1942: ANNA FRANK e Kitty

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1992: ZLATA FILOPOVIC e Minny

UN AMICO IMMAGINARIO

ANNA FRANK
Durante la Seconda guerra mondiale una ragazza ebrea scrive il suo diario chiusa con la famiglia in un rifugio segreto (vi si accede girando uno scaffale) per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti.

Nell'estate del 1942 ,mentre infuriava la seconda guerra mondiale, i coniugi ebrei tedeschi Frank con le figlie Margot, di sedici anni,e Anna, di tredici, per sfuggire alla persecuzione dei nazisti, si rifugiarono in un alloggio segreto di Amsterdam. Qui,con un'altra famiglia, iVan Dann, e il dentista Dussel vissero per due anni,senza mai uscire, senza mai affacciarsi alla finestra,visitati solo da fedeli e coraggiosi amici che portavano loro cibo libri e notizie. Nell'agosto del 1944 la polizia nazista fece irruzione nel rifugio e tutti quei poveri infelici furono inviati nei famigerati campi di sterminio. Solo il padre di Anna sopravvisse. Delle tristi vicende ci ha lasciato una testimonianza il diario di Anna trovato in mezzo a vecchi giornali nell'alloggio segreto dopo l'irruzione della polizia. Ma quel diario è soprattutto la storia di un' anima, la storia di una ragazza, intelligente e sensibile, che cresce e si trasforma tra le mille difficoltà d'una dura vita di segregazione. Nel diario la ragazza  si rivolge ad un'amica immaginaria, Kitty alla quale confida le sue paure e i sentimenti che prova per Peter.

SCAFFALE GIREVOLE PER ENTRARE NEL RIFUGIO

Un alloggio segreto formato da scale e stanze buie,gremite di masserizie, nasconde la famiglia Frank, Van Daan e il dentista Dussel dalla persecuzione dei nazisti contro gli ebrei. Anna, un'adolescente, vive la propria crescita, il proprio distacco dai genitori, i teneri sentimenti che prova per Peter all'interno di questa piccola e chiusa comunità, senza poter uscire per il timore di essere scoperta. 

Piantina del rifugio

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IL DIARIO DI ZLATA FILIPOVIC'

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Zlata Filipovic’ è nata a Sarajevo il 3 dicembre 1980. I suoi genitori sono musulmani, ma nella famiglia scorre sangue croato e serbo. Tuttavia Zlata nega di voler appartenere ad una nazionalità precisa. Odia queste distinzioni che sono la causa della guerra. Ha 11 anni quando esplode l’inferno a Sarajevo. Come tante sue coetanee tiene un diario dove registra la sua vita spensierata: gli studi, la scuola di musica, gli amici, l’ammirazione per i cantanti, le modelle famose, i divi della TV. Ma scoppia la guerra e Zlata cambia in fretta, matura. Il suo mondo è in pezzi, ora vi domina l’odio cieco, la paura, la disperazione. Si ispira ad Anna Frank e ad un’ amica immaginaria di nome Mimmy, alla quale consegna la cronaca di giornate profondamente mutate: le notti passate in cantina, l’esplodere delle granate, le raffiche dei cecchini, le case in fiamme, gli amici uccisi. Le sue parole urlano contro l’ingiustizia di un conflitto brutale, che le ha distrutto l’infanzia. Scrivendo vuol dar voce "ai tremila bambini morti sotto le bombe, agli invalidi che s’incontrano per le strade privi di un braccio o di una gamba".

Lunedì 30 marzo 1992

Ehi, diario! sai una cosa? dal momento che Anna Frank chiamava il suo diario Kitty, forse è ora che ti dia un nome anch'io. Che ne pensi di questi: ASFALTINA, SEFIKA, SEVALA, PIZDAMETA, HIKMETA, MIMMY... o magari qualche altro? Fammi pensare.
Ho deciso che ti chiamerò:

MIMMY .   

ZLATA

Domenica 5 aprile 1992

Cara Mimmy,
sto cercando di concentrarmi sui compiti, ma propio non ci riesco. In città sta succedendo qualcosa. Dalle colline si sentono degli spari, e da Dobrinja stanno uscendo colonne di gente. Stanno cercando di fermare qualcosa, ma neanche loro sanno cosa. C'è solo la sensazione che stia per succedere qualcosa, qualcosa di molto brutto. Alla TV si vede la gente radunata davanti al parlamento della Bosnia-erzegovina. La radio continua a trasmettere la stessa canzone:
Sarajevo, amore mio. E'tutto molto bello, ma continuo ad avere i crampi allo stomaco e non riesco più a concentrarmi. Mimmy, ho paura della GUERRA!!!

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