Questa è la sezione che il mio sito dedica allo sport  dei nonvedenti.

A:”Ma è possibile veramente “giocare ad occhi chiusi”?

B:”Non ci credi? Osserva attentamente questa sezione”!

 

 

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I   NON   VEDENTI  E   LO   SPORT: CERCHIAMO  DI  SAPERNE UN  PO'  DI PIU'

 

Avv. Marco Bongi

Presidente A.P.R.I.

 

Le competizioni sportive riservate ai portatori di handicap ormai  da qualche   anno   sono    diventate abbastanza   familiari  anche   al pubblico italiano ma molto  spesso l'interesse   degli   organi    di informazione    è    ancor    oggi essenzialmente   legato   più   ad aspetti    di   curiosità    quasi folkloristica  piuttosto  che   ad elementi  di  carattere   tecnico. Ogni  tanto  la TV  ci  fa  dunque vedere   alcune  riprese  di   una partita di basket giocata su sedia a   rotelle  o  le  scene  di   un saltatore  con  una  sola   gamba. Tutto      ciò     però      rimane  inevitabilmente    confinato    al     momento sporadico e  difficilmente  quindi  il  grande  pubblico   può farsi  un'idea completa  di  quali   siano  le concrete possibilità  di  un disabile nel mondo dello  sport agonistico. Gli anglosassoni anche in  questo ci hanno anticipato  di molti anni; non solo loro però se,   come  vedremo, anche la  Spagna  e  tutto  il Sud America danno  molta importanza   a   tali   iniziative specialmente in alcune discipline.

Tenteremo  allora  oggi,  seguendo l'orientamento di questa  rubrica, di    delineare,    per     quanto possibile,     una      panoramica sintetica ma completa degli sport

che  possono essere praticati  dai non vedenti. Va innanzitutto detto che    i    ciechi,    date     le caratteristiche     della     loro minorazione e l'estrema importanza

che  la vista solitamente  riveste in  quasi tutti gli  sport,  hanno pensato  da  parecchi  decenni  di crearne  uno  tutto  per  loro,  o meglio,  che possa essere  giocato  anche    eventualmente   dai    non  vedenti    purchè    completamente bendati.   Stiamo   parlando   del TORBALL,  un  gioco nel  quale  si utilizza  una  palla sonora  e  si  fronteggiano due squadre  composte di  tre atleti. Il campo è  diviso  in due parti come per il tennis  o la pallavolo ma qui la palla  deve passare  sotto, e non  sopra,  una serie  di tre funicelle dotate  di campanelli poste all'altezza di 40 cm  dal suolo. I giocatori  stanno inginocchiati   su   dei   piccoli tappeti    e   devono    utilizzare  l'udito  per individuare la  palla lanciata   con   le   mani   dagli avversari.   Se  la  palla   viene parata si procede ad un nuovo tiro in direzione opposta, se invece  i    tre   "portieri",  pur   essendosi tuffati,   sono   battuti,   verrà assegnato  un punto  alla  squadra   che  ha effettuato il  lancio.  Il Torball, pur se piuttosto statico,   è comunque lo sport più  praticato dai   ciechi;   esistono   infatti campionati mondiali,  continentali e    nazionali,    molti    tornei internazionali       e        varie  competizioni  ad ogni livello.  In Italia il Campionato di TORBALL  è  articolato  nella serie A, B e  C. In  Inghilterra  e Stati  Uniti  è anche  assai diffusa una  versione  di  Torball più dura e più  lenta,  chiamata GOLLBALL, che  differisce   dalla        forma        principale   essenzialmente   perchè    prevede l'utilizzo di un pallone molto più  pesante. Parlando ora degli  sport   per   tutti,  possiamo  dire   che  quello  più  praticato  dai  privi   della    vista   in    Italia    è probabilmente  il "tandem"  ovvero la bicicletta a due posti, un  non  vedente di dietro e un normodotato  davanti.   Di  questa   specialità   esistono  numerose  gare  sia   su pista  che  su strada.  Al  di    comunque dell'aspetto  agonistico,     va  ricordato  che  molti  giovani ciechi posseggono un tandem  anche  solo   per   poter   fare    delle passeggiate  o  delle   escursioni cicloturistiche   assieme  ad   un familiare  o  ad un  amico.  Altre discipline   sportive  a  cui   si dedicano parecchi disabili  visivi sono:   atletica  leggera,   judo, nuoto,  sci  di fondo  e  talvolta anche  alpino, tiro con  l'arco  e       naturalmente,   specialmente    in  Spagna  e Sud America, il  calcio. Nell'atletica  le  corse   vengono  realizzate  non tutti  insieme  ma  naturalmente  a  cronometro.  Ogni   corridore  è legato a vita da  una fune  tenuta  dal  suo  allenatore all'interno  della  pista.  Questi provvederà  a  guidare ed  a  dare   indicazioni      affinchè       la traiettoria di corsa non devi  dal percorso.  Il  judo  non  presenta particolari difficoltà per chi non  vede. Il cieco anzi può  competere quasi  ad  armi  pari  assieme  ai  vedenti   in   quanto   le   regole  impongono  il  costante   contatto fisico fra i due lottatori ed ogni  mossa può dunque essere  percepita  anche attraverso il tatto. Non  vi  sono    particolari     difficoltà neppure  per il nuoto  nel  quale, grazie  alle corsie  galleggianti, le  gare  possono  avvenire  anche tutti assieme. Unico  accorgimento particolare      consiste      nel consentire    all'allenatore    di toccare  sulla testa l'atleta  con un  piccolo bastone sormontato  da una spugna allo scopo di  indicare l'approssimarsi della fine-vasca e consentire  la preparazione  della virata.  Certo  vedere  sciare   i  ciechi incuriosisce e stupisce  il  grande   pubblico.   La    tecnica utilizzata  non  ha  più  di   una decina   d'anni   di  vita   ed   è  imperniata su una sorta di discesa radioguidata:         l'istruttore impartisce  ordini al non  vedente tramite   una    rice-trasmittente collegata ad una radiocuffia posta  sul  capo  dell'atleta.  Le  piste  ovviamente      devono      essere abbastanza  larghe  e  non  troppo ripide;  il risultato  complessivo resta comunque notevole e  suscita     molta ammirazione specialmente  se visto in TV. Anche per il tiro con l'arco   si   usano   sistemi   di puntamento   basati   su   segnali acustici. Qui il bersaglio è fisso e  quindi  si può disporre  di  un  discreto  lasso di tempo  dedicato       all'identificazione       spaziale dell'obiettivo.      Un      cenno particolare   merita   infine   il calcio.  Questo  sport   presenta, come   ben  si   può   immaginare, notevoli  difficoltà  per  chi   è completamente  privo della  vista. Difatti non è molto praticato  nei paesi   anglosassoni  e   neppure, tutto sommato in Italia. Chi  però veramente  non  vuole  o  non  può rinunciarvi  perchè  probabilmente lo  porta  impresso  a  fuoco  nel sangue  o  nel  DNA  sono  i   non vedenti  Spagnoli,  Portoghesi   e soprattutto  quelli  Sudamericani. Ecco alcuni accorgimenti messi  in atto    in   questi   paesi    per consentire di giocare a football a  chi  non  ci vede.  I  campi  sono circondati   da  corde   o   fasce elastiche,    come   se    fossero giganteschi  ring, allo  scopo  di   non  far uscire i  calciatori  dal   rettangolo  di gioco. La  palla  è  naturalmente sonora (contiene  dei campanelli)  e  così pure  i  pali delle   porte   emettono   segnali acustici. I portieri sono  vedenti  e  urlano  a gran voce  ordini  ed indicazioni  di direzione ai  loro  compagni  di  squadra.  Nonostante però   questi   accorgimenti,   lo   spettacolo di una partita  giocata  da  20 ciechi rimane, non  solo  a  mio parere, piuttosto deprimente e  più  simile  ad  un  fenomeno   da baraccone   che   ad   una    vera manifestazione   sportiva.    Come infatti   facilmente   si    potrà immaginare,   gli   scontri,    le ammucchiate  ed i  calcioni  fuori mira sono all'ordine del giorno

con   la  ovvia   conseguenza   di numerosi  infortuni  dovuti   alle proverbiali   "botte   da   orbi". Ciononostante   in  molti   paesi, compreso   il   nostro,   esistono regolari   campionati  di   calcio riservati  ai minorati  sensoriali  visivi. Nel nostro paese tutte  le  attività agonistiche praticate  da portatori di handicap visivo  sono  organizzate   e   dirette    dalla Federazione    Italiana     Ciechi Sportivi (F.I.C.S.) che ha sede  a Modena.  La  FICS a  sua  volta  è inserita nella più grande F.I.S.D.   (Federazione      Italiana      Sport    Disabili)  la  quale   rappresenta  tutti  gli  sportivi  handicappati    all'interno    del   C.O.N.I.    e partecipa   ogni   4   anni   alle paraolimpiadi.  Come  si  vede  le possibilità per un non vedente  di dedicarsi  ad  una  sana  attività fisica  non sono poche. Se poi  si vuole allargare il campo a  quelle discipline   che  possono   essere    praticate a livello amatoriale, lo spettro  si amplia  ulteriormente:        equitazione,          canottaggio, sollevamento   pesi,   ginnastica, pattinaggio  sono  tutte  attività esercitabili  con qualche  piccolo   accorgimento.  Aiutiamo  allora  i ciechi a muoversi un pò di più  ed a valorizzare le proprie non poche  potenzialità fisiche.