ESEMPI DI CRITICA

"Espressioni legate ad una intima profondità del sentimento e a gli aspetti umani. Nitidezza del verso che si eleva alla musicalità del canto."
(Premio Nuovaera, - Todi, PG - 1984)

" … Descrive il mondo del quotidiano con un colore ed una aggettivazione personale, mai addolciti. Con punte vigorose incita alla meditazione ed al pensiero. Mostra inoltre, con aridi interrogativi leopardiani , una grande forza d'animo contro le ingiustizie seguendo una linea che dirama in varie esperienze: cioè del mai usato e dell'imprevedibile…
"(Presenza - Napoli - 1985)

"In Pellegrini l'aggettivazione, colore del linguaggio, presenta una sua politica personalissima: il suo osservare agro, significa che non c'è norma e non c'è via tracciata una volta per tutte e che, per fortuna, lo scavo a cielo aperto dell'espressività procede secondo tecniche di volta in volta adeguate solo al risultato che non si può prevedere; e mai in direzione del già utilizzato e del più confortevole."
(Carlo Villa - Roma - 1986)

"La poesia di Luciano Pellegrini ha un taglio rapido e nervoso e precede spesso per accostamenti felicemente quotidiani di pensieri ed immagini antitetiche. La sua disperazione ha un tono amaro e risentito che si accende in un piglio ironico, scapigliato e in fondo moralistico. Vi sono anche presenti poesie di più ampio respiro, ma l'ispirazione più vera del Pellegrini è forse quella giocata su un rapporto franco e diretto con le cose."
(Trofeo "Chioccia Longobarda" - Pisa - 1986)

"L'emblematica cifra dell'operazione poetica di Pellegrini è la rivelazione, in forza della quale il poeta popola il deserto, che è quello di una comunicazione ormai fredda inerte, della lingua morta per assenza ormai di intrinseca forza di orfica e ricreazione del mondo rinominandolo di nuovo, in forme e modi ancora non tentati e non messi in opera."
(Giorgio Barberi Squarotti - Torino - 1994)

"...Poetare, per Pellegrini, è un gioco di creatività verbale, di lessico peregrinamente coniato, di neologismi forgiati al limite della comprensibilità, di forestierismi, di termini esotici dall'aria canzonatoria..."
(Renzo Paves - Torino - 1996)