LA BARRIERA PIU' GRANDE

Facile accettare un essere sano

Semplice amare un essere bello

Agevole l'affetto per un essere potente

Comodo prediligere un essere ricco

Ma ci si ferma alla superficie

E non si gusta l'essenza

Nonostante i grandi cambiamenti socioculturali non è sempre facile parlare d'amore, anche se affettività e sessualità sono tra i bisogni dell'essere umano. Ma è nel mondo dei disabili che questi diventano veri e propri problemi. Se un essere umano ha bisogno di affetti, tanto più vitali lo sono per un essere umano disabile. Per persone con un handicap l'affetto assume ancora più significato, è sicurezza, è protezione, è comprensione. I problemi, spesso insormontabili, sorgono quando si tocca poi il tasto della sessualità. Ancora oggi è inconcepibile associare le parole "disabili" e "sesso". E qui il disabile si ritrova veramente solo con se stesso. Comprensione? Ne ha quanta ne vuole! Ma poi, al dunque... "Ma che scherziamo?" Ecco la più grande barriera architettonica: la mentalità dei cosidetti normodati. Altro che scale, marciapiedi o porte strette. Quindi se la natura colpisce il disabile, è il comportamento degli altri a farlo soffrire. La radice del problema sta dunque nella cultura sociale. Ed con la cultura che io combatto, spesso malcompreso, la mia battaglia. Infatti. so bene che se si vede il disabile in modo diverso, le altre barriere verranno meno da sole.