)
ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø
Che fu della caccia
cacciatore ardito?
Fratello,
l’agguato sì lungo è finito.
Che fu della preda che a
cacciare andasti?
Fratello,
brucare ancor la vedresti.
Che ne è della forza che fu
il tuo orgoglio?
Fratello,
sgorga dal fianco e dal collo.
E dove la fretta ti induce a
fuggire?
Fratello,
nella mia tana, a morire!
(Rudyard Kipling, Tigre!
Tigre!, cap.3, “il libro della giungla”)
(l’inizio di questo capitolo
con Kipling non c’entra assolutamente niente con quello che deve avvenire… ma
rende bene lo stato d’animo ^^; NdA)
La risposta di Draco mi
arrivò due giorni dopo, via gufo. Con una calligrafia chiara e precisa, c’era
scritto semplicemente
Risposta per V.W.
Questo sabato c’è l’uscita
ad Hogsmeade. Ci incontriamo là.
D.M.
Iniziò il conto alla
rovescia… non riuscivo a pensare più a nient’altro, se non a cosa dovessi dire,
quel giorno. Oltre alle mie scuse. Alle mie sentite scuse. Sebbene i suoi occhi
fossero sempre così freddi, non potevo credere che non avesse sentimenti. E,
ricordando le sue ultime parole, quel pomeriggio, pensai che forse si era
dispiaciuto.
Oh, ma che stavo pensando?
Draco Malfoy dispiacersi della mia sofferenza? Lui certamente ne godeva!
Martedì mi chiesi incessantemente
perché diavolo avevo chiesto a Draco di parlare. Di cosa avevo bisogno di
parlare?
Mercoledì invece pensai che
parlare con lui era una questione di vita o di morte.
Giovedì non sapevo più come
comportarmi.
Venerdì ero talmente nervosa
che non mi accorgevo neanche se qualcuno mi parlavo.
E sabato arrivò. E io non mi
rendevo conto di cosa accadeva. Non mi veniva di certo in mente perché diavolo
tenevo tanto a parlare con Draco, solo con lui. Perché pensavo a lui sempre
come… come un confidente?!?
Mi stavo di nuovo montando
la testa… pensavo troppo velocemente, non riuscivo a fermarmi.
Eravamo finalmente arrivati
ad Hogsmeade, e stavo tremando come una foglia. Virginia, Virginia, di cosa hai
paura? Ed in quel momento Draco Malfoy si piazzò davanti a me, con la sua
classica espressione fredda e con le braccia conserte. Non ne sono sicura, ma
ho paura di essere arrossita in quel momento.
“Dovevi parlarmi, giusto?”
chiese, indifferente. Io annuii, e lui mi fece segno di seguirlo. Obbedii,
accostandomi a camminare accanto a lui. Ci eravamo già allontanati dagli altri
studenti, nessuno ci poteva vedere assieme.
Raccolsi tutto il mio
coraggio e lo buttai fuori. “Mi devo scusare” dissi, come al solito un ottava
sopra del normale per l’agitazione . Continuando così nel giro di una settimana
avrei iniziato a parlare in falsetto. “io… io non ti volevo ascoltare… però
forse hai ragione, cioè… non so come…”.
“Non ti devi scusare”
rispose in fretta lui, nervosamente. “Sono stato io che ti ho fatto piangere,
no?”. Sembrava quasi scocciato. Perché l’avevo chiamato?
“Meglio che ti dica perché
sono qui” disse lui. Ed ad ogni parola sembrava sempre più scocciato. Lo
guardai. Sempre la stessa espressione, ma appariva più nervoso di quanto
dovesse essere.
“Non voglio avere problemi
con te, Wea-, ehm, Virginia. Preferirei che non continuassimo a litigare. Penso
che ormai tu abbia capito che sono il più grande ipocrita che tu conosca, no?
Quando litigo con tuo fratello e gli altri, e dico tutte quelle cose… Potresti
immaginare che sono stato innegabilmente invidioso di Potter in passato sino al
punto di arrivare ad odiarlo, no? Sono stato chiassoso e pieno di pretese, e
non volevo dare niente in cambio perché tanto ho continuato a ricevere
caramelle per il mio egoismo… e sai anche che continuerò a comportarmi così…”.
Ma allora era vero che riceveva caramelle! Però non sembrava un tipo da dolci…
che strano. Le mie altre fuoriuscite demenziali però ve le risparmio.
“Si può sempre
cambiare” intervenni allora io, che ero
fin troppo scossa da quella ‘confessione’, e volevo fare qualcosa per fermarla.
“È difficile togliersi
un’etichetta, Virginia. Molto probabilmente sarò considerato ancora ‘quel
bastardo di Malfoy’ quando tu sarai ancora considerata ‘la piccola povera fan
di Harry Potter’, per molto tempo ancora. Non sarà facile togliersi titoli del
genere, credimi. E se poi la gente ti considera un certo tipo di persona, va a
finire che lo diventi.”.
Pensai dentro di me “ti
prego, tu non diventarlo di nuovo, ti prego…”. Pensai che forse Draco Malfoy
non era così male come lo si credeva. Signore, non un’altra volta! Stavo
piangendo di nuovo, Signore!
“Non sono riuscito a
‘giocare’ con te più di tanto con le mie ipocrisie, e sono andato a parlare di
cose che non avrei mai detto a nessun altro. Preferirei non continuare, mi
sento patetico… sembra uno di quelle storie di grandi rivelazioni”. Che tutto
sembrava molto, ehm, finto, lo potevo dire anch’io. Tutto era così
terribilmente simile ad un romanzetto rosa che stavo andando fuori di testa, e
mi aspettavo da un momento all’altro di vedere fiorire tutti fiorellini
colorati intorno a me stile Shoujo Manga. Scusate l’allusione fuori luogo.
Rimanemmo in silenzio per
qualche secondo, e poi lui riprese di nuovo “Davvero, non voglio più litigare con
te, né farti piangere (ti prego, smettila!), fai finta che tutto quello che ci
siamo detti non sia mai accaduto”.
Annuii lentamente affinché
potesse vedere che non piangevo più.
Continuammo a camminare.
Ormai non si vedevano case da circa mezzo miglio. Ci stavamo allontanando
troppo. Sentivo che l’aria era cambiata. Non c’era più un vento freddo, e i
colori dell’autunno ci avvolgevano. Lui ad un certo punto inciampò, e
scoppiammo a ridere entrambi.
Presi la parola, allora,
perché mi era venuta in mente una domanda. “Allora perché mi odi?”. Lui mi
guardò divertito, con uno sguardo, che, oserei dire, era quasi… affettuoso, e
rispose “Infatti non ti odio, anzi…”.
Stavo giusto per chiedere
“Anzi che?”, ma lui non me ne diede il tempo, che già si era chinato su di me,
e le sue labbra si era congiunte alle mie, molto dolcemente, e le sue braccia
erano scivolate intorno alla mia vita. Ero completamente paralizzata.
Signore, mi stava baciando!
Draco Malfoy mi stava baciando! Il cretino (per non dire di peggio) mi stava
baciando! E, pensai, mi piaceva un sacco.
Passato qualche secondo,
notando che non reagivo, si inclinò un po’ di più e mi strinse a sé. Finalmente
mi decisi a buttargli le braccia al collo ed a ricambiare il bacio, cosa che
sembrò apprezzare molto.
Dopo un po’ ci
interrompemmo, ma io rimasi ancora stretta a lui, mentre la sua mano mi
accarezzava la testa, e le sue labbra mi sfioravano i capelli. Poi finalmente
lui ruppe il silenzio.
“Virginia…” Oh Dio, com’era
bello sentire il mio vero nome pronunciato dalla sua voce!, “Posso dirti che
non riesco proprio a non nascondere il fatto che mi piaci?” Avrei voluto
rispondere un sacco di cose, ma in queste situazioni romanzesche non c’è molto
tempo. Risposi semplicemente, sorridendo “anche tu mi piaci”. Osservandolo, non
notai alcuna traccia di freddezza nei suoi occhi.
E, ridendo di cuore, ci
baciammo nuovamente, e nuovamente, e nuovamente…
Animiamo l'ora del tè,
Discutiamo di tutto in
confidenza!
Parliamo con franchezza,
rendiamoci ridicoli,
Risolviamo i problemi del
mondo!
(Alanis Morissette, “So
pure”)
Fine…?