da L'opinione delle Libertà

di venerdì 19 giugno 2001

 

Si avvicina II G8 di Genova e la tensione sale. Ci siamo. Anzi, ci saranno tutti. Pochi giorni e gli "Otto" si riuniranno, con loro si sarebbero dati appunta­mento però, anche il Popolo di Seattle, i manifestanti, qualche gruppo ever­sivo della destra radicale europea e gruppi islamici che si riconoscono in Osama bin Ladin. Echelon, 007 e Forze dell'Ordine pronti a vigilare. Tutti insie­me per sfilare sulla passerella di Genova. A tale proposito abbiamo voluto riascoltare il senatore Maurizio Calvi, Pre­sidente del "Centro Alti Studi per la lotta al terrorismo e alla violenza politica" (Ceas), che già lo scorso 13 febbraio, in un'intervista rilasciataci in occasione del convegno "L'intelligence nel XXI secolo", organizzato a Priverno dal Centro “Gino Germani” e dalla Link Campus University of Malta presieduta dal­l'ex ministro degli Interni Enzo Scotti, aveva manifestato preoccupazione per una prossima minaccia in vista del G8.

Senatore Calvi, in questo periodo sui giornali non si parla altro che di "sicurezza G8", noi ne parlammo già il 13 febbraio. In quell'occasione Lei manifestò, quasi come una "premonizione", la sua preoccupazione per la sicurezza dell'evento. Ci sono novità dalle informazioni che il Ceas può aver recepito dal 13 febbraio ad oggi?

Eventi di carattere mondiale e di valore mediatico presentano dei rischi connaturati all'evento stesso. Quindi, il G8, come altri vertici a carattere mondiale, costituiscono un richiamo di carattere internazionale che determina condizioni di insicurezza, viste anche le contestazioni molto forti che ci sono state recentemente in altri summit. Ci sono rischi, quindi. Sono nel conto, speriamo che questi rischi non portino forme di violenza.

Manifestazioni, possibili attacchi terroristici, sicurezza del vertice in pericolo. Tali preoccupazioni potrebbero impedire di analizzare questioni serie che sono meritevoli di discussione. Quali sono però gli effettivi pericoli che gravano sul G8?

La preoccupazione di fondo è che all'interno di questi eventi si innestino problemi di natu­ra politica e soprattutto, in assenza di solu­zioni politiche in alcune realtà del mondo. Ad esempio, i problemi irrisolti della Cecenia, quelli in Medio Oriente, nell'area Basca, in Irlanda; soprattutto la mancata autonomia dei popoli costituisce di per se un elemento forte per trasferire fuori da quei territori un richiamo con eventi che possono avere natu­ra violenta. Ovviamente questo si aggancia all'assetto di un terrorismo internazionale che è legato tradizionalmente a bin Ladin. Il G8 potrebbe essere un palcoscenico idoneo a scatenare dimostrazioni violente proprio per l'ampiezza dei problemi che saranno trattati.

Quindi, chi si potrebbe esibire sul "palcoscenico" di Genova e come?

Come detto prima, problemi irrisolti da altre parti del mondo potrebbero trovare uno sfogo brutale in una simile occasione. Ci potrebbe­ro essere schegge impazzite del terrorismo internazionale, schegge "intelligenti" del ter­rorismo chiamiamolo "pensato". Ovvio che all'interno di quest'area del terrorismo gio­cano frange come le Brigate Rosse, disagio sociale, eccetera. Questi elementi che destano preoccupazione per la sicurezza, già discus­si ed espressi a febbraio con lei durante il Con­vegno sull’intelligence, ora si stanno mate­rializzando. Detto questo, ritengo che la sicu­rezza del vertice sia comunque sotto control­lo e che ci saranno le condizioni per, even­tualmente, ridurre lo scontro e permettere ad un evento così importante di avere il suo nor­male svolgimento

annalisagius@hotmail.com