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DUNCAN ISADORA artista e qualcosa di piu'

Isadora Duncan è stata una fervente ammiratrice della Duse, ed ha sua volta Eleonora ha ammirato l’arte della Duncan, anche se nel suo entourage l’entusiasmo non era sempre condiviso: “l'orrenda Isadora Duncan” era chiamata da alcuni (Gemma Ferruggia, La nostra vera Duse, Milano 1924)

Eleonora Duse in un'edizione nel 1905

 di "Casa Rosmer"

Il momento più conosciuto della loro amicizia, è quello che coincide con la contrastata collaborazione Duse-Craig per un’edizione di “Casa Rosmer“ di Ibsen a Firenze nel 1906, quando la danzatrice si trova a mediare la due potenti personalità che vogliono raggiungere la stessa cosa – il riscatto del teatro – per due strade diverse.

Anche in seguito restarono legate: dopo la tragica morte dei suoi figli nel 1913, Isadora sconvolta si era messa a viaggiare senza requie, in Italia viene raggiunta da un telegramma della Duse che la invita a Viareggio, dove soggiorna presso alcuni amici “Isadora, so che viaggiate per l’Italia. Venite da me. Farò del mio meglio per consolarvi”. Isadora ricorda che al loro incontro la Duse le chiede direttamente: “Parlami di Deirdre e Patrick” consentendo così al suo dolore di trovare una via di sfogo “Perchè Eleonora Duse era un essere superiore” (Isadora Duncan, My Life, New York, 1927 - Isadora Duncan, La mia vita, Milano, 1980 - le autobiografie non sono mai fonti attendibilissime, hanno il vizio di stare sempre “sopra le righe” …).

Ma l’aiuto della Duse e del suo entourage in quell’occasione non fu solo “morale”: «… I bambini annegarono. Isadora, separata dal marito, affrontò lo strazio ma non seppe vincerlo … Non aveva pace. L’amica Eleonora Duse si mosse a pietà di lei. Isadora cercava, un giovane fuoriclasse, stupendo, la Duse pensò ad un bellissimo artista fiorentino [lo scultore Romano Romanelli]. Costui soggiornava in Versilia, Le due signore si trovavano a Fossa dell‘Abate. Oggi si direbbe: "e se si contattasse?". Si "contattò". La Duncan avrebbe posato per quel artista. Da cosa sarebbe nata cosa. Egli era atletico, rubacuori, mondano, superbo, amatore. Che più? Con le donne ci sapeva fare, da raffinato, da aristocratico anche se non di sangue blu. Affare concluso. Da  quell'unione nacque un angelo più che una creatura: ma non tardò a volare là donde si mosse». (Luigi Maria Personè, su “Il Gazzettino”, 22 agosto 2001) 

Romano Romanelli: Giano e la vergine

(la Duncan privata)