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THE NAZI STATE AND THE NEW RELIGIONS: FIVE CASE STUDIES IN NON-CONFORMITY by Christine Elizabeth King
(1982 New York)

LO STATO NAZISTA E LE NUOVE RELIGIONI:
 CINQUE STUDI DI CASI DI NON-CONFORMITA' 
di Christine Elizabeth King

Autorizzazione
- Capitolo 6 - Capitolo 7 - Appendici - Note

IL TRIONFO DELLA VOLONTA’:
I TESTIMONI DI GEOVA


Vogliamo ringraziare la Professoressa King che ha dato il consenso e l'opportunità alla Redazione di "Triangolo Viola" di tradurre e pubblicare in Internet in italiano questi due capitoli a beneficio dei nostri lettori. E' possibile visualizzare l'autorizzazione e la lettera della Prof. King alla Redazione Triangolo Viola.Il testo originale è pubblicato in un sito in inglese. Il numero delle pagine ed i riferimenti sono stati mantenuti nel testo per permettere il collegamento al testo originale.


LO STATO NAZISTA E LE NUOVE RELIGIONI:
CINQUE STUDI DI CASI DI NON-CONFORMITA’


Christine Elisabeth King

Studi nella Religione e Società
VOLUME QUARTO 


STAMPA EDWIN MELLER
NEW YORK e TORONTO

[147]


CAPITOLO 6: IL TRIONFO DELLA VOLONTA’: I TESTIMONI DI GEOVA

Il movimento dei Testimoni di Geova1 giunse in Germania nell’ultimo decennio del XIX secolo ed incontrò, come nuovo movimento religioso, il tipo di sospetto incontrato al loro arrivo da tutti i gruppi qui trattati. In molti modi, tuttavia, questo gruppo attrasse una critica più severa sebbene la sua crescita fosse lenta e nel 1933 avesse ancora solamente 20.000 membri in Germania.2 La teologia in qualche modo separatista del movimento fu vista con tanto sospetto quanto lo furono le sue origini americane e le autorità civili e religiose furono critiche per i suoi legami internazionali e per l’intenso millenarismo. Il sospetto si tramutò in ostilità durante la prima guerra mondiale quando alcuni Testimoni di Geova si rifiutarono di combattere.3 Il timore che questi settari fossero i “partigiani [cronisti] della quinta colonna” fu indotto dopo la guerra quando la linea di condotta ufficiale del gruppo bandì ogni futura cooperazione dei Testimoni nella guerra o in lavori collegati alla guerra. I Testimoni vedevano se stessi come cittadini del Regno di Dio, arruolati nel Suo esercito. Erano già designati in queste vesti e sarebbero stati chiamati per combattere le forze delle tenebre nell’ultimo giorno. La loro posizione in questo modo era non di pacifismo ma di neutralità4, e le guerre “terrene”, mentre avevano significato nel piano escatologico di Dio5, erano viste come se non riguardassero i Testimoni.

     Le loro vedute unitarie sulla guerra e sul significato della cittadinanza furono così una potenziale fonte di difficoltà per i Testimoni, composte semplicemente dal loro insegnamento che la fine del “presente ordine” era vicina e che tutte le “nazioni” attualmente sotto il controllo di Satana sarebbero state presto distrutte. Il modesto stato economico [148] e sociale della maggioranza dei convertiti6, associato alla convinzione piuttosto ingenua che la “neutralità politica” avrebbe assicurato la loro salvezza in ogni condizione, portò ai Testimoni non solo difficoltà dalle autorità, ma anche attacchi considerevoli da altri settori. Non solo i critici trovarono nel movimento un facile bersaglio a causa della sua relativa mancanza di amici influenti, ma poiché i membri erano istruiti di tenersi pronti per la persecuzione nel loro ruolo di Testimoni di Geova nel mondo di Satana, essi arrivarono ad accettare ostilità e sospetto come la norma.

    Nonostante il fatto che di tutte le sette, i Testimoni fossero il più serio bersaglio di abuso e ostilità, all’interno della costituzione liberale di Weimar essi godevano di una certa protezione. Il gruppo era registrato come una società già dal 19217 e, secondo le disposizioni degli  articoli 135-7 della costituzione, era data 'libertà di religione' e allo stesso tempo la società editrice dei Testimoni era riconosciuta come un ente giuridico straniero legale.8 Sebbene soggetta alla legge civile, fino al 1928 fu classificata come una legale associazione filantropica9 e come tale non pagava tasse al dipartimento delle entrate dello stato. I più grandi problemi negli anni '20 sembra si verificassero nella cattolica Baviera10, culla del nascente partito nazista, e qui come altrove le conseguenze delle azioni legali prese contro i Testimoni variarono. Prima del 1929 la maggioranza fu assolta dalle accuse che includevano la distribuzione illegale di letteratura11, ma dopo quella data molti furono condannati ed il gruppo sentì il bisogno di pubblicare dichiarazioni che sottolineassero che le sue attività erano religiose e non politiche.12

    La stampa e gli scrittori delle maggiori correnti della Cristianità condivisero una comune avversione per i Testimoni descrivendoli come “seriamente in errore”13,come “nemici di tutti i cristiani”14, come la “volpe nel pollaio”15 e ci furono appelli per limitare la loro libertà di associazione e adorazione.16 È ancora più significativo il fatto che i critici vedessero nell’insegnamento dei Testimoni non solo un’eresia, ma anche sovversione politica [149] descrivendo le loro profezie millenarie a seconda dei casi come “comuniste”17 o “anarchiche”.18 Già nel 1922 i Testimoni erano accusati di essere agenti degli Ebrei19 e “nemici della cultura tedesca”20 e fu argomentato che denaro non solo ebreo, ma anche americano e massonico, veniva versato nel movimento.21 Molto più di ogni altro gruppo preso qui in considerazione, i Testimoni furono visti come strettamente collegati ai Sionisti e ad organizzazioni sovversive, trovando menzione perfino nei più noti libri antisemiti, “I Protocolli degli Anziani di Sion”, pubblicato nel 1923.22 Fra gli scrittori antisemiti, Dietrich Eckhart23 e J. Van Leers24 sollevarono la questione identificando i Testimoni come il “verme Ebreo” e “Marxisti”.

    Visto che i Testimoni non avevano più legami con l’Ebraismo ed il Vecchio Testamento di quanti non ne avessero, ad esempio, gli Avventisti del Settimo Giorno, il contenuto ed i motivi di queste accuse sono interessanti. Gli insegnamenti dei Testimoni sulla neutralità erano visti come una minaccia alla società, ed in questo modo fattori come rapporti con l’America, uso del Vecchio Testamento e teologia dell’avvento, comuni in alcune parti a tutti i cinque gruppi qui considerati, erano visti, nel caso dei Testimoni, come una copertura per la sovversione politica. Anche sotto la tollerante costituzione della Germania di Weimar, coloro che rifiutavano di riconoscere lo stato come il supremo centro della lealtà dei cittadini, erano visti con considerevole sospetto. Poiché i membri di tutti gli altri quattro gruppi erano saldi nella loro lealtà allo stato tedesco, e poiché questo era stato dimostrato dal loro arruolamento nella prima guerra mondiale, la loro teologia, mentre talvolta era vista come sospetta, veniva generalmente liquidata come “marginale” o “eresia innocua”. I Testimoni non erano solo inflessibili nella loro attitudine verso lo stato, ma erano espliciti nella loro critica delle chiese maggiori e della malvagità delle “nazioni”. Mentre sotto Weimar questo portò qualche difficoltà, nel nuovo stato Nazista, in cui ogni dichiarazione diventava una presa di posizione politica, e [150] ogni centro di lealtà rivale veniva sottoposto a stretto scrutinio, i punti estremi della loro teologia sul “Regno di Dio” e sul loro stesso ruolo nel “mondo di Satana”, stava per portare i Testimoni nel più aspro conflitto che la setta avesse mai sperimentato.

    Forse non sorprende che i Testimoni divenissero uno speciale bersaglio per le S.A.25 negli anni '20 e nei primi anni '30. Malgrado questo, i capi della setta sembra non abbiano riconosciuto nessuna particolare minaccia alla loro esistenza nel Nazionalsocialismo e quando nell’aprile del 1933, solo 4 mesi dopo aver raggiunto il potere, i Nazisti diffusero un bando contro le attività del movimento in Baviera e, entro il mese di giugno, lo estesero a tutta la Germania26, la setta non riconobbe ancora la gravità della crisi. Sotto certi aspetti la situazione sembrava inalterata, i nemici gli stessi. La chiesa Cattolica in Baviera venne ad uno speciale accordo con il nuovo governo sulla scoperta e sulla denuncia dell’opera missionaria dei Testimoni27; le autorità civili e dell’istruzione dovevano denunciare ogni attività sospetta o la distribuzione della letteratura dei Testimoni.28

    Per nulla scoraggiati dal bando, i Testimoni continuarono a distribuire la loro letteratura e ci sono evidenze dai circoli governativi che nel giugno del 1933 essa era in maniera evidente ancora in circolazione. Le autorità civili, avvertite del bando, si lamentarono che gli ordini su come trattare i Testimoni lentamente trapelavano da fonti del Governo centrale.29 I Testimoni trassero vantaggio da questo intoppo burocratico e sfruttarono la breve tregua per organizzarsi per ciò che stava rapidamente diventando una situazione pericolosa. La più ovvia e la più sicura strategia di sopravvivenza, la cessazione di tutte le attività religiose, fu una opzione che i Testimoni mai nemmeno presero in considerazione. La letteratura continuava ad essere distribuita, apertamente se questo era possibile, segretamente se non lo era, e le adunanze venivano tuttora tenute. Alcuni funzionari tentarono il tipo di atti [151] di pacificazione con il Governo che, come si è visto, furono fatti con successo da rappresentanti di altre sette. Essi offrirono, per esempio, di cambiare la copertina  di una pubblicazione dei Testimoni che mostrava un guerriero che brandiva una spada insanguinata, un’illustrazione che i nazisti chiaramente consideravano offensiva.30 Il gesto fu vano, come anche i successivi tentativi di pacificazione mostrarono di essere, poiché in risposta gli uffici e l’attrezzatura di Magdeburgo della setta furono confiscati e rilasciati solo dopo l’intervento diplomatico del governo americano, per essere comunque soggetti a successivi sequestri.31 

    Appare evidente che, qualsiasi cosa i Testimoni facessero, eccetto rinnegare i loro insegnamenti, non avrebbe portato alla cessazione dell’ostilità che i nazisti esprimevano verso di loro. I Testimoni erano il tipo di nemico per eccellenza per il partito, con le loro aspirazioni “politiche” e “pro-ebraismo” prese come dato certo. I capi dei Testimoni sembra siano stati sorpresi da tale reazione. Indubbiamente, essendo abituati ed aspettandosi una persecuzione, questo contribuì a rendere la reazione del gruppo più lenta al cambiamento nella natura del conflitto. Sospetto e conflitto in questa scala erano novità e per un po’ di tempo il gruppo reagì come aveva fatto in tempi precedenti, e ad attacchi meno perniciosi, spiegandosi e offrendosi di negoziare col governo su piccole questioni che potevano offendere il nuovo stato.

    Una Dichiarazione dei fatti32 fu così inviata ad ogni funzionario di governo di grado elevato nel giugno del 1933, rappresentando i risultati delle delibere prese ad un’assemblea a Berlino. Il documento indica la natura degli attacchi che stavano subendo, spiega gli insegnamenti del gruppo, conferma il carattere rispettoso delle leggi dei suoi membri, nega ogni collegamento con comunismo, massoneria ed ebraismo ed esprime sostegno per “gli obiettivi paralleli” del nuovo governo nazionale. Il documento è un capolavoro nel suo genere e degno di ognuna delle altre quattro sette. Esso spiega, lusinga e offre appena un'allusione di compromesso. Ciò nonostante [152]  il suo impatto fu negativo. Laddove altre sette furono ricevute in silenzio ma fu loro concesso di dimostrare la loro “neutralità”, i Testimoni, rivendicando la neutralità, furono identificati come implacabili nemici. Più a lungo venivano trattati come nemici, più la loro stessa posizione si rafforzava, e, avendo fatto tutto ciò che potevano sul campo della negoziazione, coloro che prendevano la direttiva ed i membri presto entrarono in una campagna per assicurare la sopravvivenza della loro opera che fece precipitare la situazione senza che lo prevedessero, cosicché nell’arco di pochi anni non solo sarebbero stati messi in prigione e nei campi di concentramento a centinaia, ma la loro letteratura avrebbe denunciato le atrocità del governo nazista non solo contro i Testimoni di Dio, ma contro Ebrei, donne, bambini e la popolazione tedesca in generale.

    Avendo cercato di assicurare alle autorità che erano buoni cittadini attraverso la Dichiarazione dei Fatti, interpretando e spiegando i loro insegnamenti, date le preoccupazioni del regime, in modo da dissipare i timori ed offrire un'allusione di compromesso, i Testimoni sembravano aspettarsi pochi ulteriori fastidi. Non aveva la Dichiarazione condannato, con i nazisti*1, la lega delle Nazioni? Non aveva descritto il nazionalsocialismo come oppositore alle ingiustizie che i tedeschi avevano sofferto sin dal 1919 e non era terminata con un appello personale al Führer?

    Tali speranze erano mal riposte. Sebbene il gruppo vedesse una limitata opposizione ufficiale nei primi mesi del 1933, questo era un risultato del tempo necessario alla burocrazia per elaborare e realizzare il bando, piuttosto che un qualche ammorbidimento della politica nazista nei loro confronti. Erano ancora soggetti ai linciaggi della “giustizia” delle S.A. ed ora erano totalmente senza protezione da parte della polizia. Abitazioni33 ed attività lavorative34 erano sotto assedio e singoli Testimoni erano attaccati dalle S.A. come “traditori”.35 Questa persecuzione non ufficiale durò per tutto il tempo in cui le S.A. ebbero potere [153] e fu esacerbata dal rifiuto dei Testimoni, per motivi religiosi, di votare alle elezioni tenute il 12 novembre 1933.36 In pubblico i Testimoni furono sempre più identificati come nemici, venendo fatti marciare per le strade indossando cartelloni che esponevano dettagliatamente il loro “tradimento”. A quel tempo i tribunali generalmente non davano più che un’ammenda per il rifiuto di votare, ma i Testimoni in attesa di processo venivano provocati con la forca “come un avvertimento” dalle S.A. e sperimentavano violenza fisica e minacce da chi li aveva catturati. Ci furono almeno 11 morti in prigione, descritti come “suicidi”; come gli ebrei, i Testimoni divennero molto presto cittadini senza diritti civili.37

    L’opera missionaria continuava; l’ultima parte del ‘33 e tutto il '34 videro un crescendo di casi contro i Testimoni per la distribuzione di letteratura ‘sovversiva’, con sentenze tipiche da 9 a 12 mesi.38 Il governo si limitava ad aree che potevano essere coperte da leggi esistenti, e la proprietà di Magdeburgo, che era stata di nuovo sequestrata, fu restituita dopo l’ennesima protesta degli avvocati dei Testimoni.39 Seguendo alla lettera la legge, fu persino dato il permesso alla casa editrice di iniziare ancora una volta a lavorare, a condizione che nessuna pubblicazione doveva menzionare i testimoni di Geova o la loro opera.40

      Una simile clausola rendeva il permesso di cominciare a stampare senza senso ma indica che fino al 1934 i funzionari governativi erano attenti a mantenere una parvenza di legalità nel trattare con i testimoni di Geova. Le spie del governo continuarono comunque ad osservare attentamente le attività di questa setta ormai illegale, e nel giugno 1934 riferirono che elementi sovversivi, particolarmente marxisti, stavano aderendo alla setta e stavano prendendo parte alla “campagna diffamatoria” che i Testimoni stavano organizzando contro lo stato tedesco.41 Il giugno 1934 vide anche la prima di una serie di misure contro i testimoni di Geova che erano impiegati statali. [154] Dall’evidenza dei lavori che svolgevano una volta i Testimoni detenuti nei campi di concentramento, sembrerebbe che coloro che erano dipendenti pubblici avessero lavori secondari come postini e lavoratori manuali. Anche in tali lavori non c’era, fu dichiarato, “nessuna garanzia che tali dipendenti statali (che erano anche Testimoni di Geova) avrebbero mantenuto incondizionatamente il loro servizio pubblico”.42 Il licenziamento scattava per il rifiuto di fare il saluto hitleriano o per il rifiuto di votare, ragione per cui i dipendenti pubblici contravvenivano alle condizioni del loro ufficio. Attraverso queste misure, prese apparentemente per “la protezione del popolo e dello stato”, i Testimoni furono gradualmente privati dei loro diritti civili e resi vittime di persecuzione, e tutto questo fu realizzato con la parvenza di legalità.

      Malgrado tali pressioni, l’opera dei Testimoni continuava. Alcuni membri si organizzarono perfino per assistere all’assemblea di Basilea nell’ottobre 1934 e presero parte alla formulazione di una nuova risoluzione in cui la risposta ufficiale a Hitler si può già vedere indurita. Tutti i tentativi di pacificazione erano decaduti con la dichiarazione dei Testimoni:  

“Noi non ci interessiamo degli affari politici, ma siamo completamente dedicati al Regno di Dio sotto Cristo quale Re. Noi non vogliamo offendere né danneggiare alcuno. Saremmo lieti di risiedere in pace e di mostrare buona volontà a tutti gli uomini quando ne abbiamo l’opportunità, ma poiché il vostro governo e i suoi funzionari continuano nel tentativo di forzarci a disobbedire alla più alta legge dell’universo, noi siamo costretti a farvi ora l’annuncio che noi, per Sua Grazia, ubbidiremo a Geova Dio e confideremo pienamente in Lui che ci liberi da ogni oppressione ed oppressore.” 43


      L’impatto del documento può essere valutato dal fatto che nel 1935 il bando contro i Testimoni venne pubblicato di nuovo ed esteso44 e che, come continuava la sorveglianza della polizia il numero degli arrestati aumentava.45 I Testimoni comparirono nel corso del 1935, e per la prima volta su larga scala, sia nei tribunali che sulla stampa46 così come erano [155] nei rapporti della Gestapo.47  Tutte le evidenze suggeriscono che l’opera missionaria della setta era ancora in atto, con considerevole rischio, attraverso una crescente e sempre più complessa rete clandestina.48

    Durante il 1935 i Testimoni furono sottoposti ad una crescente pressione nei loro posti di lavoro, in pericolo di essere licenziati o di perdere i diritti alla pensione.49 Essere sposati con un Testimone divenne motivo ufficiale di divorzio e i figli di noti Testimoni furono banditi dalle scuole.50 Nello stesso anno51 fu stabilito il principio che i figli venissero portati via dai genitori Testimoni per essere educati come nazionalsocialisti;52 in questo modo molte famiglie di Testimoni erano destinate ad essere smembrate. Il 1935 vide anche l’introduzione del servizio militare obbligatorio.53 I Testimoni rifiutarono immediatamente di imbracciare le armi o di intraprendere lavori che avevano relazione con la guerra. Il loro rifiuto, come corpo, fu verbalizzato solo 3 giorni dopo la promulgazione delle nuove leggi militari54 e venne annotato che essi si rifiutavano anche di svolgere il servizio di lavoro nazista o doveri collegati ad esso. I trasgressori venivano consegnati alla polizia55, e in molti casi questo era il primo contatto che i Testimoni avevano con la legge e la prima presa di posizione pubblica a difendere la quale erano chiamati. Le conseguenze del rifiuto di obbedire alle nuove leggi includevano non solo l’imprigionamento, ma l’esclusione dal Fronte del Lavoro e quindi la disoccupazione.56

    La questione del servizio militare irrigidì l’atteggiamento del governo verso i Testimoni e lo costrinse ad escogitare nuovi modi di trattare con la setta. Il numero di Testimoni che venivano portati in tribunale sollevò l’intera questione sulla legalità del trattamento nazista nei riguardi di questo movimento religioso e, come aumentava il numero degli arresti, così aumentavano le proteste legali che non volevano essere viste agire in aperto contrasto con le leggi di Weimar.57  Vennero eseguiti arresti sulla base che i Testimoni erano “non conformi agli ideali razziali e nazionali ed ignoravano apertamente i corpi nazionali”58. Vennero impiegate altre circonlocuzioni [156] tipicamente nazionalsocialiste  e furono fatti continui tentativi per giustificare in termini legali la realtà di ciò che stava accadendo ai Testimoni. Fu suggerito che, siccome il gruppo non aveva una formale confessione di fede59, non  era conforme alla definizione legale di una comunità religiosa secondo la legge di Weimar e in questo modo era senza diritti civili. Un’altra linea di argomentazione difese il bando indirizzato alle sette dichiarando che era legale, poiché la libertà dell’individuo di credere in ciò che decide non era in nessun modo condizionata, in quanto “ognuno è libero di scegliere la propria fede e leggere la Bibbia”.60 Tali giustificazioni erano evidenti tentativi di soddisfare le richieste di parvenza di legalità, e lo spirito, se non la lettera della legge, fu chiaramente infranto. Per i Testimoni, in particolare, tali riserve erano inutili: adunanze e opera missionaria sono essenziali per la pratica della loro fede. I Cristiani Scientisti avrebbero potuto essere in grado di esistere senza una regolare adorazione e associazione; i Testimoni di Geova non potevano.

    Furono trovati anche altri pretesti politici per la campagna contro i Testimoni. La setta fu vista come se provvedesse truppe d’assalto per il comunismo o come se desse asilo a marxisti, anche se un memorandum del governo datato 11 giugno 1934 aveva ammesso apertamente che la setta non poteva essere descritta a rigor di termini come “un’organizzazione di supporto comunista” e che non era stata trovata alcuna prova dell’influenza del comunismo in nessuna delle perquisizioni fatte dalla polizia negli stabili dei Testimoni.61 Mentre l’incertezza riguardo la legalità delle azioni prese contro i Testimoni cresceva nei tribunali e i giudici erano visti rifiutarsi di impugnare il bando contro di loro, in quanto risultava illegale, o di radiare i difensori dei Testimoni, i casi vennero indirizzati ai tribunali speciali.62 Qui gli incaricati nazisti avevano meno scrupoli legali; i Testimoni furono processati in massa e le accuse sempre confermate. Giustificazioni legali [157] per le loro azioni contro i Testimoni vennero formalizzate in pubblicazioni ufficiali naziste come Il libro della giustizia del Reich del martedì 63e la parvenza di legalità gradualmente divenne semplicemente di minor significato visto che i Testimoni, le cui sentenze venivano sospese dai giudici, venivano messi sotto custodia protettiva dalla Gestapo non appena lasciavano il tribunale. Ai tribunali fu ricordato il tipo di sentenze adeguate e quelle inflitte dal severo tribunale speciale tenuto a Weimar il 26 giugno 1935 furono proposte a  modello del tipo di severità richiesta.64

    Sembra che questo tipo di interferenza nei lavori dei tribunali in qualche modo doveva essere migliorata, poiché ci sono evidenze che l’incertezza di alcuni tribunali nel trattare casi relativi ai Testimoni continuò per l’intero periodo. Il trattamento legislativo dei Testimoni di Geova nel 1934 era ancora agli inizi ma c’erano serie obiezioni che venivano poste perfino in questa fase riguardo al modo in cui venivano emesse le sentenze. La questione di dimostrare la legalità di tali sentenze, difficoltosa per le riserve,  continuò come mostra un appunto del 1940: 

Il Ministero della Giustizia ha informato la Polizia Segreta di Stato di Berlino che non ha condiviso l’opinione di alcuni dei suoi subordinati secondo cui l’ulteriore detenzione dei Testimoni di Geova dopo aver scontato le condanne al carcere stesse minando l’autorità dei tribunali. Vorremmo, comunque, raccomandare che questa ulteriore detenzione non dovrebbe essere scontata nella stessa prigione…

 

Viene quindi disposto,

 

1.        Se un Testimone di Geova è stato giudicato dal tribunale non colpevole e liberato, non deve essere preso in custodia mentre è ancora sotto il tribunale.

 

 

2.        Dopo che il Distretto di Polizia è stato informato dell’imminente rilascio di un Testimone di Geova, ulteriori istruzioni dovrebbero immediatamente essere richieste davanti al Quartier generale della Polizia di stato a Monaco, così che il trasferimento al campo di concentramento di Dachau, o al campo femminile di Moringen, possa aver luogo immediatamente dopo che [158] una sentenza è stata scontata.65

 

    La legalità delle sentenze contro i Testimoni si trovava spesso in alcune discussioni ed è abbastanza interessante che i nazisti erano ansiosi di apparire come se stessero lavorando entro le linee guida della costituzione di Weimar. Ciò nonostante, gli arresti continuavano e i Testimoni si trovavano sempre più imprigionati senza sentenza o mandati in un campo di concentramento credendo di essere prosciolti dall’accusa e di essere sulla strada della liberazione. Alcuni Testimoni furono afferrati e imprigionati senza assolutamente nessun preliminare legale. Malgrado le proteste il flagrante abuso delle libertà civili continuava. Il 1935 vide alcune riorganizzazioni entro lo stato nazista e i Testimoni sentirono, come risultato, la rete stringersi attorno a loro. Cambiamenti nella struttura e nell’organizzazione della polizia e delle S.S. portarono ad una sorveglianza più stretta della Gestapo sulla setta, un aspetto chiaramente in evidenza dai rapporti della polizia dal 1935 in avanti66 e riflesso nelle richieste di sentenze più severe. Il 1935 vide il sistema dei campi di concentramento arrivare ad essere un aspetto permanente dello stato nazista e da quel momento in poi i Testimoni arrivarono in grande numero come detenuti ai campi selezionati. È stato stimato che nel 1935  c’erano qualcosa come 400 Testimoni detenuti solo a Sachsenhausen.67 

    Così i Testimoni furono proiettati in una battaglia completamente lanciata con le autorità, sotto attacco nei tribunali, al loro posto di lavoro ed entro le loro famiglie. Le sentenze dei tribunali divennero più aspre e ora il risultato della dibattito sarebbe stato molto probabilmente una sentenza da scontare in un campo di concentramento, sia che l’imputato fosse colpevole o no.68 Negli anni seguenti le centinaia di prigionieri Testimoni sarebbero diventati migliaia, perché dopo il 1935 il destino della setta nella Germania nazista era segnato ed era stata intrapresa una campagna di persecuzione totale, progettata per distruggere la setta completamente.  

    Dall’inizio del 1936 finché scoppio la guerra nel [159] settembre 1939, i Testimoni rimasero sia sotto attacco che attivi nella loro opera missionaria e clandestina che ora, vista la vera natura della proibizione, stava diventando una sorta di campagna di resistenza antinazista. In effetti la setta può benissimo aver agito come un centro per alcuni resistenti non-politici e senza dubbio sembra esserci stata una considerevole pubblica simpatia per le attività del gruppo.69 I rapporti del governo indicano un marcato incremento nell’attività dei Testimoni durante questi anni e questa attività era costantemente accompagnata da un sempre crescente numero di arresti70 e da periodi sempre più lunghi di detenzione in un campo di concentramento. È da quest’anno che risale la chiara e ovvia intenzione dei nazisti di distruggere totalmente il movimento.  

    La maggiore preoccupazione dei Testimoni, comunque, era che la loro letteratura, importata di contrabbando dalla Svizzera, fosse distribuita in sicurezza.71 Questa assumeva un crescente tono di critica verso il regime, non solo per il trattamento che riservava al movimento stesso, ma nella sua identificazione del Führer come la biblica “bestia selvaggia”.72 Giornali dei Testimoni, distribuiti sia in Germania che all’estero, condannavano la persecuzione dei Testimoni, la corruzione della gioventù e il danno che veniva fatto alla nazione tedesca dal regime malvagio.73

    Il tono della letteratura diventava tanto più aspro quanto i Testimoni erano esortati a rimanere saldi. Si trovarono nuovi stratagemmi per distribuire la letteratura e alcuni Testimoni operarono per un breve periodo sotto la copertura del commercio ambulante, finché vennero indagati e fermati. Si sforzavano di diffondere i loro insegnamenti tra i militari e, secondo le fonti governative “le sovversive irregolarità di questi fanatici religiosi” sembravano essere in aumento.74 Documenti governativi per tutti quegli anni testimoniano la reale esasperazione della polizia e della burocrazia nel trattare questi “fanatici” [160] che, a dispetto delle condanne e dei termini di detenzione, veniva notato, non rallentavano la loro opera missionaria.75  

    I Testimoni in verità stavano trovando nuovi modi per operare: a Magdeburgo e a Monaco alcuni si misero a lavorare come callisti e osteopati, offrendo insegnamento e letteratura sotto la copertura delle cure mediche.76 Una lettera aperta del febbraio 1937 riportava dettagli sulla sorte di membri del gruppo in Germania. Distribuita sia dentro che fuori la Germania, in questa lettera riecheggiava il tema che nello stato nazista i Testimoni stavano vedendo qualcosa di malvagio all’opera.77 Il 12 dicembre 1937 in una campagna massiccia e ben organizzata furono distribuite circa 300.000 copie di un volantino dei testimoni di Geova.78 Nel febbraio dello stesso anno copie della risoluzione sottoscritta all’assemblea di Lucerna furono affisse in formato poster in tutta la Germania.79 Il fiume di materiale oramai aggressivamente antinazista continuò, fino allo scoppio della guerra, a straripare dai confini svizzero-francesi.80 La polizia rispose con una campagna intensificata che portò a molti arresti e a severe sentenze e queste venivano sempre più scontate in campi di concentramento. Nel febbraio 1936 ci furono appelli dalla polizia per misure più severe contro “questa setta corrotta” e tutti quelli conosciuti come Testimoni furono messi sotto “custodia cautelativa” per un periodo fino ai due mesi81 nella speranza che il movimento vacillasse senza i suoi capi. Gli attivisti persistenti, dopo l’arresto, ora andavano diritti a Dachau.82 Per il marzo 1936 si stimava che il numero delle famiglie di Testimoni in prigione stava costando allo stato così tanto nell’affidamento dei loro bambini che fu disposto che solo un genitore Testimone alla volta dovesse scontare la sentenza.83  

    Il 1936 vide i primi dei molti rapporti successivi sulla tortura dei Testimoni in stato d' arresto84 e sul loro trasferimento senza formalità ai campi di concentramento85. All’inizio del 1938 un libro pubblicato da Franz Zürcher86 in Svizzera [161] che descrive i maltrattamenti che i Testimoni incontravano in Germania fu ricevuto con costernazione sia dentro che fuori i circoli dei Testimoni. Il libro da dettagli di un largo numero di casi di tortura e perfino di morte di Testimoni nelle mani della polizia87, riportando i nomi di uomini delle S.S. che consideravano i Testimoni di Geova la loro “specialità”88. Altre fonti confermano il tono e i contenuti del libro di Zürcher. Baviera, Ruhr e Prussia Orientale sono identificate come zone dove i Testimoni erano particolarmente soggetti a sistemi inquisitori.89 Le conclusioni del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga confermano questo argomento.90

  Entro il 1937 i nazisti avevano ridefinito la loro reazione ai testimoni di Geova, proprio mentre i Testimoni erano diventati più espliciti nell’identificare il trattamento che stavano ricevendo come proveniente da Satana e nella loro prontezza a renderlo di dominio pubblico. Le autorità governative non ritenevano più così facile sopprimere la setta. Nuove questioni erano state introdotte; i Testimoni non si stavano semplicemente rifiutando di accettare la veduta del mondo nazista ma stavano facendo questo pubblicamente rifiutandosi di votare, combattere o giurare lealtà allo stato e stavano, per di più, propagandando le loro vedute per tutto il Reich.

       Una rivalutazione della posizione del governo fu quindi necessaria e ulteriori giustificazioni dovevano essere elaborate al fine di spiegare la quantità di tempo che veniva impiegato dalla polizia nel perseguire i membri di questa setta. Due rapporti governativi dalla fine del 1936 cercano di provvedere una chiarificazione. Il primo, stampato in ottobre, discute in alcuni dettagli la “filosofia” della setta e annota i processi legali in cui membri erano implicati al momento. I testimoni di Geova, viene dichiarato, sono in definitiva pacifisti a favore del bolscevismo mondiale e sono a favore degli ebrei. La loro escatologia, che viene delineata in dettaglio, viene vista calcolare una fase in cui gli ebrei dovrebbero “ereditare la terra”. Questo era chiaramente, viene spiegato, una copertura  [162] per attività politiche e l’ordine del nuovo mondo che doveva vedere non solo il dominio degli ebrei, ma anche la distruzione del concetto di “nazione”, era abbastanza chiaramente comunista.91

    Il secondo rapporto stampato due mesi più tardi e distribuito a tutti i direttori di polizia riportava anch’esso i piani di questa setta di stabilire una dittatura di ebrei ma si concentrava più sul pericolo pratico che i membri rappresentavano per lo stato tedesco nel loro rifiuto di prendere parte al servizio militare, “schemi per gli aiuti invernali” o attività simili. Nella loro distribuzione di letteratura sovversiva erano giudicati pericolosi e anche i loro bambini venivano indottrinati nelle loro vedute. La setta era una base nascosta per i sovversivi (un’accusa vecchia e non comprovata) e visto che brevi sentenze producevano solo “martiri”, erano raccomandate misure molto più dure.92

      Entro il 1937 la pratica di mettere i Testimoni direttamente sotto custodia dopo aver scontato la condanna venne formalizzata. Questa prassi venne commentata ai processi di Norimberga, dove fu scoperto che i testimoni di Geova venivano mandati nei campi di concentramento anche dopo che avevano scontato condanne giudiziarie comminate dai tribunali. Waltenbrunner, interrogato sul suo ruolo nella persecuzione dei Testimoni, ammise che conosceva l’aspro trattamento che avevano ricevuto e aveva presentato ricorso alla Cancelleria del Reich e al Ministero della Giustizia su questo maltrattamento dei testimoni di Geova sotto la legge. Riferì dei procedimenti di una conferenza tenuta il 5 agosto 1937 in cui il Ministro della Giustizia, riflettendo la preoccupazione  di essere ascoltato da diverse sfere politiche per tutto l’intero periodo del Terzo Reich, aveva notato che i Testimoni non erano sempre trattati legalmente. Aveva comunque messo in risalto la necessità di tenerli sotto chiave. Doverosamente fece clamorosi atti di contrizione circa errori giudiziari e ordinò che [163] dovevano cessare. Comunque, malgrado questa clausola, la polizia locale doveva sempre essere informata dell’imminente rilascio di un testimone di Geova così che questi ex-prigionieri potessero essere trasferiti direttamente ai campi di concentramento.93 Quindi la clausola ovviamente  non era più di un contentino per quelli che si erano lamentati e non doveva essere presa seriamente.

    Le autorità continuarono a formalizzare il loro approccio ai Testimoni. Nel giugno 1937 furono pubblicate ulteriori linee-guida sull’investigazione di settari sospetti, elencando domande da chiedere circa l’attitudine della persona trattenuta sul servizio militare e sulle celebrazioni pubbliche. L’investigatore doveva sforzarsi di ottenere informazioni sui membri del gruppo e le adunanze segrete, come pure sulla letteratura e i contatti con testimoni fuori della Germania. Dovevano essere ricercati contatti con ebrei, massoni e comunisti e il sospettato doveva essere accuratamente esaminato sulla sua attitudine verso il nazionalsocialismo e lo Stato.94

    Le linee-guida sono tipiche della sorta di stretta attenzione che il governo stava dedicando alla setta in quel periodo e indica che la continuata attività clandestina della setta stava rappresentando un problema, sia per la quantità di tempo che impegnava e anche per il valore della sua propaganda negativa perché la distribuzione di letteratura rendeva il pubblico consapevole della sopravvivenza di questo gruppo antinazista. Rapporti governativi si concentrarono sul cercare di accumulare più informazioni possibili sui testimoni di Geova e un rapporto, dalla serie “Cose di ogni giorno in Germania” dava ampie citazioni dalla letteratura dei Testimoni, fornendo l’evidenza dell’astio ora apertamente espresso dai settari verso il Terzo Reich.95 Un successivo rapporto ricevuto in maggio96 discuteva le influenze ebraiche e bolsceviche sul movimento dei testimoni di Geova, sotto il titolo “La Bibbia al servizio della Rivoluzione Mondiale”. L’insegnamento escatologico [164] dei Testimoni è analizzato in termini che ricordano i rapporti dei primi anni, come pure i commenti  delle critiche pre-naziste e naziste della setta.

    L’ostilità verso i Testimoni era autentica e in un certo senso essi rappresentavano un pericolo reale semplicemente a causa della loro sopravvivenza. Più a lungo continuava l'attività e più stratagemmi sviluppavano i Testimoni, più il loro potenziale legame con sovversivi politici e razziali era visto come realtà. È indubbiamente vero che avevano nemici nelle alte sfere, dato che Hitler stesso una volta ordinò la fucilazione di circa 130 “sedicenti studenti biblici” come un esempio per gli altri “pacifisti”. Quelli che non combattono, sosteneva il Führer, non meritano di mangiare.97 Altri erano meno convinti della realtà del pericolo che i Testimoni rappresentavano per la Germania; Himmler98 li considerava potenzialmente utili e aveva piani per loro come avanguardia del nazismo, da stabilire nell’Europa orientale a guerra finita, e perfino Rudolf Höss, che ordinò le condanne di molti Testimoni ad Auschwitz ammise che senza l’aspetto del servizio militare erano innocui come gruppo.99

       Venne notato100 che i bambini dei Testimoni cercavano di contagiare altri con le loro vedute e il loro esempio nel rifiutarsi si prestare il saluto tedesco stava causando conflitto nelle scuole. Questi bambini erano in vero pericolo morale, era dichiarato, perché dovevano affrontare insegnamenti internazionali, filo-ebraici e marxisti a casa e incontravano il nazionalsocialismo solo a scuola.101 Un bambino tedesco che era indottrinato con l’insegnamento dei Testimoni di Geova sarebbe stato estraniato dal suo Volk (popolo).102   Come risultato alcuni figli di Testimoni furono adottati da famiglie naziste e altri furono mandati negli orfanotrofi statali.

    Entro il 1939103 come risultato dell’inasprimento dell’atteggiamento governativo, c’erano circa 6.000 Testimoni in prigione o nei Lager. Ci furono arresti continui per tutto l’anno e lo scoppio della guerra rese la posizione ancora più [165] precaria per i membri delle sette. I Testimoni erano più soggetti a processi sia in campo civile che militare e potevano ora ricevere come sentenza la pena di morte per il rifiuto di combattere.104 Nonostante le terribili pressioni su di loro e il numero di membri attivi incarcerati nei campi di concentramento, i Testimoni rimanevano saldi nella loro fede e nella loro interpretazione del significato di quello che stava accadendo loro, continuando la loro attività clandestina con una tenacità che perfino i loro oppositori commentavano.

    Dopo il 1939 l’imprigionamento della maggior parte di attivisti Testimoni rendeva inevitabilmente limitata l’opera fuori del campo e i rapporti della Gestapo cominciavano a fare relazioni negative sulla “sovversione” dei Testimoni.105

    Durante il 1939 venne fatta una retata degli ultimi degli attivisti noti a motivo del rifiuto a combattere, della distribuzione di letteratura e della posizione apertamente offensiva circa il Führer.106 Alcuni di quelli che avevano diretto l’opera per evitare la detenzione fuggirono in Svizzera, come Max Reuf, un sellaio, che era ben conosciuto dalla polizia per la sua opera come Testimone. Nel luglio 1939 fece un giro finale nella sua distribuzione della letteratura e quindi lasciò il paese.

       Dopo il 1939 i Testimoni appaiono sempre meno nei rapporti governativi. Ci sono dettagli di condanne a morte emesse contro un certo numero di loro dai tribunali di guerra, ed è evidente che pochi ricevettero lunge condanne detentive.107 Ci furono attacchi sporadici alla rete clandestina rimasta; fu scoperta una stamperia illegale;108 durante una perquisizione domestica di routine fu trovata una stanza segreta, in cui era ammucchiata propaganda dei testimoni di Geova e anche una lista dei membri contenente i nomi di quaranta  Testimoni attivi.109 In un altro raid sette Testimoni attivi furono arrestati e gli arresti furono seguiti da periodi di detenzione in un campo di concentramento.110 Nel 1941 il Dott. Hans von Freyenwald, un vecchio nemico della setta, pubblicò ancora [166] un altro aspro attacco ai Testimoni mostrando i loro legami ebrei e bolscevichi attraverso una serie di affermazioni di famosi scrittori durante un periodo di tempo indicante che i Testimoni erano “in prima fila al servizio del giudaismo”.111 Imperterriti, quei pochi Testimoni, che rimanevano fuori dei campi, continuavano la battaglia.

       Sotto molti aspetti furono i nazisti a condurre la setta in una posizione estrema, poiché i membri della setta si erano mostrati intenzionati ad offrire qualche iniziale compromesso. Una volta che la setta era sotto assedio, data la sua interpretazione teologica di quello che le stava accadendo, era destinata a diventare sempre più pericolosa. Questo aiuta a spiegare la quantità di tempo ed energia spesi dal governo su quello che avrebbe potuto essere visto come un innocuo gruppo di fanatici. Forzando i Testimoni alla battaglia stavano confermando la veduta dei settari riguardo il loro scopo nella vita, e dando loro la forza per condurre con successo la guerra contro il loro nemico satanico. Nei loro stessi termini, a dispetto di tutte le sofferenze i Testimoni stavano vincendo la loro lotta contro il nazismo. Nelle prigioni e nei campi stavano diffondendo la parola e i pochi che rimanevano fuori non si diedero mai per vinti, usando gli strumenti che potevano contro il nemico, che era anche il nemico di Geova. I rapporti del governo dalla parte finale della guerra confermano che questa era la situazione e ci sono dettagli dati da non Testimoni sopravvissuti al regime che confermano l’asserzione che i Testimoni lavorarono per aiutarli, come comuni nemici del nazismo.

       L’attività dei Testimoni, sebbene seriamente limitata a causa del grande numero dei confratelli nei campi di concentramento, continuò attraverso gli ultimi anni della guerra. La letteratura era ancora introdotta di contrabbando e distribuita e il suo tono era ora apertamente trionfante, profetizzando l’imminente caduta del regime nazista. Copie di queste pubblicazioni  furono raggiunte dalla polizia e il [167] governo era ben consapevole che i Testimoni stavano proclamando che la fine era in vista per il Terzo Reich. La letteratura dei Testimoni mostrava come specifiche profezie erano state adempiute e come Hitler, il biblico “Re del Nord” aveva combattuto e veniva battuto dagli Alleati, il “Re del Sud”. Armaghedon era atteso e la disfatta e l’umiliazione del regime di Hitler, come pure della chiesa cattolica che lo aveva appoggiato, era qualcosa che doveva realizzarsi. Il millenario Reich era in realtà prossimo ad arrivare ma quel tempo era il Reich di Dio, non quello nazista.112 La guerra con gli Alleati non era la battaglia di Armaghedon stessa, sebbene alcuni Testimoni in un primo tempo avevano creduto che lo fosse, ma era semplicemente il preludio all’escatologica battaglia finale.113

       Per quanto le espressioni fossero esoteriche, per quanto il messaggio potesse apparire fanatico, l’impatto fu lo stesso. Disfatta e umiliazione furono predette e queste predizioni venivano distribuite attraverso la Germania. Ci fu un’ondata di arresti durante l’anno per la distribuzione di letteratura dei Testimoni114 e la Corte del Popolo emise dure condanne per i trasgressori. Nel frattempo il numero di arresti per il rifiuto di imbracciare le armi divenne così gravoso sia per le corti civili che militari che l’autorità per trattare direttamente con i trasgressori fu formalmente consegnata a quelli che l’avevano in effetti tenuta già da qualche tempo, le S.S.115 Ad accompagnare questo formale trasferimento di poteri erano complesse linee-guida su come i Testimoni dovessero essere trattati. Anche a questa fase della guerra, e con ben più della metà del totale dei membri del gruppo nei campi di concentramento, i nazisti non cessarono mai ad un livello ufficiale di considerare i Testimoni molto seriamente come nemici dello stato.

       Ci fu un’esplosione di attività nella regione dei Sudeti116 che fu soppressa, ma gli arresti continuarono e ai nazisti era costantemente ricordato il loro fallimento nell’annientare [168] questa unica setta piccola ed apparentemente insignificante. Non ci sono dubbi che si era dimostrata un nemico molto più tenace di quello che si erano aspettati. Neanche nei campi i Testimoni potevano essere ridotti al silenzio. Himmler, come è stato detto, aveva un certo grado di rispetto per il gruppo e un’ammirazione per la loro tenacità nella sopravvivenza. Un giorno dopo il complotto del 20 luglio per assassinare Hitler egli scrisse a Kaltenbrunner sul soggetto della battaglia dello stato contro i Testimoni di Geova. Egli si rammaricava che tedeschi di pura razza germanica, come molti dei Testimoni erano, dovessero essere all’esterno dello stato tedesco e riconobbe quello che descriveva come il loro basilare antisemitismo e il loro fanatismo. Secondo la sua opinione era un errore sopprimere queste qualità invece di usarle. Una fede simile avrebbe potuto provvedere un modello utile per le SS che avrebbero dovuto essere persone che non discutono e ferventi nella loro obbedienza proprio come questi settari. I Testimoni erano noti, continuava Himmler, per seguire un codice morale strettamente convenzionale e per essere eccezionalmente onesti e persone che lavoravano sodo. Con tali caratteristiche avrebbero formato un eccellente avanguardia per lo stabilimento dei nazisti nell’est.117
 I Testimoni non l’avrebbero vista così, ma i piani di Himmler per loro attestano l’impressione che avevano fatto attraverso i difficili anni del Terzo Reich.

       Nei campi di concentramento l’esperienza dei Testimoni era in qualche modo simile a quella dei loro confratelli nel mondo esterno, ma sotto altri aspetti marcatamente differente. Non solo i Testimoni nei campi si trovarono vittime di tutti i tipi di brutalità, dai “rituali di iniziazione”, che Testimoni sia maschi che femmine condivisero con altri nuovi carcerati, di brutalità giornaliere e di crudeltà delle guardie, ma si trovarono anche soggetti a ulteriori derisioni e umiliazioni. Ciò nonostante, la loro fede rimase forte e ci furono pochi che furono disposti a firmare [169] il documento che rinnegava il movimento e così comprava la loro libertà.118 Furono fedeli ai principi teologici; i Testimoni rimasero “neutrali”, erano onesti e completamente degni di fiducia e come tali, ironicamente spesso si trovavano impiegati nella servitù delle S.S.119 Un ufficiale SS commentò che solo di un Testimone di Geova ci si poteva fidare per radere il suo capo con un rasoio da barba perché non avrebbe maneggiato il rasoio con fini più violenti.120

       A dispetto di tutto quello che si poteva prevedere, i Testimoni nei campi si incontravano e pregavano insieme121, producevano letteratura122 e facevano convertiti123. Sostenuti dalla loro confraternita e, a differenza di molti altri prigionieri, ben consci delle ragioni per cui esistevano posti simili e per cui dovevano soffrire in quel modo, i Testimoni rappresentavano una piccola ma memorabile fascia di prigionieri, contrassegnati dal triangolo viola e notati per il loro coraggio e le loro convinzioni.124

       Nei campi essi affrontarono l’esame definitivo della loro fede, come “testimoni” a Geova. Fu l’adesione alla loro fede che conservò molti di loro nei campi, lontano dai loro familiari, soffrendo le privazioni e  le condizioni bestiali progettate per infrangere il loro spirito e rivelare la forza e l’inevitabilità della causa nazionalsocialista di fronte a tutta l’opposizione. Era in quel luogo, più che in ogni altro, che le strategie di sopravvivenza che mettevano la conservazione della fede prima della salvezza o perfino della vita di un aderente, dovevano incontrare il loro esame più severo.  È chiaro che i Testimoni trovarono i loro principi rimasti fermi, la loro veduta del mondo confermata più che alterata, e la loro sopravvivenza personale irrilevante di fronte al proposito di Dio. Circa 10.000 furono imprigionati125 e insieme ricevettero condanne per un totale di 20.000 anni.126 Un Testimone tedesco su due fu imprigionato, uno su quattro perse la vita.127 Ciò nonostante l’opera continuava. I dettagli della vita di ogni giorno nei campi [170] di concentramento illustrano ancora di nuovo il fondamento reale del conflitto tra i nazisti e questi settari. I Testimoni erano irremovibili, rifiutavano compromessi, non pentiti e totalmente convinti che il sistema nazista era condannato. Nemmeno il fatto che erano buoni e fidati servitori poteva salvarli dalle implicazioni di queste vedute. Derisi, a volte dagli altri prigionieri128 tanto quanto dalle guardie, mantennero la loro fede, appoggiati dalla complessa rete clandestina organizzata entro i campi129 e perfino, a volte, tra differenti campi.130

       Bruno Bettelheim nel suo studio dei campi afferma che secondo la teoria classica psicoanalitica i Testimoni sarebbero dovuti essere stati i primi a cadere a pezzi sotto le pressioni e la perdita delle illusioni e delle certezze fra gli orrori della loro nuova vita. Infatti come Bettelheim e altri hanno notato, essi sopravvissero sorprendentemente bene, sembrando protetti contro le esperienze del campo che infrangevano gli altri prigionieri.131 I Testimoni infatti avevano aiuti speciali per sopravvivere che tutti gli altri non avevano con l’eccezione dei comunisti dedicati e convinti.132 Avevano una rete che li sosteneva, la convinzione di essere nel giusto, di subire sofferenze che erano state predette e soprattutto il senso di appartenenza ad una gruppo scelto ed esoterico con la sua propria veduta del mondo. Questa veduta del mondo avrebbe potuto mantenersi intatta tra le realtà brutali della vita nei campi e in questo modo i Testimoni avevano quello che più tardi analisti della sopravvivenza nei campi hanno identificato come essenziale, un’abilità a interpretare e a dare un senso a quello che vedevano attorno a loro e a quello che essi stessi soffrivano. Quello che sopportarono ebbe l’effetto di rafforzare le loro vedute, mentre per altri ebbe l’effetto totalmente distruttivo e disorientante di sbatterli contro i problemi che tutti loro non avevano mai appreso o creduto circa se stessi e la vita. La veduta del Testimone circa il significato della sua vita si mantenne intatta fra episodi di violenza, umiliazione e  regressione al [171] comportamento animale che è noto aver avuto effetti terribili su altri. Il Testimone che rimaneva vivo, anche se soffriva, era nelle mani di Dio. Il Testimone che moriva sapeva che c’era  uno scopo nella sua morte, che diventava non vuota e priva di significato, ma un martirio.

       I Testimoni nei campi si comportavano, più che potevano, come prigionieri modello, accettando ordini e obbedendo volontariamente alle autorità. In questo erano criticati da altri compagni, ma in questo stabilirono una misura della loro sopravvivenza. Rimanevano distaccati, ubbidienti nel mondo dei campi come nella società esterna. Erano il popolo di Dio e niente poteva cambiare questo.

       I membri di questo gruppo religioso indipendente erano impermeabili alle molte crisi spirituali,  morali e psicologiche sperimentate da altri prigionieri, sebbene non fossero affatto risparmiati dalla loro parte di sofferenze fisiche e emotive. I Testimoni, nel complesso, a meno che non fossero torturati fino allo stadio oltre il quale il senno umano viene meno, non erano confusi, non erano mai vacillanti. Sapevano quello che stava accadendo loro ed erano convinti di sapere perché stava succedendo; la morte non faceva loro paura. La loro attitudine irremovibile e non disposta a nessun compromesso li aveva portati nei campi, ma era questo che li sosteneva una volta lì. La rigidità delle loro credenze, la loro veduta autonoma del mondo spiega una forza emotiva e psicologica che più tardi studiosi avrebbero trovato sorprendente in un gruppo proveniente da un ambiente socioeconomico e educativo generalmente basso. I prigionieri provenienti da questo tipo di ambiente si trovavano normalmente a soffrire grande disorientamento nelle prigioni e nei campi, poiché erano incapaci di articolare i loro sentimenti o di dare un qualche senso intellettuale alla loro situazione. I Testimoni non erano così, essi venivano fuori dai campi ancora cercando convertiti, offrendo bigliettini ai loro compagni prigionieri recentemente liberati e confusi. I bigliettini davano una semplice speranza: “C’è [172] un Dio, c’è uno scopo per tutto questo.” 133 Continuavano a fare convertiti. 

       Quello che accadde ai Testimoni durante il Terzo Reich comportò lo sviluppo di nuovi atteggiamenti sia da parte delle autorità naziste che da parte dei settari, e ci si deve chiedere al principio se il conflitto tra i Testimoni e il governo nazista fosse inevitabile. Fino ad un certo punto, a causa della natura del loro insegnamento, i Testimoni sono predisposti a venire in conflitto con ogni autorità civile, specialmente in un tempo di guerra o di emergenza nazionale. Di questo fatto ci sono numerosi esempi fuori della Germania e i Testimoni sono stati dovunque accolti, in questo tempo, con qualche sospetto da governi, autorità ecclesiastiche e dal pubblico.

       Comunque la situazione in Germania fu unica. L’ostilità verso la setta prima che il nazismo arrivasse al potere era stata persistente e orale, proveniente non dallo stato ma dalla religione affermata. Sotto Weimar la setta aveva goduto della protezione dello stato e così si può vedere che, qualsiasi altra pressione esistesse, il movimento è capace di fiorire sotto uno stato liberale e democratico, in tempo di pace. Infatti, in materia di legge penale, i Testimoni sono cittadini esemplari e molto raramente vengono a conflitto con le autorità. Accettano l’esortazione di Romani 13 ad obbedire alla legge dello stato, e aggiungono semplicemente che non possono fare questo quando la legge di Dio è in contraddizione con essa. I Testimoni quindi, in ogni stato, rifiutano certi doveri che vedono come inaccettabili alla luce delle loro credenze. In molte società questo è accettato e durante un'emergenza vengono imprigionati, solo per essere liberati una volta che è considerato sicuro lasciare “pacifisti” di nuovo sciolti nella società.

       Il conflitto reale è probabile che sorga solo quando lo stato è totalitario nelle sue richieste. I Testimoni [173] sono inevitabilmente visti come non solo pericolosi ma come sovversivi. In una situazione simile il conflitto aperto è inevitabile, non solo in stato di guerra. Come si è visto, lo stato nazista perseguitò i Testimoni non a motivo del reale pericolo che rappresentavano dopo il 1939 come una forza pacifista nella società, ma dal 1933 sulla base della loro basilare opposizione all’esistenza della setta e poiché essa rappresentava una veduta del mondo totalitaria rivale.

       Il conflitto tra la setta e un governo simile era quindi inevitabile e l’esperienza attuale dei Testimoni sotto regimi totalitari sostiene questa veduta. Elementi essenziali dell’insegnamento dei Testimoni, insieme con la natura onnicomprensiva delle sue richieste, rendono improbabile la sua pacifica esistenza in questo tipo di stato. Per i nazisti i Testimoni riassumevano molto di quello che odiavano. Il movimento era internazionale e aveva influenze ebraiche attraverso il suo uso del Vecchio Testamento e nella sua escatologia. Erano anche considerati marxisti. Quello che è interessante è che c’erano altre sette contro cui potevano essere sollevate accuse simili, ma che non divennero mai l’obiettivo dell’ostilità nazista. È forse importante, quindi, considerare quanto le accuse sollevate contro i Testimoni fossero reali.

       Il gruppo era certamente internazionale nella sua escatologia e americano nella sua organizzazione. Altre sette condividevano queste caratteristiche ma Solo i Testimoni si rifiutarono di camuffare o moderare questi elementi delle loro usanze e del loro insegnamento. Il loro internazionalismo era particolarmente ovvio e offensivo ai nazisti a causa del loro rifiuto di concedere lealtà a nessun altro stato se non a quello di Dio. In questo si distaccavano dalle altre sette internazionali, che nonostante ciò riconoscevano la nazionalità e la lealtà nazionale.

    Non c’è prova che il gruppo avesse legami o simpatie [174] marxiste e in molti aspetti questa accusa sembra essere semplicemente un elemento della formula tradizionale usata dallo stato nazista contro quelli che vedeva come nemici. È possibile desumere dall’escatologia dei Testimoni qualche aspetto dello schema politico in cui la fine dell’ordine attuale è vista come anarchia politica e comunismo. Infatti i nazisti interpretavano tali insegnamenti come la promessa di una “rivoluzione mondiale”. Questa accusa comunque difficilmente regge di fronte ad un attento esame, poiché gli insegnamenti della setta rendono chiaro che il nuovo mondo dovrà essere governato da Geova e non dal comunismo. Gli attacchi più seri contro la setta sotto questo aspetto suggerivano che il movimento provvedesse una copertura per marxisti e che, innocentemente, i settari venissero sfruttati dai rivoluzionari. Ci sono allusioni di legami con Russia e Stalin134, ma non ci sono prove disponibili che sostengono questa veduta. I nazisti vedevano tutti i gruppi minoritari, specialmente le sette cristiane, come un potenziale nascondiglio per politici e sovversivi. Sebbene negli ultimi anni della guerra la setta può aver attratto nei suoi ranghi critici del regime, questi non erano politicamente motivati, perché il movimento, finché giocava un ruolo di opposizione al nazismo, provvedeva un centro per quelli che cercavano una spiegazione non politica degli avvenimenti.

       I Testimoni vedevano un ruolo speciale per la nazione ebraica visto che un tempo erano il popolo scelto. Credevano che questo ruolo sarebbe stato ricoperto nella nuova era.135 C’è poco, comunque, oltre a questo insegnamento, che colleghi i Testimoni con la “cospirazione Sionista mondiale” paventata dai nazisti. Ci sono casi di Testimoni singoli che aiutarono gli ebrei, ma ci sono anche casi di Testimoni condannare gli ebrei come “assassini di Cristo”. Soprattutto, a parte il loro uso del Vecchio Testamento, condiviso dalle chiese maggiori e da molte altre sette, i Testimoni non potevano essere specialmente collegati con gli ebrei. [175]

       Si è visto che c’erano nazisti di alto rango che ammisero apertamente che i Testimoni erano antisemiti e che non erano più di “innocui fanatici” il cui insegnamento aveva effetti ammirevoli sul comportamento morale dei suoi membri. Visto che le accuse discusse sopra potrebbero essere viste, sotto indagine, come senza fondamento, quali furono quindi le ragioni reali per la persecuzione nazista della setta? La storia del movimento dei Testimoni di Geova in Germania aiuta a spiegare il suo destino. Era detestata dalla gerarchia di entrambe le chiese maggior e in un certo senso la persecuzione fu un gesto per rabbonire la Cristianità tradizionale, specialmente nei primi anni del Terzo Reich. In più, dato che essi, più delle altre Chiese Libere e sette, si ponevano fuori della religione organizzata, rappresentavano un problema amministrativo che non poteva essere affrontato con la copertura di “chiese e sette”. Nessuna politica che avesse voluto contenere le chiese e le sette avrebbe anche lavorato per i Testimoni; essi erano persistenti e non disposti a compromessi, non offrendo né  patriottismo né opere di carità come giustificazione attraverso cui il governo avesse potuto ragionevolmente ignorarli.

       Di tutti i settari erano, in un certo senso, i più apolitici e quindi i più pericolosi. I loro interessi erano intenzionalmente non verso la politica, che consideravano corrotta, ma per la posizione in cui si ponevano, in uno stato totalitario, in pericolo di apparire ostili e quindi “politici”. I loro insegnamenti sul servizio militare non potevano essere tollerati, non tanto per il pericolo pratico quanto per l’attacco ideologico verso il nazionalsocialismo che una tale posizione rappresentava.

     Per la loro stessa sopravvivenza i Testimoni rappresentavano la loro minaccia più seria. Le autorità naziste, avendo identificato questo nemico ideologico, si impegnarono per la sua [176] distruzione; che non fossero capaci di raggiungere questo obiettivo era una seria critica al loro potere. Le ragioni reali per il conflitto tra questa setta e lo stato nazista si trovano quindi non in termini di interessi pratici, propaganda, rifiuto a combattere, a votare o a fare il saluto, ma nel conflitto di due sistemi totalitari. Ogni sistema, ironicamente, prometteva un Reich di mille anni e si è asserito che molti dei rituali nazisti provenissero strettamente da quelli delle sette. Qualunque cosa la polizia, i legali e i funzionari statali credessero, e qualunque fosse la veduta personale di Hitler su questa setta, c’erano quelli dentro il partito che riconoscevano il fondamento reale di questo conflitto. Questi non sempre erano quelli responsabili per le politiche, comunque, e il fanatismo di un uomo come Heydrich come pure lotte interne per il potere possono aiutare a spiegare il senso pratico di quello che accadde.

     In questa lotta si affrontavano due corpi non democratici, antiliberali e non disposti a compromessi. In ognuno dei sistemi ci si aspettava dagli aderenti che si consegnassero al movimento e che ubbidissero senza domande, ognuno credeva di avere un monopolio sulla “verità”. Date tutte le regioni per cui i nazisti avrebbero dovuto desiderare di sopprimere la setta ci si potrebbe chiedere perché non ebbero più successo nel farlo. Se la lotta fosse stata veramente una lotta tra due ideologie rivali potrebbe essere ragionevole aspettarsi che la più grande e forte avesse vinto. Comunque la sopravvivenza, secondo i loro stessi termini, dei Testimoni mostra che non fu così e che le azioni naziste contro il gruppo non furono affatto efficaci. 

       A prima vista, la setta era un obiettivo facile, numericamente e legalmente debole, politicamente inarticolata, con pochi amici influenti. In un primo tempo i nazisti credevano che i Testimoni fossero fanatici, che li avrebbero facilmente fermati e presto distolti dalle loro mire. Credevano che punire [177] alcuni avrebbe determinato la capitolazione di tutti e che i tedeschi avrebbero abbandonato la loro appartenenza al movimento dei testimoni di Geova senza storie. La sicurezza con cui il governo osservava la sua impresa, rallentò l'attuazione delle sue politiche. Questo, come pure il ritardo naturale di una burocrazia, diede ai Testimoni il tempo di organizzarsi, perché i nazisti avevano sottovalutato sia la resistenza della loro fede che la loro tenacità. Entro il 1935 quando la questione stava diventando chiara, non solo i Testimoni erano organizzati, ma nell'attendere ai loro compiti religiosi, stavano rendendo altri consapevoli della loro sopravvivenza. In questo essi costituivano un pericolo reale e, avendo sottovalutato la setta, i nazisti erano ora costretti ad usare una grande quantità di tempo e di forza umana per far fronte alla situazione.

    La setta, come si è visto, fu pronta a venire ad un compromesso nel 1933 e non sembrò anticipare quello che sarebbe successo in seguito. Anche se il governo avesse risposto favorevolmente al loro gesto, comunque, i compromessi che i Testimoni avrebbero potuto fare sarebbero stati solo superficiali. La posizione teologica dei Testimoni era inalterabile; i membri appartenevano al regno di Dio e combattevano solo nella sua guerra. Tutte le nazioni erano destinate ad essere distrutte e non c’era spazio, entro la struttura e l’organizzazione della setta, per nessun compromesso sulle conseguenze di questi insegnamenti. Fu solo durante lo svolgimento della lotta, comunque, che arrivarono ad identificare Hitler come anticristo e il limite estremo della loro lotta produsse una nuova interpretazione degli avvenimenti. Ad un certo punto, quindi, più i nazisti perseguitavano la setta, più forte diventava la sua convinzione e più i suoi membri traevano forza dalla lotta; questo di riflesso permise loro di condurre la battaglia.

 Sembra che la sola minaccia reale che i Testimoni di Geova rappresentavano, a parte il loro rifiuto a imbracciare [178] le armi, stava nella loro attività clandestina e nella loro stessa sopravvivenza. Come furono costretti a prendere una posizione che li avrebbe portati in conflitto con la legge, così la loro consapevolezza delle loro stesse leggi e norme cresceva, per cui questi non erano rivoluzionari naturali, ma, nel complesso, persone semplici, conservatori. Con la loro lotta nacque una nuova lealtà ai loro confratelli, la loro sola fonte di appoggio e significato, ora che erano fuorilegge.

 Contro tutte le previsioni, il movimento dei Testimoni sopravvisse; la sopravvivenza implicò la vita della setta più che la vita degli individui, perché ogni attacco contro i Testimoni di Geova era un attacco contro Geova stesso. La persecuzione non faceva altro che aumentare la loro fede, per cui i Testimoni erano allenati ad accettare la sofferenza e a vederla come parte del piano di Dio per loro. Erano sicuri della verità e così il sistema rivale del nazionalsocialismo non presentava tentazioni. Per accettare il nazismo o la completa cittadinanza tedesca un Testimone doveva rinunciare totalmente alla sua fede, così il compromesso era impossibile. Poiché la sua famiglia e la sua vita erano incentrate su questo gruppo e la sua vita eterna dipendeva dal mantenere la sua fede, era improbabile che la rinnegasse.

 Sebbene l’aspetto sociale dell’appartenere al movimento dei testimoni di Geova era un fattore che manteneva leali i membri, questo non spiega totalmente il quasi completo rifiuto di rinnegare la fede, anche a costo della vita. Un Testimone vedeva se stesso come parte di uno speciale piano divino, scelto e con uno specifico ruolo da adempiere; il suo insegnamento lo portava ad aspettarsi una simile prova di fede, come la setta stava al momento sperimentando. Le sue credenze spiegavano gli avvenimenti e tutto era sistemato, per il Testimone come per il nazionalsocialismo, in un chiaro schema. Per rinnegare questo avrebbe dovuto minare l’intera base della sua vita e del suo intelletto. La punizione era un risultato dell’appartenenza al gruppo, non era sulla base del comportamento individuale; entro questo contesto perfino le tremende sofferenze dei confratelli nei campi di concentramento potevano essere [179] comprese.

 L’insegnamento era chiaro e le interpretazioni erano basate su La Torre di Guardia e altre pubblicazioni e non c’era spazio per compromessi. In questo modo il Testimone apparteneva ad una comunità con un sistema di credenze potente e totale e gli veniva data un’identità ed una spiegazione della vita. Rinnegarla significava uscire all’esterno di tutto questo. Sebbene il gruppo in Germania fosse piccolo, era sempre consapevole delle vasti connessioni internazionali e durante l’intero periodo c’era un minimo ma importante elemento di contatto con i fratelli stranieri, come pure la consapevolezza di appartenere ad una comunità religiosa mondiale.

 I Testimoni persero il lavoro, la libertà, i figli, e molti persero la vita. La loro sopravvivenza fu raggiunta dalla loro aderenza ad un sistema totale, che non permetteva compromessi né dubbi. Il suo conflitto con il sistema nazionalsocialista fu aspro e inevitabile e, con i termini di riferimento coniati consapevolmente dai Testimoni, essi, e non i nazisti, erano i vincitori.  


[Nota1: Della redazione Triangolo Viola: Anche se per motivi diversi, sia i testimoni di Geova che i Nazisti condannarono la lega delle nazioni. Questo è il senso che ha la frase originale in inglese.] Ritorna al testo

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